I pregiudizi dei media europei contro Israele
Analisi di Manfred Gerstenfeld
(Traduzione di Angelo Pezzana)
Sergio Minerbi
I pregiudizi dei media europei contro Israele sono stati documentati da decenni da molti analisti. Uno dei primi è stato David Bar-Illan del Jerusalem Post, nel suo libro “Eye on the media” del 1983, che raccoglieva i suoi articoli. Il diplomatico israeliano Sergio Minerbi nel 1985 aveva analizzato sei documentari della Tv belga RTBF in lingua francese, dedicati al Medio Oriente, tutti ostili a Israele. Nel 1987, Henry Wienberg dedicò un intero capitolo del suo libro “ The Myth of the Jew in France” ai pregiudizi del quotidiano della sinistra colta francese Le Monde.
Una decina di anni dopo l’uscita del suo libro, in una intervista, Bar-Illan mi disse che la BBC era “la peggiore di tutti per quanto riguardava Israele”, aggiungendo che vi erano centinaia di esempi a prova del malanimo che la caratterizzava. Ricordò un incidente avvenuto in caffè a Gerusalemme est, nella parte araba della città, che crollò per cause strutturali. Ebrei e arabi cooperarono per salvare più vite possibili, ma la BBC non disse una parola su quella collaborazione, riferendo soltanto degli arabi feriti dall’esplosione di una bomba, cosa per altro non vera.
Il tipico modo di informare della BBC - e non solo - su Israele
Negli ultimi quindici anni, l’antisemitismo è cresciuto in modo violento soprattutto in Francia. I pregiudizi dei media su Israele vennero documentati nel 2002 in una pubblicazione sull’anti-semitismo, a cura dell’organizzazione “Osservatorio del Mondo Ebraico” di Shmuel Trigano. Due saggi erano dedicati a Le Monde, mentre Clément Weill Raynal analizzava i pregiudizi della “ Agence France Press”. In una intervista del 2004, Trigano mi ha descritto quanto l’enorme potere dei media rappresenti uno dei pericoli maggiori per le democrazie occidentali. “ I loro comportamenti verso Israele e gli ebrei in questi ultimi anni hanno dimostrato come siano capaci di sovvertire analisi, dibattiti, critiche. Dipendiamo da un giornalismo che condiziona politicamente l’opinione pubblica. Si influenzano a vicenda, senza essere responsabili verso nessuno. Ma libertà e democrazia non possono esistere se verità e fatti vengono manipolati”.
Shmuel Trigano
Nel 2005 ho pubblicato un libro di interviste sulle relazioni Europa-Israele, dal titolo “Europe and Israel an Expanding Abyss “. Una delle intervistate, Hildegard Muller, deputata tedesca cristiano democratica, mi disse che i media sono in parte responsabili della diffamazione di Israele. “Spesso danno notizie senza verificarne la veridicità e pubblicano spesso le medesime immagini che definì ‘notizie-conserve’, aggiungendo che molti media pubblicano le stesse notizie tratte dalla Agence France Press, abitudine comune a molti giornali”. Robert Wistrich, prematuramente mancato qualche mese fa, uno degli storici più importanti dell’anti-semitismo, mi disse in una intervista che i media, insieme a politici e la società nel suo insieme “ rimproverano, puniscono, criticano ferocemente e demonizzano Israele, dipingendo lo stato ebraico in modo negativo con immagini stereotipate, specialmente in Tv e sui giornali”.
L’ex Ambasciatore in Gran Bretagna, Tvi Shtauber, mi raccontò di avere ricevuto la visita del direttivo dell’Associazione dei giornalisti inglesi. Uno di loro gli fece una domanda indicativa di quanto Israele veniva demonizzato: “ Vorremmo essere assicurati da lei, Signor Ambasciatore, che la politica ufficiale dello Stato di Israele non consiste nello sparare ai giornalisti “. Shtauber definì la BBC un problema in quanto tale: “ Per anni ho discusso con loro infinite volte, chiunque segua le trasmissioni a lungo ne riceve una informazione distorta… è la natura intrinseca dell’emittente”.
Analisi approfondite dei pregiudizi contro Israele della BBC sono state fatte da Trevor Asserson, un avvocato inglese che poi è immigrato in Israele. Tra il 2001 e il 2004, ha analizzato in quattro relazioni dettagliate il pregiudizio sistematico della BBC su Israele, che gode anche del fatto di essere un ente di stato, dipendendo dal governo inglese. Ha rilevato in un capitolo le regole alle quali avrebbe dovuto attenersi: assicurare che le opposte opinioni venissero rappresentate, non permettendo ai giornalisti di influenzare il pubblico con opinioni proprie. Asserson ha documentato come la BBC non le abbia spesso seguite. Concludeva poi la sua analisi sulla BBC dicendo “ riporta notizie su Israele distorte per omissione, per inclusione, per riferire solo una parte dei fatti, decidendo chi deve essere intervistato e chi no, e sullo sfondo dando informazioni inutili e censurando quelle serie.”
Svariati altri media europei fanno lo stesso. Uno studio recente di Joel Kotek rivela come Israele è stato raffigurato in maniera fortemente distorta nei media belgi di lingua francese durante la guerra contro Hamas del 2014 “Scudo Protettivo”. Ho intervistato Johannes Gerster, già parlamentare e direttore della Fondazione Konrad Adenauer in Israele, il quale mi ha detto di aver tentato invano di convincere alti funzionari israeliani che la propaganda era un elemento essenziale della guerra. Non lo vollero neppure ascoltare. Sono passati anni, ma la situazione è la stessa.
Il problema della calunnia dei media contro Israele è stata documentata a getto continuo nei decenni passati, così come la metodologia analitica per combatterlo. Da qui la domanda sulla politica israeliana: che cosa ha fatto il governo israeliano per arginare questa ostilità come risulta dai pregiudizi riportati ? Perché il governo israeliano non studia e analizza – se necessario rivolgendosi anche fuori dall’area governativa – questo pregiudizio che colpisce lo stato ebraico ? E' così difficile trovare il modo di agire contro questi media che, in vari modi, svolgono propaganda in favore dei nemici di Israele ? La risposta è che il governo israeliano non ha fatto nulla in questo campo. Possiamo solo stupirci che non ci siano politici o partiti che non ritengano importante portare questo tema alla pubblica opinione.
Manfred Gerstenfeld è stato presidente per 12 anni del Consiglio di Amministrazione del Jerusalem Center for Public Affairs. Collabora con Informazione Corretta. E' appena uscito il suo nuovo libro "The war of a million cuts" (in inglese). E' una analisi di come ebrei e Israele sono delegittimati e come farvi fronte.