Due servizi di Maurizio Molinari sulla STAMPA di oggi, 01/09/2015, sulla minaccia islamica, il primo sull'attacco alla sede dell'Eni a Tripoli, il secondo sulla diffusione nel mondo arabo del fumetto quale stumento politico.
Maurizio Molinari
I Boko Haram in Libia con l'Isis, attacco alla sede dell'Eni a Tripoli
Le forze governative attaccano i ribelli islamici a Bengasi e Isis firma l’autobomba a Tripoli contro la sede del «Mellitah Oil and Gas» di co-proprietà Eni: in Libia si combatte su più fronti alla vigilia dell’incontro di Ginevra ultimo tentativo di una composizione della guerra civile iniziata nel 2011 dopo la caduta di Muammar Gheddafi. L’inviato Onu Bernardino Leon punta sull’imminente incontro in Svizzera per far accettare alle milizie islamiche di Tripoli l’accordo già approvato da Tobruk - dove ha sede il governo legittimo - e dalle tribù di Misurata. Colloqui in stallo Fra le ipotesi c’è la possibilità di una spaccatura delle milizie di Tripoli in gruppi moderati ed estremisti, con i primi disposti ad accettare il compromesso su governo di unità nazionale, istituzioni finanziarie e gestione della sicurezza. Comunque vada, l’impressione è che si tratti dell’ultima maratona di Leon il cui mandato è in scadenza a metà settembre - per riuscire a raggiungere un’intesa e il riflesso sul terreno è nel tentativo dei contendenti di rafforzarsi il più possibile. Si spiega così la scelta delle truppe di Khalifa Haftar, fedeli a Tobruk, di attaccare im forze i gruppi islamici nei quartieri orientali di Bengasi - in Cirenaica - dando vita ad aspri scontri con vittime da entrambe le parti. L’aviazione governativa ha invece attaccato le posizioni dello Stato Islamico (Isis) fuori Derna puntando a ostacolare i tentativi jihadisti di riconquistare la roccaforte perduta. Le forze di Haftar, sostenute dall’Egitto, puntano ad indebolire gli avversari, preparandosi a gestire il dopo-Ginevra ovvero MAURIZIO MOLINARI CORRISPONDENTE DA GERUSALEMME ad una resa dei conti con le milizie di «Fajr Libia», che controllano Tripoli, se dovessero rifiutare l’accordo a Ginevra. Proprio a Tripoli Isis ha messo a segno l’attentato contro il quartier generale della società «Mellitah Oil and Gas» che gestisce il grande terminal energetico da dove parte il gasdotto che raggiunge la Sicilia. Si tratta di una joint venture fra Eni e la «National Oil Corporation» libica, simbolo della presenza energetica italiana, e l’attacco è avvenuto all’indomani dell’annuncio da parte di Eni della scoperta di un importante giacimento di gas in Egitto. Rivendicando l’azione, Isis afferma che è stata realizzata da «soldati coraggiosi» riusciti a «colpire gli apostati». Almeno un’autobomba è esplosa in una strada stretta dietro l’edificio dove ha sede la società italo-libica nell’area di Dahra e testimoni locali parlano di seri danni al primo piano del palazzo investito dall’onda d’urto. Traffici gestiti da jihadisti Sempre Isis ha fatto arrivare a Sirte, dove occupa alcuni quartieri, un numero di jihadisti nigeriani di Boko Haram compreso fra 80 e 200. È la prima volta che si ha notizia di un trasferimento di miliziani dalla Nigeria alla Libia per sostenere le operazioni di Isis e ciò lascia intendere che l’adesione al Califfato da parte di Boko Haram sta portando ad una cooperazione militare, probabilmente grazie al controllo delle rotte del Sahara attraverso il Niger. Fonti militari americane affermano che la tattica di Isis è operare in Libia controllando aree costiere e punti di confine nel deserto al fine di gestire traffici illeciti di uomini e merci da cui trarre ingenti profitti.
I super eroi contro l'estremismo, la battaglia culturale è a fumetti
Qahera si batte contro i molestatori di donne che infestano l’Egitto, Malaak duella con gli spiriti del Male, Jinnrise protegge il Pianeta dagli alieni e «The 99» ha i poteri straordinari che il Corano assegna a Maometto: sono i Superoi che tengono banco nel mondo arabo, creati da artisti musulmani spesso accusati di apostasia e premiati da un successo in crescendo, dovuto alla volontà dei più piccoli di identificarsi con paladini del Bene non troppo diversi da simboli della cultura occidentale come Batman, Spiderman e Iron Man. Lotta contro il male A fotografare il boom dei Su- DAL CORRISPONDENTE DA GERUSALEMME peroi arabi è stato il festival annuale di video e fumetti comici che si svolge a Dubai dal 2012 e quest’anno ha registrato un’affluenza senza precedenti: 50 mila persone ovvero il 40 per cento in più rispetto al 2014. «C’è una richiesta in aumento per personaggi con poteri straordinari, capaci di diventare simboli della cultu- ra popolare» spiega Arafaat Ali Khan, portavoce del festival di Dubai, sottolineando che i supereroi hanno successo quando sfidano nemici agguerriti che incarnano in qualche maniera nemici rappresentativi di pericoli reali, quotidiani. È il caso di Qahera perché in Egitto il 99 per cento delle donne ha subito molestie sessuali e sono proprio questi pervertiti che lei bracca e punisce al pari di quanto avviene nei confronti di personaggi islamofobi, incarnazione del razzismo anti-musulmano in alcuni Paesi europei. L’angelo della pace Anche Maalak, ovvero l’Angelo della Pace, è una donna ma la guerra permanente non è contro essere umani bensì i Jinn, gli spiriti del Male della cosmologia islamica. E si tratta di un conflitto interminabile, senza apparenti vie d’uscita, sempre teso a peggiorare, che evoca l’esempio del Libano, dove si combatte senza interruzione dagli Anni Settanta. Non potevano mancare gli alieni, intenti a realizzare uno sbarco aggressivo sul nostro Pianeta: a fronteggiarli è Jinnirise, creato nel 2012 dalla penna di Sohaib Awan per raccontare con gli occhi di uno studente straniero in Marocco - la sfida fra i pericolosi Kibrani, armati delle più temibili tecnologie, e un superoe figlio del popolo. Ciò che accomuna questi nuovi personaggi di fantasia con i più noti predecessori occidentali - spesso tradotti in arabo - è la costante sfida con il Male descritto sulla base di evidenti similitudini con gli umori del grande pubblico in America o Europa. Come nel caso di "The 99", il fumetto di Naif Al-Mutawa creato dieci anni fa in riferimento al numero di attribuiti positivi di Maometto per descrivere la lotta contro Rughal, una sorta di Messia jihadista del Male che porta alla mente personaggi come Osama bin Laden, Abu Musab AlZarqawi e Abu Bakr al Baghdadi. Alcuni Paesi arabi, come il Kuwait, sostengono apertamente Al-Mutawa che però deve difendersi da una campagna jihadista online secondo la quale è «solo un blasfemo che dovrebbe essere processato» per offese all’Islam. L’aumento di lettori e profitti per i superoi arabi spiega la moltiplicazione a Dubai dei negozi che ne vendono i fumetti come anche da decisione dell’Università americana di Beirut di inaugurare un corso di studi sull’«arte comica araba». Per aprire un nuovo fronte contro i tabù jihadisti.
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