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La Stampa Rassegna Stampa
11.09.2015 Siria: interviene la Russia di Putin per salvare Assad
Analisi di Maurizio Molinari

Testata: La Stampa
Data: 11 settembre 2015
Pagina: 2
Autore: Maurizio Molinari
Titolo: «Elicotteri e ufficiali: il blitz russo per salvare Damasco dall'assedio»

Riprendiamo dalla STAMPA di oggi, 11/09/2015, a pag. 2, con il titolo "Elicotteri e ufficiali: il blitz russo per salvare Damasco dall'assedio", l'analisi di Maurizio Molinari.

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Maurizio Molinari

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La Russia invia armi e uomini al sanguinario dittatore Assad: "La Russia sostiene il vostro continuo 'dialogo' con la popolazione siriana"

Blindati russi in azione con le insegne siriane e ufficiali dei «Marines» del Mar Nero che gridano ordini in russo: è la tv di Damasco a trasmettere le immagini della partecipazione attiva di militari del Cremlino ai combattimenti «contro i terroristi». Per il regime di Bashar Assad sono fotogrammi utili a risollevare il morale di truppe indebolite e assediate, che assistono al ponte aereo da Mosca e Teheran come l’ultima opportunità per salvare il regime. Satelliti e droni di Tzahal osservano quanto avviene e il ministro della Difesa israeliano, Moshe Yaalon, parla di «arrivo di aerei da combattimento, elicotteri e team russi a Latakia» mentre Teheran fa affluire «centinaia di soldati a Damasco».

Gli obiettivi di Mosca
L’intento di Mosca, spiega il ministro israeliano, è «usare l’aviazione per consentire alle truppe siriane di riconquistare terreno perduto». Gli ufficiali della fanteria navale russa - i «Marines» del reggimento del Mar Nero, già impiegati in Crimea - devono aiutare i siriani «a far funzionare tank e artiglieria» e a guidare la riconquista di territorio a ridosso della costa alawita, ovvero la provincia di Idlib del tutto in mano alle milizie islamiche - di cui fa parte anche Al Nusra - dopo la cattura della base aerea di Abu Al-Buhur. A Damasco invece iraniani ed Hezbollah assumono la difesa dei centri del regime minacciati dai jihadisti dello Stato Islamico (Isis). «Vladimir Putin e Qassem Soleimani, leader della Forza Al Qods dei pasdaran, hanno siglato l’accordo per fermare l’avanzata di Isis - aggiungono fonti militari israeliane - ma è impresa difficile perché Isis è vicina a Damasco». Il ponte aereo del Cremlino procede a pieno regime. Maxim Suslov, portavoce dell’ambasciata russa a Teheran, fa sapere che «l’Iran ha aperto i cieli ai nostri aerei fino al 24 settembre». Alcuni aerei russi volano però anche sull’Europa: è il caso dell’Ilyushin, codice di volo RA-86496, che sorvola Bielorussia, Polonia, Slovacchia, Ungheria, Serbia, Macedonia, Grecia e Cipro prima di atterrare a Latakia.

L’Occidente
L’Alleanza Atlantica segue da vicino le operazioni e con il Segretario generale, Jens Stoltenberg, esprime «preoccupazione per la presenza militare russa in Siria perché non aiuta la soluzione del conflitto». Il Segretario di Stato Usa, John Kerry, chiama - per la terza volta in pochi giorni - il collega russo Sergei Lavrov esprimendogli tali timori. E Lavrov risponde così: «I nostri sono voli umanitari che trasportano anche materiale militare». Dmitry Peskov, portavoce del Cremlino, parla di «sostegno alle forze siriane contro Isis» senza escludere «ulteriori passi» ma assicurando: «Non partecipiamo a combattimenti». Abu Zalem, responsabile militare di Hezbollah a Beirut, aggiunge: «In Siria combattiamo noi, non ci servono truppe altrui ma strateghi». Peskov li definisce «specialisti militari» e fonti libanesi spiegano che «gestiranno posti di controllo a Est di Latakia» a ridosso delle linee ribelli nella provincia di Idlib. Non a caso Al Qaeda rende pubblico un audio del leader Ayman al-Zawahiri che, pur ribadendo l’ostilità all’Isis, afferma «se fossi in Siria ed Iraq combatterei con loro contro crociati, laicisti e sciiti». Suggerendo una possibile patto contro l’asse Mosca-Teheran. Lo scenario di un conflitto coi jihadisti fa scrivere al «Moscow Times»: «Dall’avventura in Afghanistan, i nostri cittadini sono contrari a interventi all’estero per la difesa di valori altrui».

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