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La Stampa-Il Giornale Rassegna Stampa
03.09.2015 Antisemitismo via internet a Genova & carta di credito neo-nazi in Norvegia
cronaca di Tommaso Fregatti,Matteo Indice da Genova

Testata:La Stampa-Il Giornale
Autore: Tommaso Fregatti-Matteo Indice-Redazione
Titolo: «Mi piace, sul post antisemita. Denunciati dalla polizia per apologia del terrorismo-In Norvegia la carta di credito antisemita»

Due notizie, all'apparenza minori, che hanno invece un contenuto importante per capire quanto avviene nelle nostre società. Vedremo se quanto è accaduto a Genova farà comprendere l'enorme influenza che internet ha nella diffusione dell'antisemitismo. E l'urgenza di una legge che permetta di colpire davvero chi ne è responsabile. Riprendiamo l'articolo dalla STAMPA di oggi, 03/09/2015, a pag.16.
Diverso, ma non meno significativo, il caso della carta di credito VISA  emessa dalla più grande banca norvegese, la BND. Il fatto che poi sia stata ritirata con le scuse della banca non cancella quanto è accaduto. Il solo fatto che sia stato possibile è di una gravità assoluta. Riprendiamo il pezzo dal GIORNALE a pag.14. Dove viene descritto l'accaduto come uno 'scivolone', francamente una parola del tutto inadatta.

La Stampa-Tommaso Fregatti, Matteo Indice: " Mi piace, sul post antisemita. Denunciati dalla polizia per apologia del terrorismo"

 

Le sfumature del "Mi piace" su Facebook magari non saranno proprio 50, ma la loro interpretazione rappresenta un diletto permanente di blogger e social-commentatori. Per dire: quale sentimento ispira colui che piazza un "like" sotto la notizia di un omicidio? Evidentemente non lo apprezza, ma ne vuole soltanto rimarcare la (drammatica) importanza. A Genova succede però che un clic sul pollice all'insù collegato a un messaggio antisemita si trasformi in «apologia del terrorismo», faccia scattare denunce assortite e spinga i magistrati a organizzare un mini-summit per mettere qualche paletto: quanto e come sono applicabili, i dettami d'uno spesso vetusto codice penale, alla molto più liquida comunicazione via Fb? Alla Procura del capoluogo ligure hanno deciso di parlarne in via riservata stamattina - facendo tra l'altro il punto sulle possibilità d'indagini telematiche offerte dalle nuove norme antifondamentalismo - dopo che nei giorni scorsi la Polizia postale aveva denunciato un paio d'italiani e un tunisino residente nel nostro Paese. Il loro «mi piace» era scattato a un messaggio sulla pagina del «Fallaga Team», gruppo di hacker islamisti che ha furoreggiato online in vari paesi, soprattutto prima che un blitz della polizia tunisina ne smantellasse la probabile testa. E abbastanza, per essere ritenuti autori d'un reato? Oppure il medesimo «like» certifica solo la volontà di rimarcare l'importanza del contenuto, ed è troppo generico per meritare un'iscrizione al registro degli indagati?  Potrebbe diventare un caso-pilota, ma occorre tornare indietro di qualche settimana. II pm genovese Federico Manotti indaga su una serie di incursioni informatiche compiute dal «Fallaga» sugli spazi web d'un paio di comuni liguri (Torriglia in provincia di Genova e, più recentemente, Dolcedo nell'Imperiese) oltre che d'una società specializzata in prodotti informatici. Sono stati oscurati e riempiti con inviti a visionare video nei quali si vedrebbero abusi compiuti da «occidentali» su donne e bambini in Medio Oriente. Afferrando le prime tracce la Postale finisce su una pagina Face-book riconducibile al «Falla-ga»: controlla chi scrive, cosa, i commenti in particolare. E partendo dalle molte identità reali degli utenti che manifestano senza troppi fronzoli il proprio apprezzamento, decidono di concentrarsi su chi vive in Italia. Ecco allora che s'imbattono nella riproduzione d'un documento in cui l'ex dittatore iracheno Saddam Hussein dava ordine di sterminare centinaia di ebrei, rilanciato sempre dagli hacker. E soprattutto nei tre denunciati, tutti residenti nel centro-nord, che accompagnano la lettura con un «like». Per la polizia l'apprezzamento al groviglio di filo-fondamentalismo targato «Falla-ga», e di antisemitismo peculiare nel messaggio, basta a sostenere il reato di apologia del terrorismo. I neopuristi di Fb dicono che no, "mi piace" non vuol dire sempre «mi piace», e questo disinnescherebbe parecchio le accuse. Sul centro assistenza (virtuale) di Face-book, che non è proprio la Cassazione, si spiega che l'apprezzamento è implicito, e che cliccando il pollice all'insù si rilancia comunque quell'informazione. Come dire che districarsi in ipotetici reati d'opinione al tempo dei social, è perlomeno un'avventura.

Il Giornale- " In Norvegia la carta di credito antisemita "

 La Bnd, prima banca di Norvegia, ha emesso una carta di credito con l’immagine di un ebreo dal naso adunco su uno sfondo di monete d’oro. La carta è stata ritirata con tante scuse dopo le proteste di un gruppo filo israeliano. Per personalizzare le carte di credito, i clienti possono caricare proprie foto «purché in linea con gli standard della banca». Il controllo non è fatto da un computer ma da una persona. Ed ecco lo scivolone.

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