Riprendiamo dalla STAMPA di oggi, 12/09/2015, a pag.7, con il titolo " L'Isis sa produrre armi chimiche. L'allarme degli esperti americani ", l'analisi di Maurizio Molinari.
Maurizio Molinari
I jihadisti dello Stato Islamico (Isis) possiedono armi chimiche e, soprattutto, sono in grado di produrle: ad affermarlo sono alti funzionari degli Stati Uniti alla tv Bbc, sulla base delle informazioni raccolte durante le indagini su quattro recenti attacchi con i gas messi a segno dai seguaci del Califfo Abu Bakr al Baghdadi. «Hanno usato gas mostarda e lo hanno fatto tanto in Iraq che in Siria» aggiungono le fonti Usa, spiegando che «lo strumento scelto sono stati proiettili di artiglieria o colpi di mortaio» lanciati in almeno un’occasione contro contingenti di truppe curde-irachene.
È stato in particolare il generale Usa Kevin Killea a confermare l’uso di gas da parte di Isis contro una postazione dei peshmerga curdi in Nord Iraq. Le indagini svolte su tali episodi ha portato ad accertare che «Isis ha creato una cellula che cerca le armi chimiche ed è impegnata nella loro produzione ». Il gas mostarda «non è difficile da trovare e si può adoperare con relativa facilità» e poiché Washington ritiene «improbabile » che sia stato trovato in Iraq, dove le forze del Pentagono hanno setacciato il territorio per anni cercando invano armi proibite, gli scenari sono due, «entrambi giudicati credibili». A descrivere il primo è Hamish de Bretton Gordon, esperto di armi chimiche per il governo britannico, secondo cui «siamo in molti a ritenere che almeno 200 tonnellate di gas mostarda del regime di Assad manchino all’appello dalla dichiarazione sulle armi chimiche fatta da Damasco nel 2013» e dunque potrebbero essere state «rubate, catturare o acquistate illegalmente da gruppi terroristici. Il secondo scenario, ritenuto più credibile dalle fonti Usa, è che l’apposita cellula creata da Isis «sia riuscita a produrlo in proprio» aggiungendo così una nuova capacitàmilitare al Califfato jihadista. In coincidenza con tali rivelazioni la Russia ha tolto il veto sulla decisione del Consiglio di Sicurezza dell’Onu di nominare un team di tre esperti per indagare sul «recente uso di armi chimiche in Siria». Il Consiglio di Sicurezza dell’Onu aveva adottato una risoluzione in favore di tale inchiesta il 7 agosto ma da quel momento il processo di selezione del team era stato ostacolato da Mosca, che ha il potere di veto assieme a Usa, Cina, Gran Bretagna e Francia. Sì russo alle ispezioni Il passo indietro del Cremlino è arrivato in cambio dell’impegno da parte di Ban Ki-moon, segretario generale delle Nazioni Unite, che i tre esperti di disarmo chimico «agiranno in consultazione con il governo di Damasco» ovvero il regime di Bashar al Assad. «L’Occidente è contro di noi in maniera irrazionale - lamenta Omran al Zoubi, ministro dell’Informazione siriana - dovrebbero prendere atto che siamo gli unici a batterci contro Isis».
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