Riprendiamo dalla STAMPA di oggi, 04/11/2015, a pag. 19, con il titolo "Elementi anomali tra i rottami dell'Airbus", la cronaca di Maurizio Molinari.
Maurizio Molinari
I rottami dell'Airbus nel deserto del Sinai
Una «forte fonte di calore» come origine del disastro e «nessuna anomalia nelle comunicazioni di bordo fino a 4 minuti prima del disastro»: gli elementi dell’inchiesta sull’aereo russo caduto nel Sinai tendono a rafforzare l’ipotesi della bomba ma l’incidente tecnico non può essere ancora del tutto escluso.
A osservare la «forte fonte di calore» sono stati i satelliti militari Usa e per l’analista dell’aviazione Paul Beaver ciò significa che «a bordo vi è stata un’esplosione catastrofica» anche se è impossibile dire «se causata da una bomba, da un conflitto a fuoco o dall’esplosione di un motore». Da Mosca fonti vicine all’inchiesta aggiungono altri dettagli, riportati dall’agenzia Tass, ovvero «comunicazioni di routine a bordo fino a poco prima del disastro» ed «elementi anomali» ritrovati fra i resti dell’aereo del Sinai.
L’Egitto resta prudente
Sono tasselli di un mosaico che indeboliscono l’ipotesi dell’incidente, senza tuttavia escluderlo. In Egitto il ministro responsabile dell’Aviazione civile, Hossam Kamal, suggerisce «cautela» invitando ad «attendere l’esame delle scatole nere» iniziato ieri da parte di un team composto da esperti del Cairo, di Mosca e di Dublino perché l’Airbus era registrato in Irlanda. Il ministro russo Maxim Sokolov, anch’egli titolare dell’Aviazione civile, aggiunge: «Abbiamo esaminato il contenuto delle scatole nere». Senza dire una parola di più. L’impressione è che Mosca e il Cairo siano prossime ad avere un’idea di quanto avvenuto ma spetta al governo egiziano annunciare le eventuali conclusioni.
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