Riprendiamo dall' ESPRESSO di oggi, 02/10/2015, a pag. 147, con il titolo "Da Mosč a Manhattan", la recensione di Giuseppe Berta a "Storia degli ebrei", di Michel Abitbol.
La copertina
Il grande storico francese Fernand Braudel scrisse che gli ebrei erano - 'come tante goccioline d'olio sulle acque profonde delle altre civiltą' - a testimoniare la diffusione della loro presenza e, insieme, la specificitą inconfondibile di quest'ultima. Giustamente l'orientalista Michel Abitbol pone la citazione di Braudel all'epilogo della sua coraggiosa impresa, che ripercorre la vicenda degli ebrei nel mondo ("Storia degli ebrei. Dalle origini ai giorni nostri", Einaudi, pp. 809, 40 euro).
Un compito immane, che Abitbol riesce perņ a portare a termine, fornendoci una mappa cronologica dell'universo ebraico, con la sua geografia cangiante. E' uno sforzo che consente di seguire le fasi di espansione e contrazione dell'ebraismo in uno spazio storico e culturale, a partire da flussi in perenne movimento.
L'itinerario degli ebrei concorre a plasmare identitą e civiltą, come avviene, per esempio, col loro radicamento nella penisola iberica, che darą luogo al fenomeno dei marrani, una delle forme pił singolari assunte dalla presenza ebraica. Si dipanerą poi in altre realtą emblematiche, come l'Olanda del XVII secolo, dove gli ebrei troveranno una sorta di terra d'elezione, fondamentale per la loro emancipazione.
Abitbol mostra come la grande espansione demografica degli ebrei alla fine dell'Ottocento, quando sarą pił forte la spinta all'integrazione, sia alla base dell'antisemitismo, che cresce come reazione ad essa. La Grande Guerra aprirą la strada alla catastrofe della Shoah e al sovvertimento delle radici ebraiche della civiltą, prodromo della situazione odierna, che vede in Israele e in New York i due poli dell'ebraismo contemporaneo.
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