Riprendiamo da LIBERO di oggi, 29/07/2015, a pag. 12, con il titolo "La bimba della Merkel odia Israele", il commento di Giovanni Longoni.
La ragazza in lacrime
Ha commosso il mondo, Reem Sahwil, la piccola profuga palestinese che si mette a piangere quando Angela Merkel le dice che per lei non c'è posto in Germania. «Non possiamo accogliere tutti», le aveva detto la Cancelliera che, da tedesca, ha la sgradevole abitudine di dire sempre (sempre?) la verità.
Ma alle lacrime l'opinione pubblica, persino quella teutonica, non era pronta. Così, in quattro e quattr'otto, le autorità federali e quelle locali di Rostock, dove la quattordicenne abita con la famiglia (fuggita da un campo profughi in Libano), si sono mobilitate per farle ottenere il permesso. Parla tedesco, vive qui già da quattro anni, è integrata, spiegò la ministra per le Politiche migratorie, Aydan Oezoguz. «Proprio per persone come lei abbiamo appena modificato la legge, per dare una prospettiva ai giovani che si sono integrati».
Quello che Reem vorrebbe fare di Israele
Ma pensa un po' che coincidenza. Reem è poi diventata una piccola star dell'informazione: intervistata dal New York Times e dalla Welt. E proprio dal servizio uscito due giorni fa sul quotidiano di Amburgo, a firma Per Heinrichs, apprendiamo alcune cose interessanti su Reem e famiglia. Dopo aver parlato delle sue speranze, di quello che le piace dell'Occidente (moda, musica, vestiti), la ragazzina dice che però la sua patria è altrove. «Il mio Paese è la Palestina», spiega; «un giorno vivrò lì».
Ma sai che c'è Israele, chiede l'intervistatore. «Sì, ma la mia speranza è che quella terra non si chiami più Israele ma Palestina». «I miei genitori mi hanno detto che gli israeliani ci hanno cacciato». Che Reem, nata in campo profughi odi Israele, non stupisce. Speriamo però che i tedeschi non le abbiano concesso di restare proprio per quello...
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