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Avvenire Rassegna Stampa
29.09.2015 Avvenire ignora le stragi di cristiani nel mondo islamico e attacca Israele
Il solito doppiopesismo del quotidiano dei vescovi

Testata: Avvenire
Data: 29 settembre 2015
Pagina: 16
Autore: la redazione
Titolo: «Trovato l'accordo: riaprono le scuole cristiane»

Riprendiamo da AVVENIRE di oggi, 29/09/2015, a pag. 16, la breve "Trovato l'accordo: riaprono le scuole cristiane".

Nel mondo arabo e islamico i cristiani vengono perseguitati, cacciati, convertiti a forza, uccisi. E infatti le antichissime comunità cristiane insediate da millenni in quelle regioni stanno scomparendo. In Israele, invece, i cristiani sono sempre più numerosi e godono di condizioni economiche e di un'istruzione superiori alla media.
Avvenire, però, sceglie di trascurare le persecuzioni di cristiani nel mondo islamico e di attaccare l'unico paese dell'intera regione in cui i cristiani godono di piena libertà di culto, Israele.
Il governo israeliano ha deciso di finanziare le scuole che dipendono dal Vaticano, dopo le continue pressioni. Israele come in Italia, verrebbe da dire. E, visto il successo, perchè lo stesso trattamento non viene richiesto ai governi dei paesi arabo-musulmani ? Ah, dimenticavamo, lì sono previste solo le buone maniere... non sono mica Israele !

Ecco l'articolo:

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Cristiani israeliani che sostengono il proprio Paese, lo Stato di Israele (al centro, Padre Gabriel Naddaf, che nè Avvenire nè Osservatore Romano hanno mai ritenuto degno di una intervista)

L'Ufficio delle scuole cristiane in Terra Santa e il ministero dell’Educazione israeliano hanno trovato la via per uscire dal contenzioso che li contrappone da mesi. Così, dopo tre settimane di sciopero e di mobilitazione, le 47 scuole cristiane operanti nello Stato di Israele ieri hanno finalmente aperto le porte ai loro 33mila studenti e hanno dato inizio alle lezioni del nuovo anno scolastico.

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Soldati cristiani israeliani: perché Avvenire non ne parla mai?

Lo hanno riferito fonti ufficiali del Patriarcato latino di Gerusalemme riprese dall’agenzia Fides. Nelle scorse settimane, gli alunni delle scuole cristiane, insieme ai propri genitori e agli insegnanti, avevano organizzato anche manifestazioni di piazza per denunciare il taglio massiccio dei contributi statali imposto negli ultimi due anni da parte del governo d’Israele. La scorsa settimana, alcune proposte erano state presentate dal governo all’Ufficio delle scuole cristiane, che le ha accettate. L’accodo prevede l’attribuzione alle scuole cristiane di un primo contributo di 50 milioni di shekel – pari a quasi 11 milioni e 350mila euro – per il primo trimestre dell’anno scolastico 2015-2016. Poi verrà creato un nuovo organismo per il negoziato.

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lettere@avvenire.it

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