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La Stampa Rassegna Stampa
03.10.2015 Putin comanda e Obama 'avverte': ecco la politica estera americana
Analisi di Maurizio Molinari

Testata: La Stampa
Data: 03 ottobre 2015
Pagina: 9
Autore: Maurizio Molinari
Titolo: «L'avvertimento di Obama a Putin»

Riprendiamo dalla STAMPA di oggi, 03/10/2015, a pag.9, con il titolo " L'avvertimento di Obama a Putin ", l'analisi di Maurizio Molinari.

Putin si comporta da boss e Obama 'avverte'. Ecco la politica estera americana.

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Maurizio Molinari               Obama 'avverte', ma Putin non fa una piega

«Mosca fermi i raid»: sette Paesi leader della coalizione antiIsis chiedono al Cremlino di sospendere le operazioni militari in Siria e la risposta arriva con la terza giornata di raid dei cacciabombardieri russi nelle province di Aleppo, Hama, Idlib e Raqqa. Il testo congiunto di Francia, Germania, Qatar, Arabia Saudita, Turchia, Gran Bretagna e Stati Uniti costituisce la prima reazione formale della coalizione anti-Isis all’intervento russo. «Esprimiamo preoccupazione per lo schieramento di truppe russe in Siria e per gli attacchi  condotti dall’aviazione russa recita il documento - perché hanno causato vittime civili senza colpire Isis» si tratta dunque di «azioni che portano all’escalation e determinano un aumento di estremismo». Da qui la richiesta di «cessare gli attacchi contro l’opposizione siriana concentrandosi nella lotta a Isis». Concetto ribadito dal presidente americano Barack Obama in serata: «La soluzione militare russa non può funzionare, favorisce l’Isis. Serve una transizione politica e Assad non può restare al potere». Sono contenuti che sposano le posizioni delle capitali più ostili ai raid russi - Riad, Ankara e Parigi - che il presidente francese François Hollande ha personalmente ribadito ieri a Vladimir Putin nel summit di Parigi su Siria e Ucraina a cui hanno partecipato anche i leader tedesco e ucraino. «I raid vanno fatti solo contro Isis» ha chiesto Hollande a Putin, spalleggiato da Angela Merkel secondo qui «la soluzione militare non basta». Era stato il ministro degli Esteri saudita, Adel Al Jubeir, a imputare ai raid russi di «aiutare Isis e Al Qaeda a reclutare» estremisti. Le minacce del califfo Il ruolo di rilievo di Riad nell’opposizione ai raid russi si spiega con il fatto che la maggioranza degli obiettivi finora colpiti appartengono a gruppi ribelli - come l’Esercito della Conquista sostenuti da sauditi e turchi. La replica del Cremlino è sprezzante: «Abbiamo grandi sospetti sull’origine di tale richiesta» afferma Vladimir Cizhov, ambasciatore all’Ue. I comandi di Mosca ieri hanno per la prima volta eseguito raid contro lo Stato Islamico di Abu Bakr al-Baghdadi. Almeno 14 gli obiettivi colpiti, inclusi un campo di addestramento a Maadan Jadid, posti di comando a Kasrat Faraj e Idlib, e postazioni a Qaryatain, dove i jihadisti detengono ostaggi cristiani. Almeno 12 miliziani ha cancellato la Il Califfato preghiera del venerdì in quattro moschee di Raqqa per timore di possibili raid degli aerei russi contro i fedeli riuniti nei luoghi di culto. Nell’editto emesso dall’Isis si legge: «L’esercito russo ha già preso di mira le moschee della città di Homs e perciò dobbiamo prendere le misure necessarie per la salvaguardia di tu tti». Niente preghiere del venerdì obiettivi Le forze aeree russe hanno eseguito 14 voli in Siria, compiendo sei bombardamenti su obiettivi dello Stato islamico. Lo ha riferito il portavoce del ministero della Difesa russo Igor Konashenkov 14 miliziani Almeno 12 miliziani dell’Isis sarebbero stati uccisi nei raid compiuti dai jet di Mosca. Il governo russo ha annunciato anche che i raid dureranno 3-4 mesi 12 di Isis sarebbero stati uccisi e la risposta del Califfo è minacciare via web l’incendio di Mosca: promette «Morte a Putin» aggiungendo «Stiamo arrivando» sullo sfondo della Cattedrale di San Basilio, sulla Piazza Rossa, in fiamme. Abdallah al-Muhaysini, predicatore di Al Nusra affiliata ad Al Qaeda, promette di «trasformare la Siria in un nuovo cimitero russo come l’Afghanistan». I raid contro Isis non impediscono a Laurent Fabius, ministro degli Esteri francese, di rimpro- verare ai russi di «aver finora colpito soprattutto l’opposizione moderata» sfruttando «la formula della guerra al terrorismo per mantenere in sella il regime di Assad». Damasco più sicura di sé È in questa atmosfera che i comandi russi e della coalizione si sono parlati - in videoconferenza - tentando di evitare sovrapposizioni. Mosca resta comunque all’offensiva, prevede «altri 3-4 mesi di raid». Il ministro degli Esteri siriano, Walid Mual- lem, dal podio dell’Onu, accusa «Paesi arabi e occidentali di sostenere gruppi terroristi» rendendo evidente come la guerra civile si sta trasformando in confronto fra potenze sugli opposti fronti. È una cornice che complica gli sforzi di Staffan De Mistura, inviato Onu, per far partire un nuovo round di colloqui di pace a Ginevra che Mosca vorrebbe far coincidere con la nascita di un Gruppo di Contatto. Muallem assicura che a «Ginevra III» la Siria ci sarà, resta da vedere cosa decideranno i ribelli.

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