Per definizione
Cartoline da Eurabia, di Ugo Volli
La 'Guida suprema' Khamenei con il suo libro in cui sostiene che Israele debba essere annientato
Cari amici,
noi ci facciamo il nostro bravo esame di coscienza chiedendoci com'è che un pazzo estremista religioso colpevole di un assalto dieci anni fa, catturato e imprigionato, possa essere rilasciato e ripetere lo stesso assalto al Gay Pride dieci anni dopo, o se davvero c'è contiguità fra il nazionalismo ebraico più estremo e i terroristi che hanno bruciato una casa in un villaggio arabo, o se sono piuttosto da prendere in considerazione i dubbi emersi (per chi ha facebook, li trovate qui: https://www.facebook.com/david.pacifici/posts/10207241370341592). O ci facciamo fare la morale dai nostri nemici, come ho raccontato ieri.
Ma nel frattempo il terrorismo arabo non si ferma affatto. Che siano bombe molotov (http://www.timesofisrael.com/2-hurt-in-jerusalem-firebombing-attack/) o pestaggi (http://www.jewishpress.com/news/breaking-news/jerusalem-arabs-arrested-for-brutally-beating-religious-jewish-couple/2015/08/03/), l'obiettivo sono naturalmente civili e né l'Onu né Mogherini, né l'autorevole stampa internazionale perdono tempo a deplorare questi episodi.
L'area archeologica presso il Monte del Tempio, a Gerusalemme
Ma questi sono fatti sul terreno, che potrebbero essere attribuiti al caso, alla violenza di singoli “lupi solitari” (ma forse la vigliaccheria li farebbe chiamare più facilmente “sciacalli solitari"), o all'insofferenza non organizzata. Non è così. Questo stillicidio di aggressioni è frutto di una propaganda accuratamente pianificata e continua. Prendete per esempio il Monte del Tempio che è uno degli epicentri degli scontri, perché i leader arabi si rifiutano di prendere atto che prima della loro moschea lì c'era per l'appunto il Tempio ebraico, che ha un significato storico e teologico fondamentale per il popolo ebraico. Non c'è bisogno di dimostrarlo, tant'è “tempiocentrico” tutto il culto ebraico; ma se ci fosse le fonti archeologiche e letterarie (ebraiche, romane, cristiane, anche musulmane) sono innumerevoli. Eppure la negazione è continua e martellante. Leggete questi estratti per rendervene conto di persona: http://palwatch.org/main.aspx?fi=157&doc_id=15297. E guardate come essi si mescolano con le più volgari diffamazioni razziste: gli ebrei sono pericolosi, portano malattie, insomma non sono umani. Lo dice l'imam di quella moschea durante una predica: http://www.israelnationalnews.com/News/News.aspx/198963#.Vb9mAPntmko. Insomma, c'è da meravigliarsi se una religione molto intollerante come è l'Islam (chiedete ai Baha'i, ai drusi, agli alawiti, ma soprattutto ai cristiani d'Oriente per averne conferma) percepisca come un'aggressione la legittima volontà di ricordare il passato del luogo e di pregarvi se sono religiosi. Il risultato è una massa di aggressioni intollerabile in qualunque stato civile (qui vedete l'ultima: http://fr.timesofisrael.com/mont-du-temple-un-francais-brutalise-apres-avoir-brandi-un-drapeau-israelien/) sul Monte stesso ma anche fuori, un pretesto permanente al terrorismo e all'odio. La cui responsabilità ricade sui responsabili palestinisti, clericali e politici.
Oppure considerate il nuovo alleato di Obama, l'Iran. Il suo Führer (questa è la traduzione giusta di ciò che i giornali chiamano di solito “guida suprema”) Khamenei, ha appena pubblicato un libro in cui “usa tre parole farsi per dire che Israele non ha diritto di esistere: nabudi (annientare), imha (dissolvere) e zaval (cancellare)” per definire il futuro di Israele, a sua volta indicato come adou [nemico], doshman [avversario] e come un “tumore canceroso” (http://www.israele.net/il-mein-kampf-dellayatollah-khamenei).
Insomma, c'è un incitamento continuo e con tutti i mezzi, da parte di personaggi, movimenti e stati che Obama e l'Europa si ostinano a considerare moderati e possibili partner di pace, che Israele è richiesto di lasciar armare e preparare alla guerra di sterminio che vogliono condurre. Lo scandalo sugli episodi isolati di terrorismo che nascono in Israele non è basato sul concetto, condivisibile, “siete un popolo civile e democratico, non dovete fare come loro”, ma sull'idea che loro sono “i buoni”, a prescindere dal loro terrorismo, dalla corruzione, dalla dittatura, e che Israele, ancor più se qualche volta qualche suo cittadino è coinvolto in azioni sbagliate e criminali, è per definizione dalla parte del torto.
Ugo Volli