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ANSA Rassegna Stampa
15.10.2015 Una risata li seppellirà: gli israeliani reagiscono agli attentati palestinesi con l'ironia
Cronaca di Aldo Baquis

Testata: ANSA
Data: 15 ottobre 2015
Pagina: 1
Autore: Aldo Baquis
Titolo: «Presi di mira in attacchi, replicano con raffiche di battute»

Riprendiamo da ANSA, con il titolo "Presi di mira in attacchi, replicano con raffiche di battute", l'articolo di Aldo Baquis.

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Aldo Baquis

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TEL AVIV, 14 OTT - "Che paura con questi accoltellamenti tutto attorno. Solo che non arrivino a mia suocera! Famiglia Levy, ad Ashdod, via Trumpeldor 60, ottavo piano, prima porta, quella con la 'hamsa', la manina portafortuna. La poveretta abita da sola, non ha armi. Rappresenterebbe un obiettivo proprio facile, se fosse attaccata".

Era la notte del 12 ottobre, al termine di una nuova giornata di violenze, quando 'Benyomin' ha proposto questo testo satirico ai lettori del sito ortodosso Behadrey Haredim, spesso studenti di collegi rabbinici. Un modo, forse inconscio, per esorcizzare la paura dopo aver constatato che negli ultimi attentati gli assalitori palestinesi hanno spesso attaccato ebrei timorati, particolarmente riconoscibili per i loro abiti.

Anche in passato, trovatisi con le spalle al muro, gli ebrei hanno talvolta reagito con l'umorismo. E in poche ore il sito si è riempito di testi sarcastici, quasi divertiti. Qualcuno ha subito proposto la fotografia di una nuova maglietta bianca con una vistosa chiazza di sangue sul petto. Il testo annuncia: "Sono già stato pugnalato. Grazie". 'ShalDag' tenta di far notare ai lettori che l'ondata di attentati ha pure un aspetto "estetico" e lodevole: "Finalmente - nota con meraviglia - la gente ha ripreso ad alzare la testa dai telefoni cellulari". Alla luce dello stato di emergenza un marito consiglia alla moglie di "stare molto attenta quando esce per strada". Poco dopo - si legge ancora nel sito - la donna gli telefona trionfante: "Non ci crederai. Ho scoperto due nuove boutique, molto carine, proprio vicino a casa nostra".

Anche le usanze molto severe dei timorati tentennano di fronte agli accoltellamenti. "Oggi - scrive 'Kushi' - ho visto un marito e una moglie che si tenevano per mano, tale era la paura". In tempi normali avrebbero mantenuto invece qualche passo di distanza fra di loro. "Io - scrive qualcun altro, distanziandosi nettamente dal tono generale degli interventi - sono per la separazione definitiva fra israeliani e palestinesi: noi sopra, e loro sotto terra". Un altro lamenta indignato: "Il mese scorso il prezzo dei pomodori era alle stelle. Adesso sono i coltelli che vanno a ruba, e diventano cari anch'essi. Concludendo: in questo Paese non si riesce più a farsi un'insalata decente".

La sera del 12 ottobre 'Sayeret Maran' entra a tarda sera nella chat per tracciare queste righe, e rilevare lo stato di isteria che sembra diffondersi in Israele: "Ero in ospedale. All'improvviso viene un'infermiera araba e mi dice: 'E' solo una puntura ('dkira' ', in ebraico, significa anche pugnalata) leggera'. Non ci ho pensato due volte e le ho sparato". Un umorismo beffardo, degno delle matite pungenti di Charlie Hebdo. Ma ieri si è appreso che anche la polizia stava leggendo la chat. Nella nottata 'Sayeret Maran' e' stato identificato e agenti hanno bussato alla sua porta. Condotto in un commissariato è emerso che da poco si era congedato dall'esercito. Dopo un lungo interrogatorio è stato rilasciato, dietro cauzione. Un incidente di lavoro che non ha turbato troppo i compagni di 'Benyomin' che anche nelle ultime ore regalano commenti sarcastici a chi vive giornate tutt'altro che allegre.

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