Riprendiamo da SETTE di oggi, 18/09/2015, a pag. 50, con il titolo "Non detenuti, ma lettori", il commento di Stefano M. Torelli.
Nell'articolo che riproponiamo di seguito, Stefano M. Torelli racconta un episodio accaduto in Iran. Quello che invece trascura, è il contesto di negazione dei diritti individuali vigente nel regime degli ayatollah. Il pezzo, quindi, si risolve in un'assoluzione complessiva della feroce dittatura clericale sciita in marcia verso l'arma nucleare.
Ecco l'articolo:
Stefano M. Torelli
L'Iran si conferma Paese dalla doppia personalità e dalle mille sfaccettature. E così, se da un lato Teheran è sotto accusa dalle più importanti associazioni intemazionali per la difesa dei diritti umani per il suo sistematico ricorso alla pena capitale (l'Iran è il secondo Paese al mondo per condannati, dietro la Cina), dall'altro è protagonista di storie come quella del giudice Qassem Naqi-Zadeh, che ha emesso una sentenza a suo modo storica, decidendo che le pene carcerarie per i ragazzi che hanno commesso reati minori e non hanno un querelatore privato debbano essere sospese.
L'applicazione della pena di morte nel mondo nel 2013
Al loro posto, la pena è presto detta: comprare 5 libri in attesa del processo, leggerli e presentare alla Corte un riassunto. In questo modo si cerca di risolvere anche l'annoso problema del sovraffollamento delle carceri, soprattutto per le persone che sono in prigione in attesa del processo, un quarto dei detenuti. Una decisione subito encomiata dalle stesse autorità iraniane e che potrebbe essere seguita da altre analoghe. Quando si dice che la criminalità si combatte con la cultura.
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