Riprendiamo dalla STAMPA online l'articolo "Blitz israeliano nella Moschea di Al Aqsa, guerriglia a Gerusalemme"; all'articolo della Stampa anteponiamo il nostro commento su titoli e immagini che presentano i fatti accaduti ieri a Gerusalemme su alcuni quotidiani italiani.
Soldati israeliani all'assalto della moschea? No, si difendono dalla sassaiola dei terroristi
Su alcuni quotidiani di oggi, 27/07/2015, le cronache delle violenze palestinesi che ieri si sono consumate sul Monte del Tempio/Spianata delle Moschee vengono presentate in modo del tutto parziale e fuorviante. Inoltre le immagini che accompagnano gli articoli mostrano, come vuole il manuale del disinformatore anti-Israele, giovani donne circondate da soldati israeliani e gli stessi militari con le armi in pugno presso la Moschea di Al Aqsa. Le foto, però, guarda caso tagliano la scena: la parte che resta fuori - facile immaginarlo - è quella dei terroristi palestinesi che lanciano pietre e altri oggetti contro ebrei in preghiera e soldati israeliani, che non fanno altro che difendersi, cercando di non far degenerare gli scontri.
I titoli dei pezzi completano l'opera, facendo passare l'idea - falsa - che siano i soldati israeliani gli aggressori. Bene sappiamo, invece, che le violenze palestinesi sono finalizzate esattamente a obbligare i soldati a entrare nella Moschea, per poter scatenare poi il penoso carrozzone della disinformazione. Come è successo anche questa volta.
Ancora una volta un pessimo servizio alla verità.
Quello che i giornali italiani mostrano...
... e quello che nascondono
LA REPUBBLICA, pag. 14: "Blitz israeliano sulla Spianata: 'Militari in moschea', scontri e arresti
CORRERE della SERA, pag. 15: "Irruzione israeliana nella moschea, caos sulla Spianata"
IL FATTO QUOTIDIANO, pag. 3: "Israele 'viola' la moschea di Gerusalemme": e il sottotitolo rincara la dose: "Soldati di Tel Aviv nella Spianata dove pregano i palestinesi" [pregano? che strani strumenti di preghiera, pietre e coltelli! ndr]
LA STAMPA: "Blitz israeliano nella Moschea di Al Aqsa, guerriglia a Gerusalemme"
Riprendiamo questo articolo fazioso per mostrare quanto grande sia la differenza tra le cronache puntuali ed equilibrate di Maurizio Molinari, pubblicate sulla versione cartacea della Stampa, e la versione online del quotidiano torinese. Eccolo:
Giornata di violenze nella moschea al-Aqsa di Gerusalemme, dove gruppi di attivisti palestinesi si sono scontrati con reparti della polizia israeliana in una giornata di mobilitazione islamica organizzata per contrastare l’ingresso di diverse centinaia di ebrei nella Spianata delle Moschee. Il loro arrivo era stato preannunciato peraltro nei giorni scorsi da un movimento ebraico di estrema destra, “Torniamo sul Monte”, che anela alla ricostruzione del Tempio di Gerusalemme nella Spianata dove si stagliano la moschea al-Aqsa e la Cupola della Roccia.
Nella Città Vecchia di Gerusalemme la tensione politico-religiosa covava da tempo. Oggi è esplosa in occasione del “Tisha´ be-Av”: il nono giorno del mese ebraico di Av in cui, con un digiuno, gli ebrei ricordano la prima distruzione del Tempio (per mano dei babilonesi) e anche la seconda, nel 70 d.C., compiuta dalle legioni romane. In questo mese negli ambienti della destra israeliana hanno avuto grande eco le prediche di alcuni Imam radicali della moschea al-Aqsa (rilanciate da un’emittente israeliana) e le manifestazioni in sostegno dell’ala militare di Hamas ripetutesi sulla Spianata.
Le tensioni sono cresciute nei giorni scorsi quando una giovane colona ha scandito davanti a donne arabe e di fronte ad una telecamera un insulto particolarmente volgare nei confronti di Maometto. Il suo slogan sembra aver attecchito: oggi è stato nuovamente lanciato da estremisti ebrei. A rendere ancora più esplosiva la situazione sono stati la presenza, la scorsa notte, di decine di migliaia di ebrei presso il Muro del Pianto ed oggi l’ingresso nella Spianata delle Moschee di un ministro israeliano di estrema destra, Uri Ariel. Secondo la ricostruzione della polizia, i disordini sono stati comunque organizzati a tavolino dagli attivisti palestinesi. Nella moschea al-Aqsa, hanno fatto sapere le forze dell’ordine, avevano stivato bottiglie incendiarie, pietre, lastre di marmo e fuochi di artificio pronti per essere sparati ad altezza d’uomo sugli agenti. Inoltre, è la versione ufficiale, i dimostranti avevano improvvisato barricate con ombrelloni e mobili agli ingressi di al-Aqsa, lasciando però dei varchi per garantirsi la libertà di spostamento fra il santuario e la Spianata.
Quando gli agenti sono comparsi assieme con il ministro, dalla moschea - sostiene la polizia - è partito l’attacco. Con il suo intervento «di pochi metri», la polizia ha allora rimosso le barricate, ha chiuso le porte e ha consentito l’ingresso nella Spianata di comitive di ebrei. Gli scontri sono stati duri. La polizia ha fatto uso di granate assordanti e di gas lacrimogeni e i tappeti della moschea al-Aqsa sono stati ridotti ad una sorta di campo di battaglia. Fonti palestinesi affermano che una ventina di guardiani del Waqf (l’ente per la protezione dei beni islamici in Palestina) sono stati feriti dalla polizia israeliana con bastonate alla testa e alle gambe. Si sono anche avuti altri contusi, e diversi fermi.
Durissime le reazioni politiche. Hamas, da Gaza, ha parlato di «forte escalation» da parte di Israele, e ha avvertito che le sue cellule armate in Cisgiordania reagiranno. Nel frattempo, ha aggiunto, i fedeli islamici dovranno mobilitarsi per proteggere i propri Luoghi sacri. Molto severa anche la reazione della Giordania, Paese custode della moschea al-Aqsa, che imputa ad Israele la piena responsabilità degli incidenti. Ma anche Israele protesta. Il capo dello Stato Reuven Rivlin ha espresso indignazione per le violenze dei giovani palestinesi «in un luogo sacro» anche all’ebraismo e, per giunta, nella giornata di lutto per la distruzione del Tempio. A Gerusalemme la polizia resta in allerta. La speranza è che l’ondata di violenze sia passata. Ma resta il timore che, come nella estate scorsa, le tensioni possano contagiare i rioni periferici della città.
Per inviare la propria opinione ai quotidiani, telefonare:
La Stampa 011/65681
La Repubblica 06/49821
Corriere della Sera 02/82621
Il Fatto Quotidiano 06/328181
Oppure cliccare sulle e-mail sottostanti