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La Stampa Rassegna Stampa
30.10.2015 A Vienna il summit sulla Siria: Iran e Arabia Saudita ai ferri corti
Croanca di Maurizio Molinari

Testata: La Stampa
Data: 30 ottobre 2015
Pagina: 10
Autore: Maurizio Molinari
Titolo: «Riad: 'L'Iran deve accettare l'uscita di scena di Assad'»

Riprendiamo dalla STAMPA di oggi, 30/10/2015, a pag. 10, con il titolo "Riad: 'L'Iran deve accettare l'uscita di scena di Assad' ", la cronaca di Maurizio Molinari.

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Iran e Arabia Saudita ai ferri corti

Scintille fra Riad e Teheran in coincidenza con l’odierna riunione a Vienna sulla crisi siriana. Per la prima volta attorno al tavolo ci sarà l’Iran, con il ministro degli Esteri Javad Zarif che ieri ha avuto incontri preliminari con i colleghi di Usa e Russia, John Kerry e Sergei Lavrov. Per Teheran è il riconoscimento del proprio ruolo-chiave in Siria, dove sostiene il regime di Bashar Assad. «L’invito nasce dalla consapevolezza degli americani che abbiamo una posizione influente in Siria» scrive il quotidiano iraniano «Quds», facendo capire che Teheran vuole recitare un ruolo di primo piano. Ma l’Arabia Saudita, rivale dell’Iran, non gradisce e con il ministro degli Esteri Adel al-Jubeir tuona: «Sapremo presto se l’Iran vuole davvero contribuire alla pace in Siria» perché «dovrà accettare la rimozione di Bashar Assad come parte della soluzione del conflitto».

La rabbia dei sauditi
Ovvero, Riad non è disposta a trattare con Teheran sulla «transizione a Damasco» se prima Ali Khamenei non condividerà la scelta di porre fine al regime del Baath. L’intento è mettere l’Iran alle strette e la reazione arriva con un colpo basso ai danni di Riad: «Il massacro alla Mecca è stato una sceneggiata per rapire degli nostri cittadini» affermano i portavoce di Teheran. A fine settembre furono 399 gli iraniani uccisi dalla folla ma 65 mancano ancora all’appello e fra loro c’è l’ex ambasciatore a Beirut, Ghazanfar Roknabadi, uomo-chiave del sostegno ad Hezbollah ed Assad. «Non è morto, lo hanno rapito» accusa Teheran. È un duello aspro che vede Hisham Marwa, vicecapo della Coalizione nazionale dei ribelli filo-occidentali, spingersi a chiedere di «annullare l’invito a Teheran» perché «non credono nella transizione prevista dai negoziati di Ginevra e vogliono solo salvare Assad».

Equilibrio difficile
A confermare le tensioni della vigilia ci sono le indiscrezioni sui preparativi del cerimoniale, tesi ad evitare eccessiva vicinanza fra i ministri dei Paesi rivali - Iran da un lato, Arabia Saudita e Turchia dall’altro - come anche a garantire a tutti lo stesso rilievo. È questa la cornice del primo incontro diretto fra le potenze musulmane protagoniste di una guerra per procura in Siria che, dal 2011, ha già fatto oltre 250 mila vittime. All’incontro a Vienna vi saranno anche gli inviati di Gran Bretagna, Francia, Germania, Italia, Egitto, Libano ed Unione europea mentre resta il dubbio sulla partecipazione del regime di Assad come dei gruppi ribelli.

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