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Fiamma Nirenstein ci parla della guerra antisemita contro l'Occidente

Riprendiamo da FORMICHE.net, la video-intervista di Roberto Arditti a Fiamma Nirenstein dal titolo: "A che punto siamo in Medio Oriente. Intervista a Fiamma Nirenstein". 
(Video a cura di Giorgio Pavoncello)

Intervista a tutto campo a Fiamma Nirenstein di Roberto Arditti, a partire dal suo ultimo libro: "La guerra antisemita contro l'Occidente". Le radici dell'antisemitismo e perché l'aggressione contro il popolo ebraico in Israele è un attacco a tutto campo contro la civiltà occidentale. E una sconfitta di Israele segnerebbe anche la nostra fine. 



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Libero Rassegna Stampa
15.08.2015 Libia: un altro fallimento dell'Onu
Commento di Carlo Panella

Testata: Libero
Data: 15 agosto 2015
Pagina: 10
Autore: Carlo Panella
Titolo: «Capolavoro Onu: in Libia è tutti contro tutti»

Riprendiamo da LIBERO di oggi, 15/08/2015, a pag.10, larticolo di Carlo Panella dal titolo " Capolavoro Onu: in Libia è tutti contro tutti "

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In alto Carlo Panella

L'Isis continua il massacro di Sirte e punisce con la sua abituale ferocia la popolazione civile che lunedì scorso era scesa armata nelle strade a fianco delle milizie salafite per scacciarla dalla città. Dopo avere bombardato giovedì con razzi e mortai le abitazionidei civili,massacrando 38 vecchi, donne e bambini e ferendone a decine, ieri ha superato sé stessa nell'orrore. I miliziani dell'Isis sono infatti penetrati in armi nell’ospedale della città e hanno massacrato nei loro letti ben 28 degenti,probabilmente intendendo così vendicarsi dei civili che erano stati feriti negli scontri iniziati lunedì scorso, quando i salafiti hanno preso le armi per vendicarsi dell'uccisione,del loro leader Khaled ben Rijab nel quartiere ridenominato Cordoba, dal nome della città andalusa che i salafiti, come peraltro l'Isis, intende riconquistare alla cristianità.
Da quel che è dato di comprendere dalle frammentarie notizie del quotidiano al Wasat, i civili,membri della tribù Ferjiani,e i salafiti hanno poche speranze di vincere uno scontro che pare sia ad armi impari. Questo, anche perché l'Isis ha concentrato il grosso delle sue forze a Sirte (pare disponga nella città di ben tremila miliziani) perché la città ha non solo un grande valore simbolico (ha dato i natali a Gheddafi ed è stata per 41 annil a “capitale morale per così dire, del suo regime), ma soprattutto perché ha un grande valore strategico. Si trova infatti a metà strada tra Tripoli e Tobruk e il suo controllo non solo interrompe l'unica via di comunicazione tra la Cirenaica è la Tripolitania,ma permette anche di controllare la principale via di comunicazione verso il Fezzan, la terza regione storica della Libia in cui hanno sede i principali giacimenti di petrolio, di gas e di acqua. Il controllo di Sirte,dunque è premessa se non indispensabile, quanto meno molto utile, per la seconda fase di espansione dell'Isis in Libia: la presa di possesso di giacimenti energetici (e di acqua) strategici.
Ma ieri non si è combattuto solo a Sirte. A Bengasi, capitale della Cirenaica, per l'ennesima volta, le forze armate del governo di Tobruk guidate dal generale Khalifa al Haftar,hanno tentato di riprendere il controllo della città , da cui sono state scacciate vergognosamente un anno fa e che non sono mai riuscite a riprendere (il governo di Tobruk esercita la sua sovranità su un piccolo lembo della Libia, fatta eccezione per la zona attorno a Zintan, nell'estremo occidente, controllate da milizie “laiche” sue alleate)
.Khalifa al Haftar ha anche tentato di prendere il controllo di Derna, da cui l'Isis è stato scacciato mesi fa,ma che è caduta sotto il controllo delle milizie jihadiste di Ansar al Sharia e delle terribili Birgate delMartire Abu Salim, che hanno sì vinto sul terreno l'Isis, ma che sono identiche quanto a ferocia ed estremismo ai loro avversari islamici
Sul piano politico va notato che Il governo “legittimo” di Tobruk, l'unico riconosciuto dalla comunità internazionale e dall'Italia, ha emesso un delirante comunicato in cui accusa l'Onu di essere il primo responsabile dei combattimenti e deimassacri in corso a Sirte, Derna e Bengasi perché continua a non revocare l'embargo delle forniture d'armi a chicchessia( quindi anche al governo che ritiene legittimo) stabilito nel 2011. Questo attacco ha un solo e grave significato: ben lungi dal voler seguire la strada della pacificazione e dell’accordo e col governo di Tripoli - che l'inviato del'Onu Bernardino Leon, mentendo, continua a dare da mesi per imminente, ma che non si concretizza mai - intende risolvere la crisi libica mani militari. Intanto,mentre l'Onu media e fallisce, in Libia come in Siria, come in Iraq, l'Isis continua a massacrare e soprattutto ad avanzare.

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