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Il Tempo Rassegna Stampa
10.09.2015 Monaco '72, terrore olimpico: Abu Mazen il mandante
Commento di Dimitri Buffa

Testata: Il Tempo
Data: 10 settembre 2015
Pagina: 28
Autore: Dimitri Buffa
Titolo: «Strage di Monaco, terrore olimpico»

Riprendiamo dal TEMPO, con il titolo "Strage di Monaco, terrore olimpico", il commento di Dimitri Buffa.

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Dimitri Buffa

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Le vittime di Monaco '72

Erano le 4 del mattino di un 5 settembre di cinquantatre anni or sono quando otto membri di un commando dei terroristi palestinesi di Settembre nero penetrarono dentro il villaggio olimpico di Monaco. Quel giorno undici atleti israeliani sarebbero stati trucidati come cani alla fine di alcune ore di trattative e di speranze naufragate nell’imperizia dei servizi di sicurezza tedeschi.

Erano le prime olimpiadi nella Germania dopo la fine della seconda guerra mondiale, a trentasei anni da quelle tenutesi a Berlino nel 1936 che avevano invece visto celebrare i fasti del potere nazista. Con Hitler che si rifiutò di stringere la mano al nero statunitense Jesse Owens dopo che questi vinse la gara dei 100 metri battendo i contendenti della pretesa super razza germanica oltre che il record del mondo dell’epoca. Quelle in Germania nel 1972 furono invece le Olimpiadi più ricche di atleti e nazioni fino ad allora svolte, ben settemila in rappresentanza di 120 paesi. E dovevano servire per fare uscire la Germania dal ghetto di riprovazione dell’opinione pubblica mondiale (due anni dopo ci sarebbero stati anche i mondiali di calcio).

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Invece si trasformarono in un disastro che poi diede il via alle vendette del governo israeliano contro chi aveva organizzato l’attentato. Storia vera raccontata nel libro “Vengeance” di Jonas e poi messa su pellicola da Spielberg con il monumentale “Munich”. Quello che ancora oggi in molti fingono di ignorare su quel tragico 5 settembre ha implicazioni politiche e diplomatiche non di secondo piano: il pieno coinvolgimento dell’attuale dirigenza palestinese, Abu Mazen, nella logistica e nel finanziamento del tutto.

La dinamica dell’agguato fu poi ricostruita così: i terroristi dell’Olp aiutati a scavalcare la recinzione da un gruppo di atleti americani ubriachi e parzialmente inconsapevoli fecero irruzione nella palazzina degli atleti israeliani. Ne uccisero subito due (Moshe Weinberg, allenatore di lotta greco-romana, e Yossef Romano, specializzato nel sollevamento pesi, colpevoli di avere tentato di fermarli) e ne sequestrarono altri nove. Alle 5 del mattino iniziarono le trattative. I terroristi, con due fogli di carta lanciati dal balcone e raccolti da un poliziotto tedesco, chiesero la liberazione di 234 palestinesi prigionieri nelle carceri israeliane e di due terroristi tedeschi, e pretesero tre aerei per lasciare la Germania. La scadenza dell’ultimatum era fissata per quattro ore dopo, alle 9 del mattino.

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Uno dei terroristi palestinesi responsabili della strage

La Germania si ostinò a trattare mentre Israele con il premier Golda Meir si era offerta di mandare un commando per liberare i rapiti. Gli undici atleti, legati e messi su un elicottero, vennero trucidati senza pietà come si vede nelle scene più drammatiche di Munich. Solo qualche anno fa il Cio si è deciso a riconoscere gli atleti israeliani come vittime del terrorismo e a intitolare loro un monumento in mezzo al villaggio olimpico tedesco. Ecco i loro nomi: David Berger e Ze’ev Friedman che avevano tutti e due 28 anni, Yossef Romano, che ne aveva 31; Mark Slavin, 18enne, e Eliezer Halfin, 24 anni, lottatori; Amitzur Shapira, Kehat Shorr, André Spitzer, Moshe Weinberg, allenatori di atletica, tiro a segno, scherma, lotta; Yossef Gutfreund e Yakov Springer, arbitri di lotta e sollevamento pesi.

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Il mandante: 'l'angelo della pace'/'dittatore moderato' Abu Mazen

Fu il primo massacro di ebrei fatto in Germania dopo la fine del nazismo. Recentemente un gruppo di cittadini israeliani ha rivolto una petizione all’Onu per fare incriminare Abu Mazen come mandante e finanziatore di quella strage. Nella lettera si fa riferimento, da parte di Eliyahu Nissim, portavoce di quelli che hanno presentato la denuncia, anche a una circostanza ben precisa: “anni fa Ilana Romano, vedova di Yosef Romano, in una intervista a Yediot Aharonot, aveva detto di essere in possesso di un nastro nel quale Abbas ammette il suo coinvolgimento nella strage di Monaco e di essere colui che ha portato il denaro per finanziare l’azione terroristica dall’Arabia Saudita”. Inoltre Abu Mazen ancora nel 2010 commemorava nella West Bank, a Ramallah, la figura di Abu Daoud, l’organizzatore materiale dell’agguato, dipingendolo come un eroe della patria palestinese.

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