Come i socialisti europei sostengono gli assassini palestinesi
Analisi di Manfred Gerstenfeld
(Traduzione di Angelo Pezzana)
Con l’elezione di Jeremy Corbyn a leader del Partito Laburista inglese l’ostilità dei socialisti europei contro Israele ha oltrepassato nuovamente la linea rossa,
Corbyn non è soltanto un altro filo-palestinese.
Alcuni anni fa aveva definito “suoi amici” una delegazione di Hamas e Hezbollah, anche se entrambi i movimenti promuovono il genocidio degli ebrei. Ghazi Hamad, il vice-ministro degli esteri dell’organizzazione islamo-nazista Hamas, aveva lodato Corbyn all’inizio di settembre, definendolo ‘un uomo onesto’. Corbyn impunemente chiama amici questi criminali.
Molti altri nella sinistra europea sostengono in maniera ancora più pericolosa i palestinesi che si macchiano di crimini. Un tipico modo ‘velato’ consiste nell’attaccare Israele evitando di citare i programmi genocidi di Hamas contro gli ebrei e l’onore reso agli assassini di civili da parte dell’Autorità palestinese del Presidente Mohammed Abbas, leader del Fatah.
Norvegia
Nel 2011, in una intervista alla tv commerciale norvegese Canale TV2, Jonas Gahr Stoere, allora Ministro degli Esteri e leader del Partito Laburista, aveva inizialmente negato di avere parlato direttamente al telefono e per diverse volte, con Khaled Mashal, leader di Hamas. Ma l’intervistatore disse di avere avuto la conferma dallo stesso Mashal, al che Stoere gli chiese di interrompere l’intervista e riprendere tutto da capo, spiegando che il contatto con Mashal era stato richiesto espressamente dal Presidente dell’Autorità palestinese Mahmoud Abbas. Il governo norvegese affermò di non aver mai riconosciuto Hamas o stabilito contatti politici con l’organizzazione. L’ambasciatore Usa in Norvegia Benson K.Whitney la pensava differentemente. In un documento inviato al Dipartimento di Stato nel 2009, scriveva: “ Anche se lo negheranno, ci sono chiari segnali che il contatto con Hamas non è stato solo un espediente superficiale per il dialogo, esprimeva invece un sostegno per le posizioni di Hamas ad alto livello”.
Svezia
L’attuale governo svedese è stato il primo nell’Europa occidentale a riconoscere lo ‘stato di palestina’. Il Primo Ministro social-democratico Stefan Loefven e i suoi colleghi sapevano molto bene che stavano riconoscendo un'entità che glorificava degli assassini e che lo ‘stato’ consisteva in due separate entità che non comunicavano nemmeno fra loro. Il Primo Ministro socialdemocratico Olof Palme è stato forse il più grande politico svedese del dopo-guerra. Apertamente dimostrava odio per Israele quando decine di anni fa l’aveva accusata di comportarsi come i nazisti.
Olanda
Il Partito Laburista olandese, una componente del movimento giovanile liberale, fa parte del corrente governo. Il suo leader, Diederik Samson è un fanatico odiatore di Israele. La posizione del partito sui temi politici più rilevanti è visibile online. La sezione sulla politica estera comprende una sotto sezione sul Medio Oriente. Da notare che è interamente dedicata a un tema solo: il conflitto israelo-palestinese. Il resto del Medio Oriente, malgrado gli stermini di massa e le stragi, non esiste, non merita di essere citato. Un fatto strano, considerando che l’Olanda ha partecipato attivamente al bombardamento del cosiddetto “Stato Islamico, o islamo-nazista, in Iraq.
Islanda
L’Islanda è un piccolo, marginale paese europeo. Eppure, anche se è relativamente poco importante, i socialisti hanno deciso di oltrepassare l’attuale linea rossa quando hanno sostenuto il consiglio comunale di Reykjavik nel votare il boicottaggio dei prodotti israeliani.
Danimarca
A parte i partiti citati, odiatori estremisti di Israele sono attivi a livello personale fra i socialisti in altri paesi. Nell’ottobre 2001, il Ministro del Turismo Rehavam Ze’evi venne assassinato da terroristi palestinesi. Il Ministro degli Esteri danese Mogens Lykketoft, poi divenuto leader dei socialisti danesi, annunciò in TV che non c’erano differenze tra quell’omicidio e gli assassini mirati dei terroristi da parte di Israele.
Finlandia
L’analista politico Efraim Karsh scriveva che nel 2001, in una intervista con il giornale Suomen Kuvalehti, il Ministro degli Esteri socialista finlandese Erkki Tuomioja aveva denunciato la volontà di Israele di proteggere i propri cittadini dal terrorismo scatenato dalla Autorità palestinese di Arafat nel settembre 2000. Tuomioja paragonava le misure difensive di Israele con la persecuzione nazista degli ebrei europei: “ Colpisce che la stessa politica verso i palestinesi sia la stessa che li rese vittime negli anni ‘30”.
Svizzera
Franco Cavalli, allora deputato leader dei socialisti svizzeri, disse in un convegno del 2002 dove erano state date alle fiamme le bandiere israeliane, che Israele “ sta massacrando volutamente un intero popolo” e si impegna al “ sistematico sterminio dei palestinesi “.
Grecia
In Grecia,Andreas Papandreu, che fu Primo Ministro socialista, accusò Israele di comportarsi come i nazisti. Nonostante fossero in maggioranza i candidati nel mondo musulmano ai quali attribuire questa accusa, Papandreu scelse sempre con cura di evitare il paragone.
Ogni tanto qualcuno si stupisce quando affermo che dei politici socialisti, che si autodefiniscono progressisti, sono direttamente o indirettamente alleati dei maggiori movimenti criminali. Gli esempi che abbiamo visto confermano entrambe le posizioni.
Manfred Gerstenfeld è stato presidente per 12 anni del Consiglio di Amministrazione del Jerusalem Center for Public Affairs. Collabora con Informazione Corretta. E' appena uscito il suo nuovo libro "The war of a million cuts" (in inglese). Una analisi di come ebrei e Israele sono delegittimati e come farvi fronte.