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Informazione Corretta Rassegna Stampa
31.08.2015 Il Libano è diventato un’enorme discarica
Analisi di Mordechai Kedar

Testata: Informazione Corretta
Data: 31 agosto 2015
Pagina: 1
Autore: Mordechai Kedar
Titolo: «Il Libano è diventato un’enorme discarica»

Il Libano è diventato un’enorme discarica
Analisi di Mordechai Kedar

(Traduzione dall’ebraico di Rochel Sylvetsky, versione italiana di Yehudit Weisz)

 Da diverse settimane le strutture igienico-sanitarie a Beirut sono inagibili a causa delle proteste e delle infinite discussioni sul progetto proposto per creare nuove discariche. Nessuno in città acconsente ad avere una discarica nel proprio cortile nè nel quartiere, per cui migliaia di tonnellate di spazzatura maleodorante si accumulano in città, e il caldo che ha colpito l'area nel corso delle ultime settimane le ha rese ancora più insopportabili.
Secondo una battuta che circola a Beirut, il prezzo delle mollette è in aumento perché la gente le sta comprando per turarsi il naso.

 Il problema dei rifiuti è anche il risultato delle incapacità del governo. Il Primo Ministro Tammam Salam non sembra essere in grado di prendere decisioni, il Parlamento non è stato capace di nominare un Presidente che duri oltre un anno, e anche le elezioni parlamentari sono finite nel vuoto legislativo dilagante.
Il Libano funziona a malapena, i suoi cittadini non dispongono di alcun mezzo per ricorrere, la protesta contro le discariche è in realtà contro le disfunzioni del loro Stato. A tutto questo si deve aggiungere la rabbia della gente per la corruzione da anni dilagante a livello governativo.

 Ma il problema principale che sta paralizzando il Libano è la verità che si nasconde dietro tutto quel che accade nel Paese: il fatto che nulla , assolutamente nulla, può accadere in Libano senza l’approvazione di Hezbollah . Quest’organizzazione terroristica si è trasformata nell’entità più grande,più organizzata e più influente del Paese. Non sarebbe esagerato definirla un “Stato nello Stato”. Hezbollah ha un notevole potere economico, tra cui molte imprese pubbliche che si occupano delle infrastrutture, come strade, ponti, costruzioni, comunicazioni, acqua ed elettricità. Ma Hezbollah non è solo, dietro c’è l’Iran.

 All’opposizione, sostenuta dall’Arabia Saudita, ci sono cristiani, sunniti, drusi e alcuni sciiti che protestano contro il ruolo di Hezbollah in Libano. La crescente tensione tra l’Iran e i sauditi per l’accordo nucleare con le potenze internazionali si è estesa in Libano, ampliando il vuoto tra i gruppi rivali. Tutti sanno come saranno spesi i miliardi di dollari che Hezbollah probabilmente riceverà dall’Iran in seguito all'accordo. Questo gruppo terroristico sarà in grado di comprare politici, personalità dei media e i media stessi, oltre alle armi, rendendo il suo controllo su tutto il Libano solo una questione di tempo. Le grandi manifestazioni scoppiate a Beirut la scorsa settimana, sono un riflesso della situazione.

 L'esercito, che obbedisce agli ordini di Hezbollah, ha ucciso quattro manifestanti e ne ha feriti a decine. Ha poi circondato gli uffici del governo con un muro di cemento al fine di proteggere gli edifici, ma la cittadinanza ha utilizzato la nuova barriera per esprimere le proprie proteste. Tra i graffiti sul muro ce n’erano alcuni particolarmente interessanti: “I nostri ringraziamenti al governo per averci fornito la carta per esprimere la nostra protesta”; “ Sull'altro lato di questo muro ci sono dei mostri”; “Il muro di separazione tra le classi”; “Il muro della vergogna”; “Il muro dell’oppressione”; “Io preferirei vivere alla frontiera con Israele”; “ tu puzzi !”'; “I papponi dell’autorità del furto”(cioè, parodia dell’espressione in arabo per “Riunioni del Consiglio dei Ministri)”.

Facebook ha un nuovo account libanese dal nome “Tu puzzi”. Su uno dei siti d’informazione un libanese ha scritto: “I dimostranti devono entrare a Dahiya (sobborgo meridionale di Beirut, roccaforte di Hezbollah), il vergognoso quartiere sciita, pieno di collaborazionisti con Iran e Russia, e decapitare il serpente”.
Il riferimento è rivolto chiaramente a Hassan Nasrallah, che ha coinvolto il Libano nel conflitto siriano, che molti, anche tra gli sciiti, considerano una guerra inutile. Nasrallah continua a ripetere “siamo nel posto in cui dobbiamo stare ”, cioè nei campi di battaglia della Siria. Un libanese ha preso in considerazione questo mantra e ha disegnato un bidone della spazzatura con Nasrallah al centro.

La sensazione condivisa da tutti i diversi gruppi etnici in Libano è la triste constatazione che in un prossimo futuro il conflitto siriano stia per raggiungerli.
Ci sono continui scontri nella città settentrionale di Tripoli tra il quartiere sunnita di Bab al-Tabbaneh che sostiene i ribelli siriani e il quartiere alawita di Jabal Mohsen che sostiene Assad. Va avanti dal 2011 e decine di persone sono state uccise negli scontri. Ad Ain El-Helweh, il campo profughi palestinese più a sud, vicino a Sidone, i militanti di Fatah stanno scontrandosi con il gruppo islamico Jund al-Sham a causa delle richieste degli islamisti di arruolare i residenti per aiutare i ribelli in Siria. Fatah si oppone per il timore che Hezbollah si vendicherebbe nei confronti dei palestinesi che in Libano si uniscono ai ribelli, come Assad ha fatto ai palestinesi nel campo di Yarmouk, quando non lo avevano aiutato a combattere i ribelli. Le tensioni tra le fazioni palestinesi ne sollevano anche in altri campi profughi del Libano. Il timore è che finiranno presto per essere attaccati.

 Il Libano è sull'orlo di un abisso in cui ogni evento insolito può innescare una guerra civile peggiore di quella che ha avuto luogo dal 1975 al 1989.
Israele, l'Europa e il resto del mondo, devono essere preparati a questa eventualità, perché il flusso di rifugiati dal Libano potrà rivaleggiare con quello dalla Siria, mentre le atrocità siriane si possono ripetere anche in questo sfortunato Paese .

Mordechai Kedar è lettore di arabo e islam all' Università di Bar Ilan a Tel Aviv. Nella stessa università è direttore del Centro Sudi (in formazione) su Medio Oriente e Islam. E' studioso di ideologia, politica e movimenti islamici dei paesi arabi, Siria in particolare, e analista dei media arabi.
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