Islanda: riemerge con il boicottaggio l’anti-semitismo
Analisi di Manfred Gerstenfeld
(Traduzione di Angelo Pezzana)
Il movimento antisemita BDS
Quanto è avvenuto di recente in Islanda aiuta a capire la lunga storia dell’anti-semitismo di questo paese. La sinistra, che guida il Consiglio municipale della capitale Reykjavik, ha deciso il boicottaggio di tutti prodotti di provenienza israeliana. Viste le proteste, il sindaco ha deciso che verranno boicottati soltanto quelli che arrivano dai territori contesi.
Ma c’è altro, ogni anno, durante i giorni di Quaresima prima della Pasqua, i cittadini islandesi ascoltano una pesante dose di inni colmi di odio e derisione verso gli ebrei, trasmessi dalla radio di Stato, inni composti nel 17° secolo da un prete cristiano islandese, tale Hallgrimur Pétturson, poeta e odiatore di ebrei, molti anni prima che in Islanda ci fosse un ebreo.Una lunga tradizione che dimostra come l’Islanda non abbia imparato nulla dopo la Shoah. Nel 2012, dopo che ebbi informato il Centro Simon Wiesenthal di questa pratica odiosa, Marvin Hier e Abraham Cooper, i due rabbini alla guida del Centro, scrissero al direttore generale della Radio-TV islandese, Pall Magnusson, segnalando come in quelle strofe ci fossero più di 50 riferimenti agli ebrei, tutti negativi. Aggiunsero anche che in Islanda è considerato un grande onore essere invitati a quel programma. Fra coloroche hanno accettato, dopo aver ricevuto questo onore, c’era anche il presidente dell’Islanda. Quelle che seguono sono alcuni esempi di calunnie anti-semite contenute negli inni:
La richiesta della crocifissione
I leader ebrei tutto decidono
Gesù deve essere crocifisso
Il Principe della Vita deve essere la preda
L’assassino messo in libertà
Cristo portato nella Sala del Giudizio
Gli ebrei fra la folla urlano
crocifiggetelo, gridano
con odio reclamano
"deve essere crocifisso!"
Le sante leggi di Mosè
gli ebrei qui non le applicano,
espongono i loro inganni,
il loro odio e il loro orgoglio
La bandiera islandese
La lettera che denunciava gli inni anti-semiti non ricevette risposta. Per quanto riguarda il recente boicottaggio, il Centro Simon Wiesenthal ha invitato gli ebrei a non mettere più piede in Islanda, così come è stata ancora più dura la reazione di Ronald Lauder, presidente del Congresso Mondiale Ebraico. Il rabbino Cooper ha dichiarato “ quando i leader di una capitale approvano una legge anti-semita e anti-Israele di questa portata, tutti gli ebrei non devono più mettervi piede”. L’anti-semitismo islandese si è manifestato anche in un'altra occasione, ha denunciato il Centro Simon Wiesenthal, riguardava il criminale nazista Evald Mikson. Alla fine degli anni ’80, Efraim Zuroff, direttore della sede israeliana del Centro Wiesenthal, denunciò Mikson per avere partecipato allo sterminio di ebrei nella sua nativa Estonia. Mikson trovò un accogliente rifugio in Islanda, dove suo figlio giocava nella squadra nazionale di calcio. Zuroff collegò la sua iniziativa dopo aver visto come i media islandesi attaccavano Israele. Mikson però morì dieci anni dopo la denuncia di Zuroff, proprio quando il governo estone aveva nominato una Commissione per investigare quei crimini di guerra, un lavoro che rivelò come Mikson avesse veramente partecipato a quelle atrocità. In quegli anni, durante un dibattito in parlamento sul caso Mikson, molti deputati islandesi cominciarono a interessarsi alla politica mediorientale e a Israele. Uno di questi fu Olafur Grimsson, allora leader del partito di sinistra “Alleanza Popolare”, che condannò la guerra di Israele nel sud del Libano e l’eliminazione del leader di Hezbollah Abbas Musawi. Grimsson venne poi eletto presidente dell’Islanda dal 1996. Fatto curioso, nel 2003 Grimsson si sposò con una ebrea.
L’attuale boicottaggio di Israele è stato proposto dal partito “Alleanza Sociale Democratica”. In quanto parte della coalizione di governo, nel 2011 ha sostenuto la richiesta dei palestinesi a un loro stato alla prossima Assemblea Generale dell’Onu. Ossur Skarphedinsson, del Partito Socialdemocratico, già Ministro degli Esteri, è noto per il continuo disprezzo verso Israele. Durante la prima flotilla per Gaza, alcuni deputati chiesero di imporre sanzioni a Israele, rischiando l'interruzione le relazioni diplomatiche. A Yuli Tamir, ministro del governo d’Israele e inviato in Europa durante l’operazione “Cast Lead” venne rifiutato l’ingresso in Islanda. Altra iniziativa anti-semita fu la vergognosa decisione nel 2005 di offrire la cittadinanza al campione di scacchi Bobby Fischer, fanatico anti-semita di origine ebraica, che in quel periodo era in prigione in Giappone e in attesa di essere espulso negli Usa.
Vilhjàlmur Orn Vilhjàlmsson, un esperto di storia ebraica e anti-semitismo in Islanda, ha scritto che molti membri dellle Waffen SS erano islandesi, servirono la Germania nazista e operarono nei campi di sterminio. Dopo la guerra – ha scritto – ex membri del partito nazista islandese, trovarono subito “ posizioni altolocate nella società, tra cui due capi della polizia, un direttore di banca e diversi dottori”. Vilhjálmsson racconta anche della deportazione nel 1938 di un rifugiato ebreo tedesco primo di ogni mezzo. Le autorità islandesi si offrirono di pagare il costo della sua espulsione nella Germania nazista nel caso in cui la Danimarca l’avesse respinto.
Nel 1997 si vennero a sapere di altri casi simili, ma in Islanda la cosa non fece notizia. In base a queste considerazioni, si può solo sperare che il governo islandese si sia dissociato dal boicottaggio, se questo avverrà, il Centro Wiesenthal mantenga l’invito a non andare più in Islanda, fin tanto che verranno mandate in onda quelle trasmissioni con gli inni anti-semiti.
Note
“Wiesenthal Center tells Jews not to go to Reykjavik,” Times of Israel, 18 September 2015.
Manfred Gerstenfeld, “Iceland against Israel,” Ynetnews, 18 July 2011.
Sarah Lyall, “Iceland Granting Citizenship to Bobby Fischer, Held in Japan,”New York Times, 22 March 2005.
Vilhjálmur Örn Vilhjálmsson, “Iceland, the Jews, and Anti-Semitism 1625-2004,” in Manfred Gerstenfeld (ed.) Behind the Humanitarian Mask. The Nordic Countries, Israel and the Jews (Jerusalem, Jerusalem Center for Public Affairs and Friends of Simon Wiesenthal Center for Holocaust Studies, 2008) 219-239.
Manfred Gerstenfeld è stato presidente per 12 anni del Consiglio di Amministrazione del Jerusalem Center for Public Affairs. Collabora con Informazione Corretta. E' appena uscito il suo nuovo libro "The war of a million cuts" (in inglese). E' una analisi di come ebrei e Israele sono delegittimati e come farvi fronte.