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Aiutare Israele in prima persona 14/10/2015

Gentilissima Redazione, vorrei soltanto, in questi giorni in cui tremo ogni volta che accendo il televisore o mi collego ad internet, ringraziarVi per la Vostra opera ed esprimere tutta la mia solidarietà ad Israele ed a tutti coloro che, in qualunque parte del mondo, si battono per la dignità e libertà umana. Quando il terrorismo recluta ragazzini di tredici anni (come quello che a Gerusalemme, poche ore fa, insieme con un diciassettenne, ha infierito su un tredicenne ebreo con una dozzina di coltellate, riducendolo in condizioni critiche) e quando il fanatismo e l'odio raggiungono i livelli dello 'Stato Islamico', la situazione è davvero critica. Il che significa non solo che è grave, ma che le scelte che compiamo oggi, e quelle che non facciamo, contribuiranno a decidere del futuro di molti popoli (Italia ed Europa inclusi, non illudiamoci), forse per molte generazioni. Che cosa possiamo fare, in concreto, per reagire a questo stato di cose? Ad esempio, che cosa si può fare perché l'Unione Europea cambi decisamente politica nei confronti di Israele, a cominciare dalla faccenda dell'etichettatura dei prodotti di Giudea, Samaria e, se ho ben capito, addirittura del Golan? E perché cessi di finanziare a pioggia qualunque cosa palestinese, senza adeguato controllo sull'uso dei fondi? Molto cordialmente,

Annalisa Ferramosca

La cosa più importante da fare è essere attivi nella difesa di Israele. Con la controinformazione sui social network, per esempio. Oppure partecipando a manifestazioni di supporto e sit-in di protesta. Oppure ancora telefonando e scrivendo costantemente alle redazioni dei media che disinformano. O cercando di convincere conoscenti e amici della parzialità del quadro di Israele che viene normalmente dipinto sui media mainstream. Oppure andare in Israele e portarvi persone che possano conoscere, così, direttamente la realtà.

IC redazione 


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