Riprendiamo dalla STAMPA di oggi, 13/09/2015, a pag.35, con il titolo " Contropiede e tiri da vicino, ecco Israele ' serve pazienza, è la nostra occasione' ", la cronaca di Giorgio Viberti.
Giorgio Viberti
Inviato a Lilla- Chi perde torna a casa. Negli ottavi senza appello gli azzurri affrontano Israele (18,30 SkySport3), una rivale indecifrabile, di scuola americana ma grinta europea, con caratteristiche pressoché uniche, e davvero insidiose. Luca Dalmonte, vice del ct azzurro Simone Pianigiani, ha studiato gli avversari. E non si fida.
II vice ct Dalmonte
Israele corre e lotta per tutta la partita, anche se non ha molti cambi, anzi. E non molla mai. «La loro prima opzione offensiva è il contropiede - dice Dal-monte -, se non riesce fanno molto 1 contro 1 e back door, cioè tagli nascosti per ricevere l'assist vicino a canestro. Giocano molto larghi, lasciando spazi per le entrate anche partendo dalle tacche dell'area». Cosi riescono a trovare spesso tiri da vicino, quindi con alta percentuale di realizzazione. Eppure nelle classifiche di squadra sono primi nel tiro da tre. «Ma solo perché ne fanno pochissimi, 10 a partita, un'altra aticipità visto che sempre più Nazionali privilegiano il tiro da lontano». Non a caso Israele è la prima squadra di questo Europeo per i tiri tentati da due, circa 50 a partita, 35 dei quali addirittura da dentro l'area. «Facile da spiegare: sono frutto dei contropiede e delle entrate, in cui sono maestri».
Due big e una star: Casspi
Il miglior marcatore è Omri Caspi, ala, futuro compagno di Belinelli a Sacramento (Nba): 18,5 punti di media. Per Israele è quasi indispensabile, tanto che finora è il giocatore più impiegato in assoluto degli Europei. Poi ci sono Gal Mekel (14,8 punti di media), play, e Lior Eliyahu (14), ala forte. «Fanno quasi tutto quei tre: il '75% dei tiri, dei punti e dei falli subiti. Nei primi 5 entrano anche D'or Fisher, centro, e Ravie Limonad, guardia, il meno talentuoso del quintetto». I rincalzi sono Yogev Ohayon in regia e Elishay Kadir, ala. Poi basta: gli altri fanno solo numero.
Come impostare il match
I precedenti sono favorevoli: 38 confronti diretti e 29 vinti dall'Italia (15 su 18 nelle fasi finali degli Europei). I riferimenti più recenti però testimoniano della crescita di Israele, che ha battuto gli azzurri 95-96 nell'Europeo 2011, l'ultima sfida che contava, e 74-78 in amichevole nel 2013. «E in due anni loro sono ancora migliorati. Sono solidi, insidiosi e mai convenzionali. Anche in difesa sono atipici, cambiano sempre l'uomo, rompono il ritmo e poi si chiudono a bunker in area». La panchina corta consiglierebbe di lavorarli ai fianchi per logorarli. «Ma con pazienza, adattandoci con lucidità al loro basket diverso. Sulla carta abbiamo qualcosa in più, però bisogna dimostrarlo. La sconfitta contro la Turchia e le difficoltà con l'Islanda hanno scosso gli azzurri. Sanno che è la loro grande occasione. Ma dovranno pensare che non c'è ieri né domani, soltanto l'oggi».
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