Riprendiamo dal DOLE24ORE/DOMENICA di oggi, 20/09/2015, a pag.21, con il titolo " Piccolo tour nel ghetto di Roma ", la recensione di Giulio Busi al libro di Micol Ferrara " Dentro e fuori dal Ghetto", pubblicato da Mondadori.
Giulio Busi La copertina
Edifici alti alti, scale e rampe, per muoversi in verticale e in orizzontale. E poi aree laterali, ingressi fluidi, attraverso cui entrare, uscire, magari stordirsi fino a non sapere più dove si è. Non è un’architettura immaginaria, a metà tra incubo e utopia, ma il ghetto di Roma, ricostruito da Micol Ferrara sulla base di carte antiche e documenti d’archivio. Città nella città, voluta da papa Paolo IV nel 1555, questa area di dimora coatta per gli ebrei fu distrutta dal risanamento edilizio di fine Ottocento. Carte alla mano, la struttura abitativa si rivela più complessa di quanto si potesse immaginare. Con il Tevere che la faceva da padrone, e allagava spesso e volentieri pian terreni e strade. Con dimore affollate, che s’arrampicavano verso il cielo, fino al settimo piano. Con ballatoi e passaggi, che univano i diversi edifici in un labirinto di promiscuità e di affetti, il ghetto romano fu mirabile macchina comunitaria e identitaria. Commerci, studi, scuole, omelie rabbiniche e prediche di apologeti cristiani, cui gli ebrei erano costretti ad assistere, tutto doveva trovar posto lì, entro un recinto così stretto che ci si viveva a stento. Eppure, per oltre tre secoli, gli ebrei dell’Urbe ce la fecero, ad adattarsi e a difendersi. Tutt’attorno, la grande città, orgogliosa, di marmo e di miserie. Dentro, poca luce, parecchi affanni, e ancor più storia.
Micol Ferrara, Dentro e fuori dal ghetto. I luoghi della presenza ebraica a Roma tra XVI e XIX secolo, Mondadori, Milano, pagg.140, € 20
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