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La Stampa Rassegna Stampa
09.08.2015 SOS: il museo dedicato a Lele Luzzati (1921-2007) rischia la chiusura
Cronaca di Teodoro Chiarelli

Testata: La Stampa
Data: 09 agosto 2015
Pagina: 23
Autore: Teodoro Chiarelli
Titolo: «Genova, una santa alleanza per salvare la memoria di Luzzati»

Riprendiamo dalla STAMPA di oggi, 09/08/2015, a pag.23, con il titolo " Genova, una santa alleanza per salvare la memoria di Luzzati ", la cronaca di Teodoro Chiarelli, con tutti i consigli utili per salvarlo e rilanciarlo come merita:


Lele Luzzati

Immagine correlata
Teodoro Chiarelli


Il Museo Luzzati di Genova rischia di chiudere. Semplicemente e crudamente, non ha più i soldi per andare avanti. Nell’indifferenza delle istituzioni pubbliche e dei pochi e distratti potenziali mecenati privati, rischia di calare il sipario sul patrimonio culturale ed espositivo legato al grande illustratore e scenografo Emanuele «Lele» Luzzati. Certo, quasi mai la cultura paga quanto vale.
A Porta Siberia (varco d’accesso cinquecentesco, disegnata dal celebre architetto Galeazzo Alessi), nel Porto Antico di Genova, dove la struttura è collocata, c’è un vero tesoro che racconta di animazione, illustrazione, teatro.
Fra l’altro custodisce le coloratissime e affascinanti scenografie teatrali del maestro.
Mancano 210 mila euro
In quindici anni, da quando è stato aperto, il Museo Luzzati ha realizzato 32 mostre dedicate all’illustratore e scenografo, maestro in ogni campo dell’arte applicata e personaggio di spicco della cultura a cavallo tra gli anni Novecento e Duemila, legatissimo alle sue radici ebraiche. Ma pure sei mostre collettive (importante e di grande successo quella dedicata a Pinocchio) e 19 mostre monografiche con i disegni di Altan, Quentin Blake, Mordillo, Jutta Bauer, Nicoletta Costa, Andrea Pazienza, Silver.
In questo momento è visibile quella dedicata a Gipi, Gian Alfonso Pacinotti, fumettista, illustratore e regista che ha firmato graphic novel tradotti in molti Paesi e i film L’ultimo terrestre e Smettere di fumare fumando.
Tutto questo, però, non basta. Il museo, che ha ricevuto in custodia dagli eredi di Emanuele Luzzati la gestione dei diritti di uso immagine, è anche un’azienda e come tale deve far quadrare i conti. Il che, di questi tempi, non è cosa semplicissima. Da mesi i dipendenti non prendono lo stipendio. I contributi pubblici coprono solo il 10% dei costi e per il restante 90% le spese (personale, gestione degli spazi, organizzazione di mostre, eventi e officina didattica, comunicazione) devono essere coperte con gli incassi. Servono 450 mila euro l’anno, ma i ricavi degli ultimi esercizi - anni di crisi - si sono fermati a quota 240 mila euro, compresi i contributi di pochi privati. Mancano 210 mila euro, una cifra abbordabile se il museo fosse pubblico e, come tale, sostenuto da fondi statali o comunali. Soprattutto alla luce del fatto che la struttura accoglie ogni anno una media di 35 mila visitatori annui, che potrebbero essere aumentati se solo il Comune la inserisse negli itinerari culturali cittadini.
Mostre in Italia e all’estero
Forse il Museo Luzzati sconta la decisione di far prevalere il carattere culturale su quello commerciale. Il direttore, Sergio Noberini, ha dedicato la sua vita a questa scommessa. Un museo vivo, propositivo e fantasioso, pur nella scarsità dei mezzi. Instancabile, Noberini ha pensato e organizzato mostre su Luzzati in Italia e all’estero, ottenendo spesso più gratificazioni fuori casa che nella sua Genova. Ogni anno la struttura da lui diretta incontra oltre 14 mila bambini provenienti da scuole, famiglie e centri disabili nei laboratori dell’Officina. Il costo di partecipazione è di appena 5 euro, tra i più bassi, anche in confronto alle offerte di simili istituzioni pubbliche. Il museo, inoltre, porta avanti un attento lavoro di catalogazione dell’opera di Luzzati, continua a difendere e a diffondere l’immagine dell’artista di cui è l’unico referente riconosciuto dalla famiglia. «Comunichiamo e promuoviamo a livello nazionale con grandi risultati la nostra attività, la figura e l’opera di Emanuele Luzzati e quindi anche Genova e il suo patrimonio artistico, turistico e culturale - spiegaNoberini -,ma da soli è sempre più dura. Abbiamo idee per il futuro, ma non sappiamo se avremo un futuro. In programma, ad esempio, c’è la mostra su Alice nel paese delle meraviglie con opere di Luzzati e Stefano Bessoni per il 150° anniversario della pubblicazione del libro di Lewis Carroll».
Chi non si rassegna Nel capoluogo ligure però c’è anche chi non si rassegna all’ineluttabile depauperamento, non solo culturale, della città. Intellettuali, professionisti, semplici cittadini, insegnanti si stanno organizzando. È stata lanciata l’iniziativa «Save the Museum» per raccogliere fondi ed è stato aperto un conto corrente sul conto corrente bancario (Museo Internazionale Luzzati, iban: IT91 E033 5901 6001 0000 0136 071, causale «Sostieni il Museo Luzzati»). Caterina Ansaldi, l’ideatrice delle magliette «Non c’è fango che tenga » a sostegno degli alluvionati genovesi, ha studiato una linea di T-shirt il cui incasso sarà devoluto al museo. Ci saranno tour fotografici del museo in giro per Genova, manifestazioni, presentazioni di libri e persino cooking experience per sensibilizzare il pubblico. Perché il Museo Luzzati è una piccola perla. Piccola cosa. Ma di tante piccole cose e dalla voglia di difenderle è fatto il senso di appartenenza di una comunità.

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