Knesset: una proposta di legge pronta e una in partenza
Lettera da Gerusalemme, di Angelo Pezzana
Tzipi Hotovely, Viceministro degli Esteri di Israele
Cominciamo da quella che aumenta la pena per chi lancia pietre, parola inadeguata, in quanto viene sempre usata abbinandola a qualche immagine di giovine con fionda, mentre nel titolo lo spazio è dedicato al (cattivo) militare israeliano cui non va di farsi spaccare faccia o testa, per cui dopo l’ennesimo avvertimento pensa giustamente a salvare la propria pelle reagendo.
Ma le pietre sono anche quelle lanciate contro le auto, e lì, feriti e morti ci scappano sempre. E’ su questi secondi casi che verrà discussa in questi giorni l’aggravio della pena, da dieci a venti anni, dipende dalle circostanze. Le auto militari saranno considerate come le civili. La proposta viene dalla Ministra della Giustizia Ayelet Shaked, ma è simile a quella di Tzipi Livni quando ricopriva la stessa carica. Adesso speriamo che venga approvata e che stimoli qualche riflessione anche sui lanciatori spesso minorenni, sarebbe ora che imparassero il significato della parola reato, un risultato non facile da ottenere vista l’ideologia di cui si nutrono nelle scuole palestiniste.
La Knesset
La seconda è ancora ai primi passi, ma l’intenzione di arrivare a un risultato c’è, anche perché l’iniziativa parte dalla combattiva vice Ministra degli Esteri Tzipi Hotovely, che ha istruito il suo ministero affinché lavori su un tema finora trascurato dalla legislazione: i finanziamenti che i governi dei paesi europei mandano alle Ong che hanno come obiettivo la delegittimazione di Israele.
Martedì scorso ha incontrato una delegazione del Parlamento europeo insieme all’Ambasciatore olandese, avvertendoli che se i Paesi europei non collaboreranno con Israele per verificare l’iter e l’investimento di quei finanziamenti, il governo porterà la discussione alla Knesset e sarà una legge che provvederà a risolvere il problema. La stessa richiesta è stata inoltrata al ministro degli esteri di Spagna e all’Ambasciatore della UE in Israele.
Giovanni Quer
Consigliamo vivamente a Tzipi Hotovely di aggiungere alla lista anche il nostro Ministro degli Esteri, dalla Farnesina, come da molte regioni e comuni italiani arrivano montagne di soldi, tutti utilizzati per lo stesso fine, come aveva documentato l’inchiesta di Giovanni Quer. “Con la scusa di tutelare i diritti umani, queste organizzazioni lavorano per mettere in discussione la stessa esistenza di Israele”, ha dichiarato la vice Ministra.
B'tselem
Negli scorsi anni queste Ong hanno ricevuto più di 100 milioni di euro. I nomi sono noti, B’Tselem, New Israel Fund, Adalah, Ir Amin, Breaking the silence ecc. Una richiesta aggiuntiva è quella rivolta al governo, che non dia più sovvenzioni alle organizzazioni che sostengono il boicottaggio di Israele, il ritorno dei rifugiati palestinesi o che conducano attività che mettano in pericolo la sicurezza dei soldati, una specialità questa di B’Tselem. Se così la pensa e si muove la vice Ministra degli Esteri, forse Netanyahu il Ministro degli Esteri – tuttora da nominare – l’ha già trovato.
Angelo Pezzana con la copertina del suo libro "Quest'anno a Gerusalemme" (Giuntina ed.): storie degli ebrei italiani in Israele