Heidegger: l'antisemitismo meta-fisico e metà-ignobile di Donatella Di Cesare
Commento di Vitaliano Bacchi
Donatella Di Cesare, Martin Heidegger con - sullo sfondo - un raduno... "metafisico"
Rispondere a Donatella di Cesare si deve e deve farlo I.C. che è stata definita dalla stessa un sito “schierato alla estrema destra” giudizio che postula la certezza che la docente non ha mai letto i nostri articoli sulla estrema destra in Italia e non è a conoscenza del nostro impegno ideologico e giudiziario contro il neofascismo altrimenti un giudizio del genere non sarebbe scaturito.
Quello che tuttavia dovrebbe risolvere la diatriba è la valutazione alla quale con questo articolo viene chiamata l'autrice circa la sua personale conoscenza della filosofia di Heidegger e della sua gnoseologia essenziale giacché parlare di metafisica nel caso di Heidegger sarebbe comico. Heidegger è il pensatore tedesco meno originale e preparato della sua generazione e cioè la scuola dell'irrazionalismo tedesco che nasce con Schopenauer evolve con Nietzsche e trova finalmente la sua bizzarra codificazione ontologica proprio con il filosofo nazionalsocialista. Heidegger non introduce niente di suo di personale e originale; non fa che codificare con un linguaggio totalmente estraneo alla tradizione filosofica tedesca e occidentale le osservazioni e gli aforismi sparsi di Nietzsche sulla inidoneità del pensiero razionale a congrua rappresentazione della realtà.
Se Nietzsche è considerato il padre del nichilismo vuol dire che nessuno più di lui ha screditato e rifiutato le categorie della Ragione occidentale (scienza, diritto, logica, razionalismo, metodo) giudicate insufficienti e confusive rispetto a una autentica conoscenza e intelligenza del mondo. Se Hitler nei suoi comizi potè dire che “se la provvidenza mi ha inviato in mezzo a voi lo ha fatto affinché io adempia la missione di sostituire l'idea di razza suolo e popolo alla più grande calamità dell'occidente e cioè il cristianesimo” potè dirlo perché questa violenza era già diffusa nella cultura tedesca.
Non sono parole di un imbianchino; sono le parole di Nietzsche perché l'ostilità a Socrate come inventore della Ragione concettuale e a Cristo come nunzio di un Dio metafisico sono le sue idee non quelle dell'imbianchino che potè infatti declamarle solo perché il biglietto per leggerle al popolo tedesco glielo aveva preparato Alfred Rosenberg, un gerarca filosoficamente ignorante e proprio per questo capace di sostituire Hitler a Socrate e Himmler a Cristo.
Heidegger ripropone una nichilistica gnoseologia fondamentale secondo la quale bisogna buttare via tutto l'apparato logico razionale della cultura occidentale da Socrate ad Einstein e tornare ai presocratici ad una cultura tribale presimbolica alogica irrazionale; bisogna inoltre spazzare via tutte le categorie della morale cristiana pietistica sociale solidaristica pauperista colpevolista liturgica punitiva e sostituirla con una nuova morale quella del superuomo che trasvalutato tutti i vecchi valori (scienza, morale, legge, ragione) in nome di una nuova morale eroica amorale alogica irrazionale e pagana di cui Hitler farà vedere una delle tante interpretazioni nei campi di sterminio, luoghi in cui la morale il diritto e la ragione certamente furono assenti.
Ma non siamo ancora al dunque con la Di Cesare: il dunque è la domanda che ci facciamo ed alla quale ci auguriamo che lei o qualche suo socio antimetafisico risponda su queste colonne: ma non si rende conto signora Di Cesare che Heidegger ha teorizzato una dimensione di conoscenza priva di strutture concettuali e quindi metafisiche che costituiscono non da oggi ma fin da Euclide e dai matematici greci la struttura indeclinabile della razionalità che rende possibile il computo e la misura del reale, la sua intelligibilità e la sua possibilità di esperienza?
Possiamo ipotizzare un mondo senza la moneta, senza la scienza, senza il computer, senza la relatività, senza i vaccini, senza la chemioterapia, senza la comunicazione e cioè il mondo vagheggiato da Heidegger? Alla dimensione di conoscenza dello scienziato il filosofo di Hitler ha proposto di sostituire il “pastore dell'essere” una figura fiabesca silvestre poetica e patetica che fa capire veramente la nullità della sua filosofia e la sua inconferenza se non agli effetti lirici di una mistica retriva e ridicola come retriva e ridicola è la tradizione ermetica che da filosofie come la sua trae ispirazione e cioè il pattume filosofico irrazionalista di Evola Guenon e altri mistici da luna park in cui le teorie della razza e del superuomo ariano si fondano sul ritorno al mondo presocratico della tribù del mito della magia della superstizione e della aristocrazia guerriera che divideva il mondo in classi e caste, un mondo in cui la sopravvivenza era discrezione del Signore nibelungico del sangue delle armi e delle terre?
Non si rende conto la signora Di Cesare che la difesa di una filosofia come quella di Heidegger equivale a teorizzare la superiorità dell'estasi lirica dell'Arcadia sulla ricerca di laboratorio nella indagine sulle cause del cancro? Dal momento che non fa mai a meno di ricordare la sua docenza filosofica, se vuole rispondere lo faccia con categorie filosofiche autentiche non con quelle di Heidegger perché l'informazione sionista in Italia e cioè I.C. si occupa di affari reali e non di fiabe per l'infanzia e cioè il lettore congruo a questa “filosofia” pastorale.
Vitaliano Bacchi