Europa: che cosa è cambiato per gli ebrei
Manfred Gerstenfeld intervista Cnaan Liphshiz
(Traduzione di Angelo Pezzana)
Cnaan Liphshiz
Cnaan Liphshiz è dal 2012 corrispondente europeo della Jewish Telegraph Agency. Ha scritto per Haartez, Maariv, The Jerusalem Post.
“Occupandomi, in quanto giornalista, di Europa negli ultimi anni, ho potuto registrare una recrudescenza di anti-semitismo e anti-israelismo quasi ovunque nella parte occidentale del continente. In questa breve intervista citerò alcuni esempi significativi.
“ Scrivevo nell’ottobre 2012 sulla sinagoga di Marsiglia, la seconda città francese per numero di abitanti: ‘ In un momento in cui le istituzioni ebraiche in Francia assomigliano a delle fortezze per le misure di sicurezza, entrare nella grande sinagoga con annesso centro ebraico più importante di questa pittoresca città sulla costa mediterranea, è stato facile, bastava spingere la porta d’ingresso.
“A Marsiglia, oggi non è più così. Gli ebrei fortificano le loro istituzioni quasi ovunque nell’ Europa occidentale e sempre più numerosi sono quelli che nascondono la propria identità. Nel gennaio 2015, le scuole ebraiche di Marsiglia, dove vive la seconda comunità ebraica di Francia, sono sotto la costante protezione della polizia, con la presenza di soldati armati di tutto punto”.
“ La situazione a Parigi è particolare, non è paragonabile nel contesto generale europeo. Nel 2013, alcuni membri della ‘Lega per la Difesa ebraica’ (JDL) avevano inseguito degli arabi sospettati di avere organizzato una aggressione il giorno prima. JDL è intervenuta anche quando una sinagoga parigina venne assaltata durante la campagna ‘Scudo Protettivo’ dell’estate 2014. Entrò però in rotta di collisione con la Comunità ebraica, che si era sempre opposta a farsi giustizia con i propri mezzi.
“ Nell’estate 2014, nel sobborgo parigino di Sarcelles, mi sono trovato avvolto in una nube di gas lacrimogeni insieme ad altri ebrei che difendevano la sinagoga da una folla pronta per un pogrom. Circa duecento arabi, armati di bastoni e pietre, stavano assalendo la sinagoga, rovesciavano bidoni della spazzatura e urlavano ‘ammazzate gli ebrei’, ma polizia anti-sommossa lo impedì.
Quel centinaio di appartenenti alla JDL lì presenti, armati di mazze da baseball, si misero a cantare l’inno nazionale francese ‘La Marsigliese’, in onore della polizia. Agli arabi fu impedito di raggiungere al sinagoga, diedero però fuoco a due macchine e lanciarono una bomba Molotov contro la sinagoga colpendo il muro esterno. Durante l’estate, nove sinagoghe francesi subirono attacchi.
“In quei giorni scrissi da Parigi come durante una manifestazione non autorizzata, avevo sentito un giovane nero con accento parigino gridare a una dozzina di suoi compagni ‘ok ragazzi, andiamo a caccia di ebrei’. Gli risposero ‘ rompiamogli le teste’ e lui rispose ‘ prendiamoli in fretta, ma uccidiamoli lentamente’.
“Altri luoghi in cui ho trovato membri della JDL, ma in circostanze molto diverse, è stato a Kiev, la capitale dell’Ukraina. Un piccolo gruppo di ebrei stava facendo pratica di auto-difesa in caso di guerriglia urbana. Tutti avevano avuto esperienze nell’esercito ukraino o israeliano, ma le loro capacità si erano arrugginite.
“Anche da me le cose sono cambiate. Vivevo con mia moglie all’interno di una piccola enclave ebraica a Schilderswijk, nelle vicinanze dell’Aja, uno dei luoghi olandesi più problematici, con una alta disoccupazione. Nell’estate del 2014, ci fu una dimostrazione di musulmani a sostegno dello Stato Islamico. I problemi si fecero più gravi, ben aldilà del fatto che mia moglie non potesse andare in giro indossando la gonna”.
Liphshiz ricorda una intervista che diede a un giornale olandese: “ Anche se è penoso dirlo, mi sento più a mio agio in alcuni quartieri di Gerusalemme, inclusi quelli abitati da arabi, che non in Olanda. In Israele i diritti delle minoranze sono rispettati, lo stesso non si può dire dell’ Europa “.
All’Aja, aggiunge “ ero andato in un negozio per far riparare il mio cellulare. Quando il proprietario, un turco, seppe che ero israeliano, disse ‘ aspetta un momento, vado a prendere il mio fucile’. Poi si mise a ridere, come per dire che scherzava. Gli chiesi che cosa aveva contro gli israeliani o contro gli ebrei. Mi rispose che ‘semplicemente’ odiava gli ebrei. Nell’estate 2015, durante il periodo del Ramadan, vi furono alcune rivolte dopo che la polizia aveva causato, durante l’arresto, la morte di un cittadino di nazionalità aruban. Una brutta vicenda, ma che non aveva niente a che vedere con gli ebrei, eppure molti urlavano slogan anti-semiti””.
Liphshiz conclude: “ In passato, quando volevo dire agli amici dove abitavo, dovevo sempre chiarire che non avevo mai avuto problemi con i vicini. Faccio notare che non ho mai nascosto il mio essere ebreo. Adesso non è più così. Abbiamo traslocato, anche per le spiacevoli esperienze che abbiamo avuto.
Manfred Gerstenfeld è stato presidente per 12 anni del Consiglio di Amministrazione del Jerusalem Center for Public Affairs. Collabora con Informazione Corretta. E' appena uscito il suo nuovo libro "The war of a million cuts" (in inglese). E' una analisi di come ebrei e Israele sono delegittimati e come farvi fronte.