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La Stampa Rassegna Stampa
07.11.2015 A furia di sottovalutare il terrorismo islamico: ecco il risultato
Analisi di Maurizio Molinari

Testata: La Stampa
Data: 07 novembre 2015
Pagina: 2
Autore: Maurizio Molinari
Titolo: «Sull'Airbus 'si sente un'esplosione'. La Russia ferma i voli verso l'Egitto»

Riprendiamo dalla STAMPA di oggi, 07/11/2015, a pag.2, con il titolo "Sull'Airbus 'si sente un'esplosione'. La Russia ferma i voli verso l'Egitto", l'analisi di Maurizio Molinari.

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Alla completa informazione che arriva da Gerusalemme nel servizio di Maurizio Molinari, aggiungiamo una valutazione sul comportamento degli stati occidentali nei confronti dell'Egitto. Invece di appoggiare il Presidente Al Sissi nella lotta contro i Fratelli Musulmani, Obama persevera nella sua vicinanza ai gruppi terroristi. Morsi è in prigione, ma i suoi, sostenuti da vari gruppi terroristi,  agiscono in tutto il paese, arrivandi a infiltrarsi anche nelle forze di intelligence. L'attacco all'aereo russo mentre sorvolava il Sinai è opera loro. " Siamo in guerra ", scriveva Ugo Volli giorni fa su queste pagine. I nemici delle nostre libertà hanno imparato a conoscere la debolezza dell'Occidente. O si ridiventerà forti oppure il terrorismo islamico vincerà. Intanto impariamo a chiamarlo con il nome che merita.

Ecco l'analisi di Maurizio Molinari:


Maurizio Molinari

Vladimir Putin sospende tutti i voli dall’Egitto e la Casa Bianca rafforza le misure di sicurezza sugli aerei in arrivo dai Paesi a rischio con decisioni parallele che avvalorano la pista del terrorismo per l’esplosione dell’Airbus russo sul Sinai e svelano il timore di nuovi attentati aerei da parte dello Stato Islamico (Isis). La scelta del Cremlino è in sintonia con le dichiarazioni sulla «possibile bomba» del presidente Usa Barack Obama e del premier britannico David Cameron perché le valutazioni delle rispettive intelligence sugli indizi raccolti convergono: è il più grave allarme-sicurezza per l’aviazione civile dall’11 settembre 2001.
Il suono della bomba
Il motivo è che la matrice terrorista è pressoché certa. Come spiega a «France 2» un investigatore che ha avuto accesso alla scatola nera: «Si ascolta distintamente il suono di un’esplosione brutale, improvvisa, non preceduta da problemi tecnici». È l’indizio forse decisivo sulla bomba che, secondo fonti britanniche, «era nella stiva» fra i bagagli. Ma della dinamica dell’attentato non si sa nulla: né il nome dell’infiltrato nello scalo di Sharm né come ha evaso i controlli né il tipo di esplosivo adoperato. Ecco perché Alexander Bortnikov, capo dell’Intelligence russa, chiede a Putin di «sospendere tutti i voli dall’Egitto fino a quanto non sapremo cosa è avvenuto».
Corsa contro il tempo
Gli esperti anti-terrorismo di Russia, Ue e Usa sono impegnati in una corsa contro il tempo. Da Mosca il ministro per le Emergenze, Vladimir Puchkov, fa sapere: «Abbiamo portato qui tutte le parti dell’aereo che possono avere tracce di esplosivo». È impellente sapere se si tratta di una sostanza convenzionale - come affermano fonti britanniche - o microesplosivi al plastico come quelli adoperati da Al Qaeda in Yemen nei falliti attentati del 2009 e 2010. Mosca ha creato una «sala operazioni » ad hoc per raccogliere ogni frammento di informazione sull’esplosione.
Allerta globale
L’assenza di certezze obbliga a contromisure drastiche. Sospendendo i 25 voli giornalieri, Putin lascia in Egitto circa 45 mila russi. Londra inizia a riportare in patria 20 mila connazionali a Sharm ma li obbliga a lasciare a terra i bagagli più grandi perché non c’è fiducia nel personale dello scalo. Anche la Klm chiede ai passeggeri dal Cairo di viaggiare solo con bagagli a mano. Se per Londra l’allarme è a Sharm, Parigi chiede ai connazionali di «evitare il Sinai» e Mosca teme pericoli da ogni scalo in Egitto, il Dipartimento Usa della Homeland Security va oltre: annuncia «sicurezza rafforzata» per i voli da «tutti i Paesi a rischio». Ciò significa che l’allerta è globale: se Isis ha trovato la maniera per distruggere aerei di linea adoperando bombe nei bagagli ciò può avvenire ovunque.
Egitto nel caos
Londra aveva fatto decollare per Sharm 29 voli ma solo 8 sono atterrati. Il Cairo ammette l’impossibilità di accoglierli tutti. È solo una finestra sulla confusione che regna in Egitto. I ministri di Al Sisi continuano a parlare di «incidente » ma Magdy Salim, ex alto funzionario del Turismo, ammette: «Le procedure di sicurezza negli scali sono insufficienti, un asino abbandonato è stato trovato dentro l’aeroporto del Cairo». Il tentativo di Al Sisi di celare la pista terrorismo diventa un boomerang: la fuga dei russi farà perdere un quinto degli introiti del turismo, con effetti negativi sul Pil. Senza contare l’irritazione dei servizi di intelligence di mezzo mondo per l’incapacità degli egiziani di ricostruire rapidamente cosa è avvenuto all’Airbus.
Isis minaccia nei cieli
Se la matrice di Isis sarà confermata «siamo davanti ad una sua trasformazione» spiega Daniel Byman, arabista di Brookings Institution a Washington, perché «abbattendo un aereo diventa una minaccia globale» e non più locale «ripetendo la svolta compiuta da Al Qaeda con gli attacchi dell’11 settembre 2001».

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