Sulla tentata strage al Muro del Tempio, riprendiamo oggi, 04/10/2015, tre servizi, dalla STAMPA, CORRIERE della SERA, REPUBBLICA.
Dai tre maggiori quotidiani mettiamo a confronto il resoconto della tentata strage al Muro Occidentale. Invitiamo i nostri lettori a leggerli, perchè dal loro confronto è possibile capire come si racconta un fatto di sangue. Le vittime, l'assassino, il clima che l'ha prodotto.
1. Il pezzo di Maurizio Molinari è un esempio di giornalismo corretto. nessuna opinione personale, solo fatti, cronaca.
2. Quello di Fabio Scuto, certamente non estimatore di Israele, è un pezzo pieno di riferimenti che spingono il lettore a diminuire la responsabilità dell'assassino: dove abitavano le vittime, il fatto che fossero "coloni", cita il discorso di Abu Mazen all'Onu, ma ignora quanto ha detto sulla fine degli accordi Oslo, da lui stesso decretato e non Israele. Non a caso i due attentati avvengono subito dopo il discorso di Abu Mazen all'Onu, una specie di via libera alla Terza Intifada.
3. Davide Frattini, pur non raggiungendo le vette di Scuto, si lascia andare all'uso di parole che non appartenevano al suo vocabolario. Il Monte del Tempio è venerato "anche dagli ebrei" - definizione sbagliata se non altro per motivi temporali, l'islam è arrivato secoli dopo. Abu Mazen ha dichiarato che Israele vuole cambiare gli accordi che regolano l'ingresso alla zona musulmana, ma è pura propaganda, Israele l'ha sempre smentito, ma Frattini riporta solo quanto ha detto Abu Mazen. Tutta Israele è scossa da questa strage di famiglie, tanto da giudicarne la pianificazione, ma Frattini riporta solo che la "destra ultra-nazionalista al governo chiede misure repressive". Insomma un pezzo da "colpo al cerchio e uno alla botte" che tranquillizza il lettore, gli dice che anche Israele ha le sue colpe, una operazione che non viena mai fatta in senso inverso.
Fra le testate a diffusione nazionale, riportiamo quelle che hanno ignorato l'attentato:
Il Manifesto - IlSole24Ore - Il Giornale - Il Fatto Quotidiano
Ecco i tre servizi:
La Stampa-Maurizio Molinari: "Palestinese tenta la strage al Muro del Pianto"
Gerusalemme- Due uomini morti, una donna in condizioni critiche e un bambino di 2 anni ferito: è il bilancio dell’attacco a coltellate che Mohand Halabi, palestinese di Ramallah, ha realizzato nella Città Vecchia di Gerusalemme al fine di innescare la «Terza Intifada» come lui stesso ha scritto su Facebook. Halabi, 19 anni, si è avventato su una famiglia di ebrei ortodossi nei pressi della Porta dei Leoni. Stavano andando verso il «Kotel» - il Muro del Pianto - per le preghiere della festa di Sukkot. Ha colpito con il coltello, più volte, il padre e la madre entrambi quarantenni - e ha ferito anche il bambino. Lui è morto in ospedale, lei è ricoverata in condizioni molto serie. Il killer ha continuato a colpire un altro israeliano, uccidendolo e riuscendo a strappargli la pistola che aveva. È stato allora che le forze di sicurezza lo hanno raggiunto e ucciso. Per Hamas: azione eroica In un messaggio sulla propria pagina Facebook Halabi scrive «È l’inizio della terza Intifada». La Jihad islamica palestinese rivendica l’attentato «realizzato da un nostro martire» e Hamas parla di «azione eroica»: «Sosteniamo ogni atto di resistenza capace di colpire soldati e coloni, la nostra gente nella West Bank è pronta a morire, a sacrificarsi per difendere la moschea di Al Aqsa». L’attentato nella Città Vecchia segue di 48 ore l’agguato delle Brigate Al Aqsa, braccio armato di Al Fatah, all’auto della famiglia Henkin, nei pressi dell’insediamento di Itamar in Cisgiordania, nel quale sono stati uccisi entrambi i genitori di 6 figli, quattro dei quali erano sul sedile posteriore. La nuova tattica Il fatto che in entrambe le occasioni i terroristi