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Fiamma Nirenstein ci parla della guerra antisemita contro l'Occidente

Riprendiamo da FORMICHE.net, la video-intervista di Roberto Arditti a Fiamma Nirenstein dal titolo: "A che punto siamo in Medio Oriente. Intervista a Fiamma Nirenstein". 
(Video a cura di Giorgio Pavoncello)

Intervista a tutto campo a Fiamma Nirenstein di Roberto Arditti, a partire dal suo ultimo libro: "La guerra antisemita contro l'Occidente". Le radici dell'antisemitismo e perché l'aggressione contro il popolo ebraico in Israele è un attacco a tutto campo contro la civiltà occidentale. E una sconfitta di Israele segnerebbe anche la nostra fine. 



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Corriere della Sera Rassegna Stampa
29.08.2015 Polonia: un treno carico di refurtiva. Nazisti, criminali e ladri
Cronaca di Luigi Offeddu

Testata: Corriere della Sera
Data: 29 agosto 2015
Pagina: 26
Autore: Luigi Offeddu
Titolo: «Spunta il treno d'oro dei nazisti grazie alla soffiata di un 'pentito'»

Riprendiamo dal CORRIERE della SERA di oggi, 29/08/2015, a pag.26, con il titolo " Spunta il treno d'oro dei nazisti grazie alla soffiata di un 'pentito' ", cronaca di Luigi Offeddu.

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Luigi Offeddo

Il tunnel del ritrovamento

Il «treno dell'oro» — come l'hanno già chiamato — e dellodio, è lungo Zoo metri. E sta sepolto sottoterra, dove lo nascosero i razziatori nazisti 7o anni fa. Racchiudeva, forse racchiude ancora, i sacrifici, i risparmi, il dolore e le speranze perdute delle loro vittime ebree scomparse nei lager. Oro e gioielli, i loro averi. Ma anche armi, quelle dei loro assassini. Secondo il vice-ministro della cultura polacco Piotr Zuchowski, che si dice sicuro «al 99 per cento» della «straordinaria scoperta», un'immagine anche se sfocata del convoglio munito di torrette e piattaforme con i cannoncini, è stata catturata da un radar in grado di penetrare in profondità nel terreno. E lo stesso ministro l'ha vista. II treno sarebbe stato ritrovato grazie anche alla confessione in punto di morte di un presunto «pentito», un uomo che avrebbe aiutato i razziatori hitleriani a caricare il treno, e che molti anni dopo sarebbe morto indisturbato nel suo letto, in tarda età. Quei vagoni erano e sono foderati di esplosivi, avrebbe scritto nel suo testamento, disegnando anche su un foglietto le coordinate del nascondiglio. Ma quei vagoni erano anche fantasmi che in molti cercavano, da decenni, a cominciare dai servizi segreti della Polonia comunista: tante voci, quasi una leggenda, qualche vago ricordo riportato forse da chi aveva conosciuto i lager, ma mai una conferma sicura. Ora ci vorranno diverse settimane per scavare, per verificare. Le decisioni anche logistiche spettano per competenza territoriale all'attuale governo di Varsavia. Due persone, un cittadino polacco e un tedesco, che a loro dire avrebbero dato un contributo decisivo alle ricerche, chiedono una ricompensa attraverso i loro avvocati. Da New York, il World Jewish Congress (Congresso Mondiale Ebraico) avverte: «Nella misura in cui qualunque oggetto scoperto ora in Polonia possa essere stato rubato ad ebrei, prima che questi venissero mandati alla morte, è essenziale che la proprietà sia restituita ai suoi legittimi proprietari o ai loro eredi. Noi speriamo che le autorità polacche adotteranno le azioni appropriate in questo senso». La realtà supera a volte i romanzi e i film, anche quelli più drammatici. Ed è proprio una di queste volte, affermano le fonti polacche. Era la primavera del 1945, Hitler annunciava la riscossa e una splendida vittoria a un pugno di persone prigioniere con lui nel bunker di Berlino, mentre il suo esercito fuggiva inseguito dall'Armata Rossa di Stalin. Il fedele Goebbels si preparava a suicidarsi dopo aver ucciso la moglie e i 6 figli. Nella Polonia da anni trasformata in dominio tedesco, le Ss e la Wermacht lasciavano l'inferno, luoghi con nomi come Auschwitz. Ma anche un sistema di sotterranei, costruito durante la guerra fra la città di Wroclaw e le foreste montane di Walbrzych: i forzieri delle Ss, l'ultima cassaforte dei loro bottini oltre che l'ultimo rifugio prima della sconfitta e della vergogna finale. Secondo il vice-ministro della cultura polacco, il convoglio era «un carico speciale, probabilmente fatto di equipaggiamento militare ma anche di opere d'arte e documenti d'archivio». Una voce insistente, riportata ieri anche dal «Jerusalem Post», ha raccontato per molto tempo in Polonia che il treno era stato visto entrare in un tunnel, fra i monti della Bassa Slesia, per poi non ricomparire mai più. L'entrata della galleria era stata poi murata, e il luogo in cui si trovava dimenticato per sempre. Almeno fino a quest'agosto, 70 anni dopo.

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