Riprendiamo da AVVENIRE di oggi, 25/08/2015, a pag. 15, la breve "Demolite 63 case: non accadeva da 3 anni".
Il quotidiano dei vescovi continua a disinformare contro Israele: nulla di nuovo sotto il Sole. Nel breve redazionale che riproponiamo di seguito, si parla degli espropri di proprietà palestinesi da parte dell'esercito israeliano. Quello che Avvenire si guarda bene da dire è che questi espropri sono necessari per esigenze difensive, e in particolare per l'implementazione della barriera che separa West Bank e Israele, grazie a cui il terrorismo in Israele è molto diminuito rispetto agli anni della Seconda intifada (2001-2005).
Ai lettori di Avvenire, invece, l'azione di Israele non può che apparire totalmente arbitraria.
Altrettanto ridicole sono le fonti citate, Ong ampiamente compromesse con il terrorismo palestinese che spesso e volentieri hanno un'agenda politica costantemente contro lo Stato ebraico.
Invitiamo i nostri lettori a meditare sulla parzialità di Avvenire, e a inviare la propria opinione al quotidiano.
Ecco la breve:
La barriera difensiva di Israele serve a cercare di evitare questo
"Almeno 63 case; 132 persone, di cui 82 bambini, rimaste senza tetto. È questo il bilancio dell'ultima ondata di demolizioni del governo israeliano, la peggiore degli ultimi tre anni, che la scorsa settimana ha investito dieci comunità palestinesi dell'Area C della Cisgiordania". La denuncia congiunta è stata fatta da 31 Ong, tra cui Amnesty International, Oxfam, Actionaid. "Tra gli edifici demoliti - si legge nel comunicato - anche 12 strutture finanziate e costruite per necessità umanitarie, tra cui un pannello solare, una latrina portatile, alcuni recinti per animali e delle tende finanziate dall'Unione Europea". Secondo le Ong, inoltre, le demolizioni avrebbero generato decine di migliaia di baby sfollati.
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