IC7 - Il commento di Carlo Panella: La demenziale politica di Obama
Dal 19 al 25 luglio 2015
Pericolosamente incompetente
Come si dice a Roma: ci sono o ci fanno? La risposta non è facile ma tendo a credere che sia vera la prima ipotesi: Barack Obama e la sua Amministrazione "ci sono", nel senso che la loro demenziale politica mediorientale è proprio frutto di una altrettanto demenziale analisi dei fattori in gioco e non di ipocrisie. John F. Kerry è la rappresentazione somatica del più basso livello di comprensione del reale (dopo i fratelli Alan e Foster Dulles) nella storia della diplomazia americana. "Non so cosa pensare" ha risposto a chi gli chiedeva di valutare il feroce attacco contro gli USA e la proclamazione piena della politica da parte dell'ayatollah Khamenei tre giorni dopo la firma dello "storico accordo" che avrebbe dovuto aprire una "nuova stagione di pace" tra USA e Iran.
In gara con l'ineffabile suo Segretario di Stato, Barack Obama, ha inviato a Gerusalemme e a Ryad il suo Segretario alla Difesa Ashton Carter per rassicurare Bibi Netanyhau e il re Salman dell'Arabia Saudita. La proposta obamiana ai due leader che hanno denunciato il dato irrefutabile dell'ovvia conseguenza degli accordi di Vienna -l'aggressività iraniana con armi convenzionali- ha dell'incredibile: la fornitura di complessi sistemi d'arme americani. Dunque, lo stesso Obama sa benissimo che grazie all'accordo che ha firmato, l'Iran sarà più aggressivo e il rimedio che propone è una escalation di armamenti convenzionali in Medio Oriente! Conseguenza immediata del suo "storico accordo". Come si vede, la scelta di insignirlo a inizio mandato del Nobel per la Pace è stata oculata...
Naturalmente, Netanyhau ha trattato Carter in malo modo è così ha fatto re Salman che peraltro ha già commissionato ben 16 centrali nucleari alla Russia di Putin. Un numero assolutamente sproporzionato rispetto alle esigenze di diversificazione energetica dell'Arabia Saudita è chiaramente funzionale a un solo obiettivo: dotarsi di un armamento atomico. Dunque, oltre a incrementare al parossismo l'armamento convenzionale in Medio Oriente, l'accordo voluto da Obama ha già dato inizio alla proliferazione nucleare. I sauditi hanno già concordato col Pakistan (la cui bomba atomica fu costruita solo grazie ai loro lauti finanziamenti) la fornitura della tecnologia nucleare bellica e stanno concordando con l'Egitto l'estensione del futuro arsenale militare.
Iran e Arabia Saudita
Non basta. I giorni successivi all'accordo, grazie ai 150 miliardi di dollari che entrano da subito nelle loro casse, gli oltranzisti di Teheran hanno fornito un finanziamento di un miliardo di dollari ad Assad con cui il tiranno di Damasco finanzia ora le sue milizie. Conseguenza immediata: la crisi agonica del baathista siriano è stata così arrestata, i combattimenti sono ripresi con intensità con largo impiego di armi chimiche (riprova del fallimento dell'accordo voluto da Obama per liquidare l'arsenale chimico siriano: un'altra follia di questa Amministrazione). Ma Obama ha un rimedio anche per questo e ha risposto autorizzando il turco Tayyp Erdogan a occupare militarmente una striscia di sicurezza del territorio siriano di 50 chilometri per 90. Nuova conseguenza: le colonne corazzate turche entreranno presto in contatto con i curdi del Pyd che hanno appena proclamato la "provincia autonoma del Rajava" esattamente lungo la striscia che verrà occupata da Ankara e sarà battaglia.
E siamo solo all'inizio dell'effetto di domino impazzito dell'accordo di Vienna sul nucleare iraniano, che l'apprendista stregone di Washington ha innescato per una ragione semplicissima: si rifiuta di capire che dentro l'Islam agisce una forza apocalittica e eversiva sia in campo sunnita (l'Isis), che in campo sciita (l'Iran rivoluzionario). Non comprende soprattutto una verità indiscutibile: mentre la Cina ha sfidato tutte le teorie di dottrina dello Stato e dell'economia occidentali, affiancando a una dittatura statuale e a una economia socialista, una economia sfrenatamente capitalistica, così ha fatto l'Iran in campo politico. Khomeini infatti ha costituito un sistema politico originale che vede uno Stato gestire la geopolitica regionale e una economia capitalistica (componente apprezzata da Obama come dagli investitori internazionali, che la credono, sbagliando, egemone), in perfetto equilibrio con un nucleo statuale parallelo che ha il compito precipuo di "esportare la rivoluzione".
Ed è questo nucleo rivoluzionario quello che comanda, che controlla il 40% dell'apparato produttivo, che controlla tutti i gangli del potere e che è riuscito con i suoi Pasdaran a controllare ormai 4 altre capitali: Baghdad, Beirut, Damasco e Sanaa. Sarà questo nucleo rivoluzionario a godere degli incredibili vantaggi che l'ignavo Obama ha deciso incredibilmente di elargire.
Carlo Panella