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Fiamma Nirenstein ci parla della guerra antisemita contro l'Occidente

Riprendiamo da FORMICHE.net, la video-intervista di Roberto Arditti a Fiamma Nirenstein dal titolo: "A che punto siamo in Medio Oriente. Intervista a Fiamma Nirenstein". 
(Video a cura di Giorgio Pavoncello)

Intervista a tutto campo a Fiamma Nirenstein di Roberto Arditti, a partire dal suo ultimo libro: "La guerra antisemita contro l'Occidente". Le radici dell'antisemitismo e perché l'aggressione contro il popolo ebraico in Israele è un attacco a tutto campo contro la civiltà occidentale. E una sconfitta di Israele segnerebbe anche la nostra fine. 



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Corriere della Sera Rassegna Stampa
30.10.2015 Al blogger saudita Raif Badawi il Premio Sacharov
Commento di Viviana Mazza

Testata: Corriere della Sera
Data: 30 ottobre 2015
Pagina: 27
Autore: Viviana Mazza
Titolo: «Premio Sacharov a Badawi, i diritti negati dai sauditi»

Riprendiamo dal CORRIERE della SERA di oggi, 30/10/2015, a pag. 27, con il titolo "Premio Sacharov a Badawi, i diritti negati dai sauditi", il commento di Viviana Mazza.

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Viviana Mazza

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Raif Badawi

Al blogger saudita Raif Badawi è stato assegnato il premio Sacharov, il più importante riconoscimento europeo per i diritti umani. Forse condannandolo a 10 anni di carcere e mille frustate per insulto all’Islam e cyber crimini, le autorità di Riad pensavano di infliggere una punizione esemplare al fondatore del sito web «I liberali sauditi». Al contrario, Badawi è diventato un simbolo. Ha subito le prime 50 frustate lo scorso gennaio, in piazza, davanti a una folla che includeva dei bambini. Di fronte all’orrore internazionale, la condanna è stata (per ora) sospesa. Badawi è un simbolo perché il suo caso non è unico. Il suo avvocato Waleed Abulkhair, fondatore di un gruppo per i diritti umani, è stato condannato a 15 anni di carcere per «incitamento dell’opinione pubblica» contro il governo.

Da un giorno all’altro il giovane sciita Ali Al Nimr potrebbe essere prima decapitato e poi crocifisso perché a 17 anni partecipò a una protesta anti-governativa (caso che ha già portato il Salone del libro di Torino a ritirare all’Arabia Saudita l’invito come Paese ospite). È meno chiaro se questo premio significherà anche un approccio diverso della comunità internazionale nei confronti dell’Arabia Saudita. Di certo, si sono intensificati gli appelli in questo senso e le critiche ai governi occidentali che chiudono un occhio in favore dell’alleato.

Non è solo una questione di diritti umani. Nicolas Kristof sul New York Times sottolineava ieri che è «tempo di una discussione franca sul ruolo saudita nel legittimare il fondamentalismo e l’intolleranza nel mondo islamico», dalle madrasse wahhabite che esportano estremismo alla guerra in Yemen che sta uccidendo milioni di persone. Per Badawi la ministra svedese Margot Wallström arrivò, mesi fa, a mettere a rischio lucrosi accordi militari. Di recente la Gran Bretagna ha sospeso un contratto di 5,9 milioni di sterline con le prigioni saudite, dopo la condanna di un 74enne britannico a 350 frustate perché in possesso di alcol. Ma pare che l’uomo sarà presto rilasciato, così Londra ha appena elogiato i «profondi legami» con Riad.

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lettere@corriere.it

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