Riprendiamo dalla REPUBBLICA di oggi, 28/08/2015, a pag. 20, con il titolo "Giornalista sul blog: 'Molestata in Iran e la rete mi insulta' ", la cronaca di Corrado Zunino.
Corrado Zunino
Giulia Innocenzi (a sinistra nella foto) in Iran. E' stata lanciata da Michele Santoro. Fra i vari insulti in Italia 'galoppina sionista di Washington'
«Capisci di essere arrivata in Iran perché quelle stesse donne che, prima, allo scalo di Istanbul, ti avevano stupito per gli abiti attillati su fisici scolpiti, dopo, sull’aereo appena atterrato a Teheran, indossano camicioni e, con un moto sincronizzato, srotolano veli e foulard per coprire il capo». Lo scrive sul suo blog Giulia Innocenzi, 31 anni, giornalista lanciata da Santoro, l’anno scorso conduttrice di “Announo”.
È appena tornata da una vacanza in Iran: Teheran, Isfahan, Kashan. Con l’amica giornalista Maddalena Oliva, abituata a viaggi in Medioriente. Racconta di due settimane di bellezze infinite e incontri accoglienti, ma anche — e, qui pare, soprattutto — di pesanti molestie. Pesanti, rischiose. Nel blog la giornalista «zaino in spalla» divide le disavventure in capitoli, in un crescendo che colpisce. «I bazar sono affollati, diventano il paradiso per chi ama palpare il fondoschiena, in particolare delle donne (ma non esclusivamente). Un uomo comincia a seguirti e a un certo punto ti tocca il sedere, per poi disperdersi tra la folla. Per la prima settimana ci è successo tutte le volte che abbiamo visitato un bazar. Benvenuti in Iran».
A Teheran le due giovani donne vengono inseguite. «Prima, una mano che sfiora la schiena. Ti giri, e dietro di te c’è un uomo che ti guarda. Dopo venti minuti, in metropolitana, ce lo ritroviamo dietro. A gesti, non fa segreto dei suoi desiderata: vuole andare a letto con una di noi due. Diciamo “ no” diverse volte, non funziona. Arrivate ai tornelli, li salta: vuole capire su che treno saliremo. Non ci è restato che chiamare la sicurezza». La vacanza della Innocenzi è funestata da esibizionisti, persino in luoghi sacri. «Ci trovavamo nella più grande moschea dell’Iran, a Isfahan. L’inserviente ci dà il benvenuto e chiede da dove veniamo. Finita la visita, ci sediamo all’ingresso per mangiare della frutta. Passa l’inserviente e... voilà! Ci omaggia tirando il pene fuori dai pantaloni. Passeggia davanti a noi affinché possiamo vederlo». Nella vacanza diventata un’ossessione «un ragazzo in motorino comincia a seguirci ». A ogni incrocio «era lì, immobile, a fissarci».
Donne in Iran
Le amiche girano in una via secondaria, il ragazzo accelera e le supera... «Si palesa alle nostre spalle e dal motorino afferra per il sedere una di noi. Poi si ferma davanti bloccando la via d’uscita e comincia a masturbarsi». Nel blog la Innocenzi commenta: «L’Iran ha ancora molta strada da fare, è un regime dove vige la repressione sessuale. È stata una liberazione togliere il velo non appena abbiamo messo piede sull’aereo che ci avrebbe riportate a casa... Quella sensazione costante di valere meno e di essere vulnerabili a istinti primordiali».
Trentanove commenti sono la risposta sul suo blog. La maggioranza è aggressiva, offesa per l’immagine che ne esce dell’Iran: «Sei ignorante e stereotipata», le scrivono studenti, ricercatori. Poi il diluvio su Facebook: «Sionista galoppina di Washington... Turistetta del cavolo... È evidente che tutti questi racconti sono inventati». Chi minimizza: «Che si aspettano due donne sole... Un po’ l’avete cercato il male... Non vi siete risparmiati i selfie da bimbeminkia ». Lei, ora, replica: «Anche l’Italia ha tanta strada da fare: volgarità e sessismo. Ma io dalla fogna di Internet non mi faccio silenziare».
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