abbiano scelto di colpire gruppi famigliari, uccidendo i genitori, fa temere che sia questa la nuova tattica prescelta. Il premier israeliano Benjamin Netanyahu, di ritorno dagli Stati Uniti, ha convocato per oggi una riunione con i responsabili della sicurezza per affrontare la situazione di emergenza che ha visto cinque israeliani uccisi nelle ultime due settimane. Naftali Bennett, ministro dell’Educazione e leader del partito «Casa Ebraica» della coalizione di governo, addebita l’escalation al «presidente palestinese Abu Mazen che con il suo discorso alle Nazioni Unite ha rinunciato agli accordi di Oslo incitando alla violenza contro gli ebrei». «Fino a quando avranno leader che predicano la violenza - aggiunge Bennett - i palestinesi non avranno uno Stato». Per il leader dell’opposizione laurista Isaac Herzog invece quanto sta avvenendo dimostra che «il premier Netanyahu sta perdendo il controllo della sicurezza di Israele e non ha un piano per combattere questo terrore che indica l’inizio di una terza Intifada». Proprio ieri le forze israeliane hanno effettuato a Nablus otto arresti per l’attentato compiuto a Itamar.
Corriere della Sera-Davide Frattini: " Andavano a pregare al Muro del Pianto, uccisi due israeliani"
GERUSALEMME- Camminavano insieme attraverso le vie della Città Vecchia, andavano a pregare al Muro del Pianto alla fine di shabbat, il giorno più sacro per gli ebrei. L’assalitore li ha colpiti con un coltello, ha preso la pistola che uno dei due uomini aveva con sé e ha cominciato a sparare ai passanti. Accorrevano anche le guardie della polizia di frontiera che hanno ucciso l’attentatore palestinese. Le vittime farebbero tutte parte della stessa famiglia ultraortodossa: due uomini sono morti in ospedale per le ferite, la donna è in grave condizioni, anche il bambino di due anni è ricoverato, forse colpito da uno dei proiettili. Nelle stesse ore la polizia ha annunciato di aver fermato gli uomini sospettati dell’agguato di giovedì notte, quando l’auto di un’altra famiglia è stata centrata da una raffica, i genitori sono morti davanti ai quattro figli. L’attacco è avvenuto nella zona di Duma, tra colonie ebraiche — dove vivevano le vittime — e villaggi palestinesi, la stessa area dove alla fine di luglio un bambino arabo di due anni, il padre e la madre erano morti bruciati dopo che una molotov era stata lanciata dentro la casa. Gli investigatori sospettano della strage i gruppi di coloni radicali. Benjamin Netanyahu, il primo ministro israeliano, è a New York per l’assemblea generale delle Nazioni Unite e ha convocato una riunione d’emergenza. Sa di essere stato eletto presentandosi come Mr Sicurezza ma gli scontri che, a Gerusalemme e in Cisgiordania vanno avanti da mesi, in queste settimane si sono intensificati. I palestinesi sono convinti che il governo israeliano — lo ha ripetuto anche il presidente Abu Mazen dal palco dell’Onu — voglia cambiare le norme che regolano l’accesso alla Spianata delle Moschee: il terzo luogo più sacro per i musulmani sunniti è venerato anche dagli ebrei, i gruppi religiosi estremisti chiedono di poter pregare lì dove sorgeva il Secondo tempio. Gli attacchi non sembrano più solo opera di «lupi solitari», come l’attentatore di ieri sera, un ragazzo di 19 anni. L’operazione in Cisgiordania di giovedì notte è stata organizzata, sarebbe stata arrestata una cellula. Pianificati o gesti di singoli, gli attentati sono stati subito esaltati da Hamas e dalla Jihad Islamica. La destra ultranazionalista nella coalizione di governo israeliana chiede a Netanyahu di «colpire duramente i terroristi». Ayelet Shaked, ministra della Giustizia per il partito che rappresenta i coloni, invoca l’annessione dell’Area C in Cisgiordania, i territori dove Israele ha mantenuto un controllo quasi totale.
