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Il delfino, l'anello di Re Salomone e la giudeofobia Cari amici, non so se se avete appreso dai social media la notizia sull'ultima impresa di Hamas o, come ama dire l'Unione Europa, della sua “ala militare”, come se ce ne fosse un'altra. E' una storia uscita qualche giorno fa, che ha avuto la solita fuggevole celebrità di queste notzie e poi è piombata nel dimenticatoio. Bene, questi terroristi subacquei, non si sa bene se per vantarsi o per difendersi dalle accuse di inefficienza, o per lanciare il loro nuovo ruolo, hanno affermato qualche giorno fa di avere catturato la più sofisticata arma di sorveglianza israeliana contro di loro, vale a dire un delfino addestrato e armato, capace anche di sparare agli uomini e sono stati presi sul serio da alcuni dei media più “autorevoli” del mondo occidentale, dalla BBC (http://www.bbc.com/news/world-middle-east-34001790 ) alla CNN (http://edition.cnn.com/2015/08/20/middleeast/hamas-israel-dolphin-spy/ ). A parte la storia del cetaceo pistolero, non è escluso che Israele utilizzi dei delfini per la sorveglianza, dato che si sa che l'hanno fatto diverse marine, fra cui quella americana e quella sovietica (https://en.wikipedia.org/wiki/Military_dolphin ). Ma la notizia ha suscitato soprattutto ilarità sui social media. La ragione è semplice: I delfini non sono i soli abitanti dello zoo che Hamas e i suoi simili attribuiscono all'esercito israeliano. Ci sono: Insomma, fra le armi israeliane figura l'intera arca di Noè, o se preferite un'immagine più laica, tutto uno zoo. Vi scappa da ridere all'idea di uno scoiattolo spia o di un'anatra da combattimento? Condivido al cento per cento. Perché, in tempi di droni e di satelliti, di programmi spia sui computer e di intercettazioni di tutti e di tutto, qualcuno si mette a pensare a delle povere bestie come strumenti di spionaggio e di guerra? . Ci vuole una grande ignoranza per confondere un anello di identificazione sulla zampa di un avvoltoio con uno strumento di spionaggio, ma non bisogna sottovalutare quella dei terroristi. Le altre due ragioni sono più scivolose, per dir così. La prima va cercata nel pessimo rapporto che i musulmani hanno per il mondo animale, a parte bestie molto funzionali come i cavalli, cammelli capre e forse pecore. Il web è pieno di filmati orribili di maltrattamenti di cani; figli di maiali e scimmie è l'insulto tipico per coloro che disprezzano di più, cioè gli ebrei; dei cani ho già detto. Questo disprezzo e vero e proprio odio, con la conseguenza di una violenza diffusa, evidentemente è anche espressione di un timore collettivo che si esprime in queste storie. L'altra ragione è un altro disprezzo che sconfina col timore: nella mitologia islmanica gli ebrei sono capaci di trucchi tanto ingannevoli che ingannano anche Maometto (avvelenato, secondo i luoghi comuni arabi, da una donna ebrea di cui aveva ucciso il marito e che poi aveva violentato - pardon sposato). Sono maghi potenti, come re Salomone cui una leggenda islamica (http://www.gongoff.com/i-miti-e-le-leggende-nel-mondo/63-leggende-dellislam/1069-lanello-di-re-salomone.html ) attribuisce un anello capace di farlo parlare su tutti gli animali e di dominarli. E' su questo fondo leggendario che si edifica l'idea di leoni e aquile e squali terribili tenuti sotto controllo da Israele per nuocere ai suoi nemici arabi. Sembra un'idea lusinghiera. Ma se ci si pensa appena un attimo, si vede subito che è un mito profondamente antisemita, frutto della diffidenza di nomadi analfabeti, com'era Maometto e tutta la sua cerchia, per un'antichissima civiltà che si trovavano di fronte. Insomma, nella bufala del delfino cacciatore, ci sono le radici dell'odio fanatico non solo di Hamas, ma dell'intero mondo Islamico per Israele e della sua radice ancora più profonda, l'antisemitismo (o se si preferisce una parola meno ambigua) della loro ancestrale giudeofobia.
Ugo Volli |
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