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La vita degli ebrei nell’Europa del dopoguerra Analisi di Manfred Gerstenfeld (Traduzione di Angelo Pezzana) Dopo la 2a Guerra mondiale, le comunità ebraiche hanno incontrato grandi difficoltà nel ricostruire la loro vita. Si sono manifestate subito notevoli differenze tra le democrazie dell’Europa occidentale e gli stati a dominazione comunista, come ho descritto nel libro che ho scritto con Françoise S.Ouzan “Postwar Jewish Displacement and Rebirth 1945-1967” Ma anche nei paesi dell’Europa occidentale ci sono stati cambiamenti significativi. Quasi tutti gli ebrei danesi si sono salvati fuggendo in Svezia, mentre tre quarti dei 140.ooo ebrei che vivevano in Olanda sotto occupazione tedesca dal maggio 1940 sono stati uccisi. In Francia si è verificato un grande afflusso di ebrei dal Nord Africa, un numero più alto di ebrei di tutto il resto dell’Europa occidentale messi insieme. Anche in Germania il numero aumentò, per l’arrivo degli ebrei che emigravano dalla Russia. In Italia trovarono rifugio gli ebrei provenienti da Libia, Libano e Iran. Questa crescente affluenza ebbe un notevole peso sullo sviluppo delle comunità ebraiche, creando nuove opportunità in diversi campi, dal tempo libero alla cultura, dallo sport alle iniziative religiose, che permisero l’inclusione di coloro che, pur essendo di origine ebraica, non si potevano definire tali in base alle regole della legge ebraica. A livello individuale il ruolo degli ebrei è stato egualmente distribuito nel dibattito politico e sociale, rappresentando le varie posizioni. La loro presenza fu spesso sproporzionata rispetto alla percentuale dei cittadini ebrei nei vari paesi. Ebrei hanno occupato posizioni di rilievo in politica, affari, cultura, arte, media e altri settori. Mentre il socialista Léon Blum è stato l’unico ebreo ad essere stato Primo Ministro di Francia prima della 2° guerra mondiale, nel dopoguerra ci sono stati tre Primi Ministri ebrei: Blum, René Mayer e Pierre Mendès-France. A Gibilterra, Sir Joshua Hassan divenne il Primo Ministro per due mandati. In Austria,Bruno Kreisky, socialista ed ebreo su posizioni di rifiuto verso l’ebraismo, fu eletto Primo Ministro; in Belgio divenne vice Primo Ministro Jean Gol. Ministri di origine ebraica fecero parte di governi in Francia, Olanda, Danimarca, Italia e Svizzera. Diversi ebrei furono poi eletti nei vari parlamenti a vario titolo. Ebrei europei ricevettero il Premio Nobel per la Scienza, per la letteratura, cme Nelly Sachs, Elias Canetti e Imre Kertesz. Scrittori ebrei e artisti che ebbero fama internazionale furono lo scrittore francese Romain Gary, gli olandesi Harry Mulisch e Leon de Winter, l’italiano Giorgio Bassani. L’artista Emanuele Luzzati è conosciuto in tutto il mondo, come il francese René Goschinny, l’autore di Asterix e il vignettista politico olandese Fritz Behrendt. In quegli anni, degli ebrei figurarono in libri e spettacoli teatrali scritti da non ebrei, presentati in modo positivo o negativo. L’esempio più classico di quest’ultimo è stato il tedesco Rainer Werner Fassbinder, che raffigurò in modo molto negativo in un suo testo Ignatz Bubis, allora presidente della comunità ebraica tedesca. In alcuni paesi la cultura e il pensiero ebraico ebbero una straordinaria fioritura. La Francia era al rimo posto, in parte dovuto alla dimensione della propria comunità. Lì nacque la “ Parisian School of Jewish Thought”, un ristretto gruppo di pensatori, quali André Neher, Emmanuel Levinas, Leon Ashkenasi, Eliane Amado Levy-Valensi. Il filosofo e sociologo Shmuel Trigano è un intellettuale contemporaneo di altissimo livello. Molti libri sono stati pubblicati su soggetti ebraici, all’inizio soprattutto in Francia, poi in tutta l’Europa occidentale. Oggi