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Ieri lunedì, 17/08/2015, si è verificato un errore nell'invio agli abbonati della NEWSLETTER di informazione corretta: ******************************
La genialità e il pacifismo di Abbas e dei suoi nipotini terroristi Cari amici, è una grande notizia! molto positiva! Che certamente rafforzerà il campo della pace e la convinzione che abbiamo un partner in Palestina! Un partner per la pace! Il suo nome è Mahmud Abbas, il cui nom de guerre è Abu Mazen! Non badate a coloro (me incluso, naturalmente) che dicono che si tratti di A(t)P, Associazione Terrorista Palestinese! Non badate neanche al fatto che i loro simboli sono pieni di fiamme, spade, mitra - e naturalmente ritraggano come Palestinese l'INTERO territorio fra il Giordano e il Mediterraneo, senza lasciare ai loro cari amici ebrei neanche una città, un paesino, un campo di concentramento, un centimetro quadrato! Simoboli, sono! Rappresentano la forza dell'amore l'abbraccio della pace, la forza della condivisione! Non badate neanche al fatto che sono pregiudicati per terrorismo, scurdammoce o passato, chi ha avuto ha avuto ha avuto, chi ha dato ha dato ha dato! (O meglio, questo no, bisogna aspettare che raggiungano i loro giusti scopi strategici, finendo di affettare il salame della pace, una concessione alla volta... Ma insomma, non sofistichiamo. Il punto è che Lui, il Partner della Pace, il nostro uomo a Ramallah, anzi a Gerusalemme, anzi ad Al Quds (nostro di Obama e di Mogherini e dell'Unione Europea, mica mio e vostro che non ce lo meritiamo, estremisti come siamo), l'ha riconosciuto! Ah no? Mi dite di guardare meglio? Che ho sostituito la realtà coi desideri come regolarmente fanno tutti quelli che credono alla “pace”, ai “ponti e non ai muri”? Davvero? Be', guardo meglio, come volete. Sono davvero pieno di vergogna. Il titolo dice sì che “Abbas condemns killing”, cioè che condanna l'uccisione, ma “Killing of Arabs who Stabbed Border Guard Policemen”, cioè non gli piace che uno dei suoi, che aveva cercato di accoltellare un poliziotto, ci abbia rimesso le penne nel tentativo.
Probabilmente la pensano così anche i pacifisti americani e nostrani, quelli che bisogna fare come con il Sudafrica: lì opprimevano i neri, qui non si lasciano accoltellare in pace. E poi non vi pare una risposta sproporzionata? Il poliziotto era stato solo accoltellato, non era morto e non stava morendo, tant'è vero che è sopravvissuto. E non è sproporzionata una morte inflitta per una ferita? Eccesso di difesa, crimine di guerra, solita crudeltà giudaica. Un'ultima informazione vi servirà senz'altro a comprendere la superiorità morale dei palestinisti e anche quella intellettuale, dato che si tratta di una innovazione di questo episodio terroristico. Che volete, gli scienziati ebrei studiano mille modi per salvare la vita della gente e rendere migliore l'esistenza, da nuove terapie contro il cancro agli antimissili fino al software che anima i computer e gli smatphone; i nobili terroristi dell'AP o dell' A(t)P, Associazione Terrorista Palestinese invece inventano nuovi modi per ammazzare la gente, dato che noi stupidi amiamo la vita e loro nobili amano la morte. Chissà se qualcuno gli ha detto che in questa maniera avrebbe avuto anche il merito di rompere quel tanto di civiltà che i militari israeliani hanno cercato in tutti i modi di tenere con gli arabi dell'Autorità Palestinese che si trovano a dover controllare. Sentirsi chiedere un aiuto, un bicchier d'acqua, un'informazione inevitabilmente metterà i soldati sulla difensiva. Tanto poi saranno loro a figurare come i cattivi nei filmati opportunamente tagliati, delle telecamere che seguono sempre le provocazioni arabe, maneggiate da stranieri complici del terrorismo, SS mancate, diciamocelo pure, che sfogano il loro antisemitismo operando in ONG dal nome nobile e dalla pratica vergognosa. Ugo Volli |
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