Bambini e adolescenti, fate l’amore e non giocate coi coltelli
Commento di Federico Steinhaus
Un popolare programma della televisione di Hamas: "Ad Allah piacendo, quando sarete grandi..." "... potremo sparare agli ebrei"
Hamas e Hezbollah conducono contro Israele due forme di guerra molto diverse fra loro – Hezbollah una guerra discontinua, Hamas una guerra quotidiana e di bassa intensità – ma entrambe sono guerre per così dire istituzionalizzate e politicizzate, nel senso che sono originate da entità politicamente e militarmente strutturate, che si propongono scopi strategici. L’attuale ondata terroristica (che il governo israeliano nega sia una "terza intifada") è invece demandata alle iniziative di singoli individui, che compiono piccole aggressioni in genere casuali contro altri individui; e si tratta quasi sempre di adolescenti, che usano armi occasionali come un coltello, dei sassi, un’automobile.
Questa è la caratteristica principale, costante, che la differenzia dalle due intifade precedenti, che erano state gestite da un potere politico e dotate da fini strategici. Oggi la motivazione religiosa sempre esibita è solo un pretesto, non una motivazione profonda, e del resto la pretesa volontà israeliana di impadronirsi della moschea di Al Aqsa è con evidenza una minaccia irrealistica, inesistente, usata come paravento. Il 9 e il 13 settembre le forze di sicurezza israeliane avevano scoperto e resi inoffensivi i preparativi di atti di violenza contro i fedeli in preghiera al Muro Occidentale per le festività ebraiche di Capodanno, che avevano come centro operativo proprio la moschea di Al Aqsa. Da allora, la violenza palestinese è divenuta sempre più imprevedibile, capillare, autogestita.
I perpetratori, definiti terroristi da Israele, sono quasi sempre adolescenti, con qualche ventenne e molti minorenni o addirittura poco più che bambini. Tutto ciò è però anche il risultato, secondo me inevitabile, di una ben orchestrata campagna d’odio che l’Autorità Palestinese ha condotto per vent’anni, educando i suoi bambini fin dalla prima infanzia ad odiare Israele e gli ebrei. Abusando dei ricchissimi finanziamenti provenienti dal mondo occidentale e dai Paesi islamici (la tabella delle donazioni all’UNRWA è stata pubblicata il 7 settembre) e delle strutture educative gestite dall’ONU, l’Autorità Palestinese ha inondato i programmi televisivi e radiofonici, i giornali, i libri scolastici, le celebrazioni e le gare sportive, di una ininterrotta e plateale glorificazione dei terroristi più feroci del passato e di quelli contemporanei, dei terroristi imprigionati e processati in Israele, del terrorismo in quanto tale. Canzoncine e poesiole per bambini recitate da altri bambini o da personaggi dei fumetti, competizioni sportive scolastiche, conferimento di onorificenze sono stati i veicoli prediletti per ricordare che tutte le città d’Israele sono in realtà palestinesi e dovranno tornare ad essere tali, che gli ebrei sono stati combattuti da Maometto ed indicati all’odio dal Corano, che la lotta armata contro Israele è un dovere sacro. Dieci anni fa i terroristi venivano dai cosiddetti territori e da Gaza e colpivano i luoghi in cui vi erano molte persone; oggi sono giovani che vivono in Israele e colpiscono a caso individui isolati o automobili non protette. Sono diversi gli strumenti, sono diversi gli autori, sono diverse le circostanze, sono meno clamorosi i risultati di questa violenza; ma i mandanti sono i medesimi.
Federico Steinhaus