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La Stampa Rassegna Stampa
13.08.2015 Andrea Tornielli: odiatore ? forse solo ignorante
Gesù non ha mai 'calcato il suolo della Palestina'

Testata: La Stampa
Data: 13 agosto 2015
Pagina: 2
Autore: Andrea Tornielli
Titolo: «Immigrati, omosessuali e famiglia»

Non ci saremmo avventurati nella lettura di questo pezzo del vaticanista della STAMPA Andrea Tornielli, uscito oggi, 13/08/215, a pag.2, con il titolo " Immigrati, omosessuali e famiglia ",  conoscendo bene quanto poco attendibili siano i suoi resoconti da Oltre Tevere. Che scriva su un quotidiano laico, come un tempo era la Stampa, è qualcosa che si spiega solo con le teoria del piede in due scarpe. Ciò che ci ha colpito è stata la frase di Tornielli " ..per comprenderle basta aprire il Vangelo e leggere ciò che ha detto Gesù di Nazaret duemila anni fa calcando il suolo della Palestina".
Tornielli, finora, non era entrato ancora nel gruppone degli 'odiatori' di Israele, trombettiere vaticano sì, ma non oltre. Invece adesso scrive che Gesù di Nazaret 2000 anni fa ha calcato il suolo della "Palestina".
Se odiatore non lo è diventato all'improvviso, allora è urgente che legga un libro di storia, la Palestina, al tempo di Gesù, non esisteva, Gesù era un ebreo che viveva nel regno degli ebrei. Si può cadere vittima di una simile gaffe, se gaffe è stata ? O adesso anche il quotidiano torinese diffonde la bufala del Gesù palestinese ?


Dare un'occhiata alla coperta/keffiah nella quale è avvolto Gesù bambino. In primo piano Papa Francesco, che non avuto nulla da obiettare.

Invitiamo i nostri lettori a porre questa domanda al direttore della Stampa, Mario Calabresi, se ritiene ammissibile scrivere su un giornale serio una castroneria simile. direttore@lastampa.it

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Mario Calabresi

ecco l'articolo: 

Prima ha reagito alle dichiarazioni della Lega e del M5S stigmatizzando quanti «dicono cose straordinariamente insulse» pur «di raccattare voti», quindi ha criticato l'Europa «incapace di rispondere al dovere prioritario di salvare le vite umane» e infine ieri ha invitato il governo a fare di più su accoglienza e integrazione. All'origine dell'uno-duetre del segretario della Cei Nunzio Galantino non c'è una strategia studiata a tavolino - le interviste prendevano tutte spunto dal recente viaggio del vescovo in Giordania dove l'episcopato italiano finanzia un progetto per l'istruzione - quanto piuttosto la reazione agli attacchi oggettivamente sconclusionati dei quali sono stati fatti oggetto il Papa, il Vaticano e in ultima analisi la Chiesa italiana. Accusata di predicare bene e razzolare male per quanto riguarda l'aiuto agli immigrati. Rilievi smentiti dalle nude cifre sulle tante realtà delle diocesi, delle parrocchie, delle associazioni, come pure della Santa Sede, che offrono sostegno, accoglienza, pasti, assistenza ai vivi e perfmo ai morti con il rimpatrio delle salme. D segretario della Cei ha ritenuto di non far mancare la voce della Chiesa italiana a sostegno del Papa e del suo magistero: Francesco nel suo primo viaggio italiano aveva scelto di visitare Lampedusa, aveva parlato delle «bolle dell'indifferenza» nelle quali ci abituiamo a vivere, e recentemente ha paragonato il respingimento degli immigrati a un atto di guerra. Non si capiscono queste parole di papa Bergoglio, come pure quelle del vescovo Galantino, se non si esce dal format dei battibecchi quotidiani dei politici attenti a tweet e ai sondaggi di Ferragosto. Per comprenderle basta aprire il Vangelo e leggere ciò che ha detto Gesù di Nazaret duemila anni fa calcando il suolo della Palestina. Non si deve però dimenticare che nelle ultime settimane il segretario della Cei ha alzato la voce anche sull'Imu che si vuol far pagare alle scuole paritarie, come pure sulla famiglia, che nel nostro Paese - mentre si parla dei diritti delle coppie omosessuali - è meno sostenuta rispetto a quanto accade in altre nazioni d'Europa, magari più «laiche» dell'Italia. D richiamo alle responsabilita della politica e del governo, come pure dell'Europa, sull'immigrazione parla dunque della volontà di discutere di questi temi con realismo, fuori da slogan lanciati per racimolare voti e da sterili contrapposizioni. E questo vale sia quando si affronta dell'aiuto agli immigrati, sia quando si parla di scuola e di famiglia. Di fronte a una politica italiana ed europea che appare sempre più involuta e chiusa in se stessa, l'invito della Chiesa è per una nuova assunzione di responsabilità. Non è un caso che la prossima settimana proprio Galantino interverrà sul tema della ricostruzione italiana del Dopoguerra all'annuale incontro dedicato a De Gasperi, con uno sguardo sull'oggi ma anche sul futuro del nostro Paese. Infine, è possibile che i vescovi leggano dietro le schermaglie e gli attacchi di questi giorni anche il preludio di una campagna finalizzata a ridiscutere di tassazione degli immobili di proprietà ecclesiastica e dell'8 per mille. Forse anche per questo, nel presentare ciò che viene realizzato - il progetto Giordania come tante altre iniziative sul territorio italiano - il segretario della Cei ricorda che tutto ciò è reso possibile grazie al fatto che tanti cittadini italiani continuano a destinare queste risorse alla Chiesa cattolica. Nunzio Galantino II nuovo segretario della Cei negli ultimi giorni è intervenuto in maniera forte su molti temi della politica Era dai tempi di mons. Ruini che non si vedeva una Cei tanto interventista.

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