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La Stampa Rassegna Stampa
07.09.2015 L'unica donna con licenza da taxista nei territori di Abu Mazen
Commento di Maurizio Molinari

Testata: La Stampa
Data: 07 settembre 2015
Pagina: 13
Autore: Maurizio Molinari
Titolo: «La sfida di Nadia ai fondamentalisti viaggia in taxi»

Riprendiamo dalla STAMPA di oggi, 07/09/2015, a pag. 13, con il titolo "La sfida di Nadia ai fondamentalisti viaggia in taxi", il commento di Maurizio Molinari.

Il fatto che Nadia Ahmad sia l'unica donna a guidare un taxi nei territori amministrati dalla Autorità nazionale palestinese la dice lunga sulla limitazione ai diritti delle donne in quei territori.  Ma non si sono mai levate proteste !
Ecco l'articolo:

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Maurizio Molinari

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Nadia Ahmad

Ha vinto molte battaglie contro i pregiudizi e sfida ogni giorno i fondamentalisti ma la clientela non le manca, al punto da voler trasformare la propria attività in un business nazionale: è la storia di Nadia Ahmad, l’unica tassista-donna nei Territori palestinesi. Nata e cresciuta a Hebron, ha sempre amato le macchine ma da piccola non poteva dirlo perché erano «giocattoli per maschi» e divenuta adolescente ha continuato ad ascoltare in silenzio le conversazioni fra coetanei su motori, gomme e velocità. Memorizzando ogni dettaglio, che scriveva su un quaderno.

Ma una volta sposata, Nadia Ahmad ha avuto il sostegno del marito - un docente universitario - per coronare la propria passione: ha chiesto una licenza da tassista all’Autorità nazionale palestinese e, dopo aver passato ogni esame, due anni fa ha iniziato a lavorare. La reazione più negativa è venuta dalla famiglia d’origine che, tramite il fratello, ha minacciato di scomunicarla.

La determinazione
Per sei mesi ci ha pensato sopra, rinunciando a lavorare, ma poi ha scelto di sfidare tabù e minacce. Così ogni giorno, con velo fiorato in testa e jalabya fino ai piedi, sosta ai parcheggi per taxi di Hebron. Il lavoro abbonda perché molte donne preferiscono viaggiare con lei e non pochi uomini lo fanno senza troppe esitazioni.
Da qui la decisione di chiedere al governo palestinese l’autorizzazione a creare una società privata per dare vita ad una compagnia di taxi tutta al femminile: tassiste donne per passeggeri donne. Ha già reclutato sei donne, tutte titolari di licenza per taxi, e l’Associazione palestinese per i cambiamenti sociali (Adwar) si è detta pronta ad aiutarla nella raccolta del capitale necessario per partire.

Il progetto
Nadia Ahmad ha bene in mente ciò che vuole realizzare: «I taxi dovranno essere verdi, per differenziarsi dagli altri, le donne potranno chiamarli anche al telefono e su richiesta offriremo sedili per bambini, oggi introvabili». Puntando a coprire non solo Hebron ma anche le altri città palestinesi, da Ramallah a Betlemme fino a Jenin, inclusi i percorsi che le uniscono visto che il 20 per cento della forza lavoro palestinese è composta da donne. Il marito la sostiene a spada tratta, affermando di essere orgoglioso di una moglie «capace di smontare un motore» e anche la figlia di Nadia è stata contagiata dalla stessa passione: vive in Giordania e ha preso la licenza da tassista. La battaglia di Nadia fa notizia nelle città palestinesi e Nahid Abu Taima, docente di femminismo all’Università di Bir Zeit, afferma «donne come lei spianano la strada all’eguaglianza fra i sessi nella nostra società».

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