Riprendiamo dalla STAMPA di oggi, 24/07/2015, a pag. 17, con il titolo "Ankara progetta un muro anti-Isis", il commento di Marta Ottaviani.
Se il muro lo erige la Turchia, come mai nessuno protesta? Se invece è Israele a edificare una barriera protettiva - con cui riesce a diminuire del 98% le vittime del terrorismo palestinese - immediatamente gli autoproclamati "pacifisti" si organizzano per proteste più o meno violente e boicottaggi.
Ecco l'articolo:
Marta Ottaviani
I "pacifisti" si mobilitano soltanto contro Israele. Al grido di "morte agli ebrei!", naturalmente
La Turchia ieri ha lanciato per la prima volta un’azione lampo contro Isis. Un gesto importante per il Paese della Mezzaluna, sempre più nell’occhio del ciclone per la sua posizione ambigua nei confronti dello Stato Islamico, ma che da molti è stata ritenuta un’operazione fatta più per dovere che per volere.
La reazione di Ankara è arrivata dopo che ieri Isis aveva ucciso un sottoufficiale vicino al confine con la Siria, ma soprattutto a quattro giorni dalla strage di Suruç, dove un kamikaze turco simpatizzante del Califfato si è fatto esplodere, uccidendo 32 studenti che volevano portare aiuti a Kobane, la cittadina curdo siriana diventata simbolo della resistenza a Isis.
L’operazione è iniziata intorno alle 13.30, le 12.30 in Italia, quando alcuni carri armati si sono appostati sul confine all’altezza di Kilis, nella provincia di Gaziantep, un tempo la «strada dell’abbondanza» dell’economia turca, che portava dritta ad Aleppo, quando la crisi siriana era ancora lontana. L’attacco è stato «vigilato» da una decina di F16 dell’aviazione della Mezzaluna. Secondo le prime indiscrezioni si è trattato di un’operazione chirurgica. I media filogovernativi parlano di 100 jihadisti uccisi, anche se è molto improbabile che i numeri siano questi.
Barriera di sicurezza
Quasi a voler confermare la buona volontà nella lotta al Califfato, i media turchi hanno diffuso la notizia che Ankara è pronta a concedere la base di Incirlik alle forze aeree della coalizione internazionale anti Isis. Posta nella provincia di Adana e a un passo dal confine con la Siria, Incirlik sulle prime era stata negata dalla Turchia che aveva fatto sapere di essere disposta a cambiare idea in cambio della creazione di una zona cuscinetto, supportata da no-fly zone nel nord della Siria.
Ma Ankara potrebbe non aspettare la comunità internazionale e agire autonomamente su questo aspetto. Ieri i media turchi hanno riportato le immagini e il progetto da parte delle Forze Armate della Mezzaluna di un muro lungo tutto il confine siriano, che costerà circa 700 milioni di euro. Il muro, nelle intenzioni dell’esercito proteggerà non solo da Isis, ma anche dai curdi del Pkk.
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