La Repubblica-Fabio Scuto: " Sangue a Gerusalemme, due israeliani uccisi nella città vecchia"
GERUSALEMME. Il “lupo solitario” palestinese ha aspettato le luci della sera per colpire, per uccidere sapendo di andare incontro allo stesso destino: essere certamente ucciso. Ha preso di mira una famiglia di ebrei ortodossi che alla fine dello shabbat stava andando verso il Muro del Pianto per le preghiere rituali di questi giorni di festa, entrando nella Città Vecchia dalla Porta dei Leoni. Due i morti, due i feriti in condizioni gravi. Secondo la ricostruzione della polizia, l’aggressore – Mohammed Hallabi, un giovane palestinese di 19 anni - ha attaccato le vittime a coltellate, poi si è impossessato di una pistola, probabilmente detenuta da uno dei feriti, e ha cominciato a sparare contro turisti e gli agenti che stavano accorrendo per le grida della folla. Un breve scontro a fuoco, poi è stato ucciso. Tra le vittime ci sono persone di una stessa famiglia di ebrei ortodossi. Il morto è il padre di un bambino di due anni rimasto lievemente ferito, la mamma versa invece in condizioni gravi. Immediato l’allarme in tutta la Città Vecchia, tutte le 9 porte di ingresso e uscita sono state bloccate, mentre decine di agenti in divisa e in borghese prendevano il controllo delle viuzze semideserte della Old City dove negozianti e bottegai avevano chiuso da poco i battenti. L’Ufficio del premier ha annunciato che Benjamin Netanyahu, attualmente negli Stati Uniti per l’Assemblea generale delle Nazioni Unite, convocherà una riunione di emergenza con i responsabili dei dipartimenti della sicurezza, stasera al suo rientro in Israele. Domani ci sarà Gabinetto di sicurezza con il capo dello Shin Bet e della polizia per discutere la risposta di Israele a questa escalation di violenze che è mai cessata dall’inizio dell’estate. Alimentata anche dalle tensioni per la Spianata delle Moschee, che si rinnovano sempre durante le celebrazioni delle feste ebraiche. Il leader dell’opposizione, Yitzhak Herzog, ha inviato le sue condoglianze alla famiglia ma anche detto che il premier «sta perdendo il controllo della sicurezza di Israele ». Secondo Herzog, il «governo non ha un piano per la lotta contro il terrorismo», e per quello che ha definito «l’inizio della terza intifada», esortando il governo a prendere misure più severe contro i terroristi e non accontentarsi di «slogan e parole vuote». L’attacco di ieri sera accade a meno di 48 da un altro efferato assassinio. Giovedì sera, una coppia israeliana è stata colpita a morte in automobile mentre i loro quattro figli erano seduti nella parte posteriore, su una strada della Cisgiordania. Le truppe israeliane stanno ancora setacciando la zona di Nablus alla ricerca dei killer. Come la notizia dell’attacco di ieri si è diffusa a Gerusalemme sono scoppiati incidenti fra polizia e giovani palestinesi nei quartieri arabi. In un post su Facebook l’altro ieri il giovane assassino pa-lestinese, che studiava legge alla Al Quds University, aveva scritto che «la terza Intifada è già iniziata». Hamas da Gaza non ha rivendicato l’azione ma ha definito l’attacco «un gesto eroico», lodando chiunque «colpisca soldati e coloni israeliani». Dalla Striscia ieri sera è stato sparato anche un razzo contro Israele che è caduto in un campo agricolo appena oltre il confine.
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