Riprendiamo dalla STAMPA di oggui, 30/07/2015, a pag. 20, con il titolo "Oxfam, Israele e il boicottaggio", la lettera di Roberto Barbieri, direttore generale di Oxfam Italia, e la risposta di Maurizio Molinari.
L'ipocrisia del direttore di Oxfam Italia è evidente. I giri di parole con cui tenta un'inutile difesa non cambiano la realtà: Oxfam Italia sostiene il boicottaggio di prodotti delle città ebraiche in West Bank. Così facendo, fa un triplice danno: a Israele, agli arabi palestinesi che in gran numero lavorano nelle aziende boicottate e alla pace.
L'articolo del 23 luglio scorso citato da Barbieri è stato pubblicato su IC alla pagina http://www.informazionecorretta.com/main.php?mediaId=6&sez=120&id=58980
Ecco la lettera, segue la risposta puntuale di Maurizio Molinari:
Il movimento BDS vuole distruggere, economicamente e politicamente, lo Stato ebraico: questo è antisemitismo
Roberto Barbieri ammette di sostenere il BDS
Caro direttore, le scrivo in merito all’articolo dal titolo “Quella campagna lanciata dalle Ong per isolare lo stato ebraico” del 23 luglio, in quanto alcuni passaggi possono portare il lettore a fraintendere l’obiettivo che guida il lavoro di Oxfam per la costruzione di una pace duratura tra israeliani e palestinesi nel rispetto del diritto internazionale. Nell’articolo si dice: […] sebbene Oxfam neghi ogni coinvolgimento, Israele ritiene che sia un sistema di scatole cinesi per raccogliere ingenti fondi e “continuare con nuovi mezzi la campagna di boicottaggio […]”. Precisiamo che Oxfam è una confederazione di 17 organizzazioni no-profit che operano contro l’ingiustizia della povertà in 90 Paesi con oltre 3 mila partner. Oxfam non è sotto alcun aspetto “un sistema di scatole cinesi”. Inoltre non fa parte del movimento Bds (Boycott, Disinvestment, Sanctions), né ha mai chiesto il boicottaggio di Israele. È però contraria al commercio con gli insediamenti israeliani in Cisgiordania, illegali per il diritto internazionale. Riguardo la relazione con la Coalition of Women for Peace (Cwp), che avrebbe promosso l’offensiva contro “Soda Stream” e che avrebbe ricevuto i maggiori aiuti […] da “Oxfam Novib”, ramo olandese di “Oxfam International”, a cui l’Aja versa “decine di milioni ogni anno”, precisiamo che abbiamo lavorato per molti anni con Cwp, organizzazione israeliana che lavora con donne ebree arabe in Israele, finanziando i loro progetti sul tema e facendo sì che le voci di tantissime donne fossero ascoltate nei processi decisionali.
Roberto Barbieri
Direttore generale Oxfam Italia
Ecco la risposta di Maurizio Molinari:
Maurizio Molinari
Ringraziamo Roberto Barbieri per la gentile lettera in cui conferma, come il nostro articolo spiegava, che Oxfam è “contraria al commercio con gli insediamenti israeliani in Cisgiordania”. Tale politica ha avuto un indubbio successo spingendo “SodaStream” a spostare un impianto da Mishor Adumim, in Cisgiordania, a Lehavim, nel Negev. L’attrice Scarlett Johansson, testimonial di “SodaStream”, si è dimessa da ambasciatrice di “Oxfam” per discostarsi da tale campagna.
Ognuno è libero di sostenere o meno campagne di boicottaggio nei confronti di chicchessia ma è opportuno ricordare che si tratta di un tema oggetto di contesa, giuridica e morale. A dimostrarlo è il fatto che il boicottaggio anti-Israele, in ogni forma e declinazione, è stato condannato dalla Corte Suprema francese come forma di intolleranza paragonabile all’islamofobia e il presidente del Consiglio italiano, Matteo Renzi, ha espresso una posizione simile affermando: “Chi boicotta Israele, boicotta se stesso”.
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