ci sono persino, oltre ai libri, anche delle librerie ebraiche, anche in paesi con una relativamente piccola presenza di ebrei, come l’Italia. Sugli scaffali aumentano gli studi sulla Shoah, un argomento che interessa anche i non ebrei. Anche se lentamente, più le società si sono aperte, più ebrei hanno comunicato il loro ebraismo liberamente, alcuni portando la kippà in pubblico, mentre prima preferivano coprirla con un cappello. Forse la fine del 20°secolo può essere valutato per gli ebrei europei come il periodo migliore del dopoguerra. Il mondo si rese conto dei conti bancari svizzeri che appartenevano ad ebrei assassinati nella Shoah. Il che ha portato, dopo lo scandalo, alla restituzione del denaro agli eredi, sia in Svizzera che in Norvegia,Olanda, Austria. Altra conseguenza è stata la pubblicazione di documenti storici e finanziari relativi alla Shoah, era come se molti paesi avessero voluto ripulire il loro passato con un gesto. Ma il 21° secolo è iniziato con terribili incidenti di anti-semitismo, mai verificatisi dalla 2° guerra mondiale. Molti furono provocati dalla politica non selettiva dell’ immigrazione musulmana in arrivo in Europa da paesi dove era molto diffuso l’anti-semitismo, molti erano estremisti o teppisti, che prendono alla lettera il Corano e considerano gli ebrei maiali e scimmie, un caso estremo non solo di anti-semitismo, ma anche di razzismo. La Francia, il paese europeo con la percentuale più alta di musulmani, ha avuto gli incidenti più gravi di anti-semitismo. Negli ultimi decenni parecchi ebrei sono stati assassinati per motivi di razzismo, nel 2014 molte sinagoghe sono state assalite da bande di musulmani. Questo aspetto va visto come causato dal fallimento delle democrazie occidentali nell’integrazione di una parte della loro numerosa popolazione musulmana. Nè vanno dimenticati coloro che rifiutano di integrarsi. L’anti-israeliamo, largamente diffuso in Europa, ha trovato un alleato nei falsi stereotipi dell’unica democrazia in Medio Oriente. Più del 40% degli europei adulti giudica Israele una entità nazista, credendo, per esempio, che stia conducendo una guerra di sterminio dei palestinesi. Questa visione negativa di Israele ha poi un impatto negativo sugli ebrei europei. I partiti politici, per attrarre il voto musulmano, sfruttano questi stereotipi. Nello stesso modo, i partiti dell’estrema destra che si oppongono all’islam, sono diventati più forti. La macellazione rituale è stata osteggiata in alcuni paesi, anche con una forte popolazione musulmana, e questo colpisce anche gli ebrei. Allo stesso modo, la proibizione della circoncisione femminile, praticata soltanto dai musulmani, ha colpito anche la circoncisione maschile, della quale è stata chiesta la proibizione. Sono molti i segnali che indicano la decadenza dell’Unione Europea e dell’Europa stessa. Ebrei responsabili, sempre più si interrogano su quale sarà il loro futuro, in particolare quello dei loro figli. Nel frattempo sempre più ebrei europei nascondono la loro identità in pubblico. Una lodevole eccezione è il movimento Chabad, che in molti paesi celebra Chanukkà accendendo nei centri delle città un grande candelabro illuminato. Una cerimonia alla quale in genere partecipano anche le autorità cittadine. La realtà dei ebrei in Europa è oggi molto confusa. L’arrivo di un sempre maggior numero di rifugiati musulmani, in particolare in Germania e Svezia, pone delle sfide sempre più serie agli ebrei. Tagliagole dello Stato Islamico, infiltrati fra i rifugiati, possono colpire direttamente gli ebrei. Questo articolo,l’avessi scritto cinque anni fa, sarebbe stato meno negativo. La domanda è se fra altri cinque anni, un articolo come questo, non sarà ancora più negativo.
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