domenica 24 novembre 2024
CHI SIAMO SUGGERIMENTI IMMAGINI RASSEGNA STAMPA RUBRICHE STORIA
I numeri telefonici delle redazioni
dei principali telegiornali italiani.
Stampa articolo
Ingrandisci articolo
Clicca su e-mail per inviare a chi vuoi la pagina che hai appena letto
Caro/a abbonato/a,
CLICCA QUI per vedere
la HOME PAGE

vai alla pagina twitter
CLICCA QUI per vedere il VIDEO

Lo dice anche il principe saudita Bin Salman: Khamenei è il nuovo Hitler


Clicca qui






La Stampa Rassegna Stampa
11.08.2015 Ecco la differenza tra Jerry Lewis e Roberto benigni
Commento di Maurizio Molinari

Testata: La Stampa
Data: 11 agosto 2015
Pagina: 27
Autore: Maurizio Molinari
Titolo: «Riappare il film perduto di Jerry Lewis sulla Shoah. Lui vietò che venisse visto»

Riprendiamo dalla STAMPA di oggi, 11/08/2015, a pag.27, con il titolo " Riappare il film perduto di Jerry Lewis sulla Shoah. Lui vietò che venisse visto ", il commento di Maurizio Molinari.

Ecco la differenza tra Jerry Lewis e Roberto Benigni. Il primo gira un film sulla Shoah, ma il risultato non lo convince, ritira il film e ne impedisce la programmazione. Il secondo gira, scopiazzando qua e là ,"la vita è bella", vince anche un Oscar per un prodotto che ha irritato molti - tra i quali lo stesso Lewis- inventandosi un Auschwitz che non è mai esistito. Un regista onesto e uno no. Ma è il secondo che conquista premi e fama.

Risultati immagini per jerry lewis film shoah
Locandina del film di Jerry Lewis
       Una scena de "La vita è bella"

Ecco l'articolo:

Un clown tedesco deportato dai nazisti che nel lager intrattiene bambini ebrei destinati alle camere a gas: è la storia di Helmut Doork che Jerry Lewis ha trasformato 44 anni fa in un film sulla Shoah mai uscito nelle sale. A riportare alla luce la vicenda è l'Entertrainment Weekly di Los Angeles, raccogliendo la testimonianza di Rob Stone, curatore del Dipartimento immagini della Biblioteca del Congresso di Washington, che afferma di aver «acquisito la pellicola ori-ginale» sottoscrivendo l'impegno a non renderla pubblica nel «prossimo decennio». È la condizione posta da Jerry Lewis, che realizzò The Day the Clown Cried (Il giorno in cui il pagliaccio pianse) nel 1971 in Svezia, portando a termine riprese e montaggio fino alla stampa della prima pellicola ma poi decidendo di non distribuirla, e di non farne alcuna copia, facendola entrare negli annali dei film «perduti». La star comica nel lager Si tratta di una storia sulla Shoah, l'Olocausto di sei milioni di ebrei europei trucidati dai nazi- sti durante la Seconda Guerra Mondiale, che ruota attorno a Helmut Doork, il pagliaccio tedesco protagonista del copione scritto a quattro mani da Joan O'Brienn e Charles Denton. Dopo aver firmato il contratto Lewis visitò Auschwitz e Dachau per prepararsi alle riprese. Doork è un clown professionista nella Germania nazista che, quasi al termine della carriera, ha un alterco con il direttore del circo per cui lavora, si ubriaca, impreca contro Hitler e viene arrestato dalla Gestapo che lo deporta in un lager come prigioniero politico. Arrivato a destinazione, Doork viene picchiato dalle guardie tedesche e trova, quasi casualmente, un suo pubblico nei bambini ebrei deportati. E un clown senza grande abilità ma per i bambini del lager diventa una star e il copione finisce con lui obbligato dal comandante del campo ad accompagnare i piccoli verso le camere a gas. I nazisti avevano l'abitudine di far suonare orchestre di deportati per accompagnare le marce verso le camere a gas e l'idea di Jerry Lewis fu di puntare sul ruolo di un pagliaccio che recitava spontaneamente a favore dei più piccoli per sottolineare la drammaticità dell'eliminazione di un milione di bambini. Dubbioso sulla qualità Le uniche tracce esistenti del film sono sette minuti scarsi di immagini, trasmesse dalla tv belga nel 1972 e accessibili su YouTube, nelle quali si vede un giovane Jerry Lewis sulla sedia come nei panni del protagonista, al centro di un circo vuoto. Arrivato a 89 anni, Lewis resta convinto che la pellicola non vada mostrata al pubblico e il veto decennale posto alla Biblioteca del Congresso conferma che vuole posticiparne il rilascio a dopo la propria morte. Per avere qualche indicazione sul perché di tale comportamento la traccia disponibile è quanto lui stesso disse, in un'intervista a Entertainment Weekly nel 2009: «Ci sono due possibilità, può essere meglio di Citizen Kane oppure la peggior produzione ripresa da un proiettore». Ovvero, è un gioiello oppure un orrore della Storia del cinema. «Nessuno lo vedrà perché mi vergogno della sua qualità, quando me ne sarò andato chissà cosa ne avverrà - si chiese allora Jerry Lewis - l'unica cosa che sento è che forse un giorno un giovane avrà l'idea di riprendere il tema ed è una prospettiva che mi piace perché potrà uscirne fuori un grande film». Come dire, l'idea di fondo del copione era buona e il remake potrebbe funzionare, lasciandosi alle spalle un prodotto originale assai ambiguo. La vicenda fa scalpore in Israele perché Jerry Lewis, uno dei volti più noti dell'humour ebraico di Hollywood, è protagonista del tentativo di realizzare un film comico sulla Shoah, come fatto nel 1997 da Roberto Benigni con La Vita è bella, ma con un risultato da lui non gradito.

Per inviare alla Stampa la propria opinione, telefonare: 011/65681, oppure cliccare sulla e-mail sottostante


lettere@lastampa.it

Condividi sui social network:



Se ritieni questa pagina importante, mandala a tutti i tuoi amici cliccando qui

www.jerusalemonline.com
SCRIVI A IC RISPONDE DEBORAH FAIT