Riprendiamo dal VENERDI' di REPUBBLICA di oggi, 14/08/2015, a pag.93, con il titolo " L'odissea degli ebrei nel mondo, uno schiaffo all'incredulità " la recensione di Corrado Augias del libro "Soria degli Ebrei" di Michel Abitbol pubblicato da Einaudi.
Corrado Augias La copertina
Leggendo, per la gran parte, questo studio monumentale, mi sono chiesto quanti anni il suo autore, lo studioso Michel Abitbol, abbia impiegato per mettere insieme una tale mole di notizie e di valutazioni. Titolo: Storia degli Ebrei - dalle origini ai nostri giorni (Einaudi). Raccogliere, sia pure in un copioso numero di pagine, la storia di un popolo le cui origini si perdono nel mito e la cui esistenza è oggi motivo di non pochi dissidi, è un'impresa che fa tremare. La storia, in tutti i sensi compreso quello di un tono narrativo della scrittura, si apre con la sola fonte che narri le origini, vale a dire la Bibbia, in particolare il libro della Genesi. È lo stesso autore ad esporre in una delle prime pagine il suo percorso confessando che il suo sguardo è prevalentemente rivolto al passato, anche se la trattazione arriva fino al moderno Israele. Ciò di cui egli intende riferire è «la storia di un popolo che si confonde con quella dell'umanità intera, attraverso i secoli, i continenti e le civiltà, dall'Egitto dei faraoni alla Russia sovietica, passando per il mondo greco-romano, l'Europa cristiana, l'Oriente musulmano, le grandi scoperte, la Rivoluzione francese, la Prima guerra mondiale, la Shoah, la nascita dello Stato d'Israele». Assistiamo al sorgere dell'ebraismo rabbinico dopo la distruzione del Tempio nel 70, alla diffusione in Europa e alle vicende drammatiche del Medio Evo, via via attraverso le epoche e i continenti. Ho letto con curiosità le pagine sugli avvenimenti che hanno inizio nel 1917 e che portano, nel maggio 1948, alla nascita d'Israele. In un saggio simpatetico nei confronti del popolo protagonista, l'equilibro di Abitbol è esemplare. Per quanto posso giudicare, nulla viene omesso: i calcoli miopi delle Grandi Potenze nel giocare il destino del Medio Oriente e degli Ebrei, la divisioni in seno al movimento sionista, la lontananza e le incomprensioni tra gli ebrei della diaspora e quelli insediati in Palestina, che solo lentamente si resero conto di quanto stava accadendo in Europa. Nel 1943 un gruppo di rifugiati venne interrogato da un alto responsabile sionista. Di fronte al tragico racconto di quanto stava avvenendo, il funzionario chiese alla donna se «non stava per caso esagerando». La donna lo schiaffeggiò. Sconvolto, l'uomo rivelò egli stesso l'episodio agli altri membri del bureau.
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