IC7 - Il commento di Dimitri Buffa
Dal 6 al 12 settembre 2015
Stella gialla sui prodotti israeliani
BDS e nazismo: stesso obiettivo, stessa tattica
Una settimana contraddistinta dalle sterili polemiche di Haaretz contro il premier Netanyahu (e dai riverberi sulle comunità italiane) non poteva che finire come è finita quella appena trascorsa: con una incredibile decisione del parlamento della Ue di marchiare i prodotti israeliani di Giudea e Samaria come fossero sterco del diavolo. Due anni fa quando colei che precedette la Mogherini come lady Pesc, Catherine Ashton, iniziò il lungo cammino di questa scellerata proposta, venne a Bruxelles addirittura una delegazione dell’Anp pregando la stessa Ashton di non coltivarla. Tre delegati mandati da Abu Mazen in maniera informale che fecero presente in via riservatissima alla Ashton che era meglio lasciare perdere per le possibili ricadute negative sui palestinesi in termini occupazionali.
Il boicottaggio nazista degli esercizi di proprietà ebraica
Ma quando c’è di mezzo l’ideologia anti-israeliana la Ue ha spesso dimostrato di non volersi fermare: così adesso è stata la Mogherini a continuare sul solco aperto da lady Ashton portando a casa questo bel risultato. Era dai tempi della Germania hitleriana che le manifatture e i prodotti agricoli degli ebrei non ricevevano un simile marchio d’infamia. Adesso ci ha pensato il parlamento europeo, con 525 voti a 70, a macchiarsi di questa stupida infamia ideologica, oltretutto perpetrata contro lo stesso parere dei palestinesi. Che lavorano a migliaia nelle aziende agricole dei cosiddetti coloni in Giudea e Samaria.
La proposta, portata a termine da Federica Mogherini, era stata ereditata dalla sua collega Catharine Ashton, è infatti un cavallo di battaglia degli attivisti del BDS movement, “boycott, disinvestment and sanctions”, gente per lo più dell'ultrasinistra europea che porta avanti da anni una campagna di boicottaggio verso tutti i prodotti israeliani. E anche verso i professori universitari ebrei. Cosa che fa gridare il governo di Gerusalemme all’antisemitismo mascherato. Il voto del parlamento europeo risale a giovedì e ne dava notizia entusiasta il sito de “il manifesto”, giornale sempre pregiudizialmente anti-israeliano.
Il paradosso di tutto però, come si accennava, è che i tremila lavoratori palestinesi assorbiti nell’agricoltura della Giudea e della Samaria, con questo scherzetto rischiano di rimetterci il posto. Specie se la campagna del Bds, coniugata con le etichette dissuasive della Ue, facesse crollare il mercato dei datteri e degli altri prodotti agricoli israeliani che provengono da Giudea e Samaria. Ad aprile l’ex ministro degli esteri Avigdor Liebermann, quando fu calendarizzata la cosa al parlamento della Ue, ironizzò dicendo che già che c’erano i funzionari della Ue “potrebbero metterci sopra una stella gialla”.
Dimitri Buffa, giornalista