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La Stampa Rassegna Stampa
15.07.2015 L'ultimo orrore dello Stato islamico: fa esplodere un neonato
Cronaca di Maurizio Molinari

Testata: La Stampa
Data: 15 luglio 2015
Pagina: 14
Autore: Maurizio Molinari
Titolo: «L'ultimo orrore dell'Isis: fa esplodere un neonato»

Riprendiamo dalla STAMPA di oggi, 15/07/2015, a pag. 14, con il titolo "L'ultimo orrore dell'Isis: fa esplodere un neonato", la cronaca di Maurizio Molianri.

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Maurizio Molinari

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Lo Stato islamico trasforma i bambini in terroristi

Un bimbo imbottito di esplosivo e fatto esplodere per addestrare le reclute: è l’orrendo episodio avvenuto in una base dello Stato Islamico (Isis) nella provincia irachena di Dyala. A rivelarlo a «A-Sumeriah News» è Sadiq el-Hussein, capo dei comitati per la sicurezza della provincia di Dyala ovvero delle forze governative che ne contendono il controllo ai miliziani del Califfo Abu Bakr al-Baghdad. Isis controllava Dyala lo scorso anno, la voleva adoperare come trampolino per minacciare l’Iran ma è stata obbligata a ripiegare e da quel momento ha iniziato a compiere violenze brutali contro la popolazione civile sunnita. «Hanno preso il piccolo e gli hanno legato attorno degli esplosivi - ha raccontato el-Hussein - davanti a dozzine di miliziani armati, e poi lo hanno fatto saltare in aria da lontano».

Per Isis si è trattato, secondo el-Hussein, di «una esercitazione per le reclute» al fine di «addestrarle a legare gli esplosivi alle persone facendole poi esplodere» in quella che appare una nuova tecnica di brutale esecuzione destinata a rivaleggiare con decapitazioni e roghi di esseri umani.
«Ci troviamo davanti ad un’organizzazione che non ha alcun interesse o rispetto per i più elementari valori dell’individuo» - continua il leader delle forze governative anti-Isis a Dyala - «commettono di conseguenza i crimini più orribili e l’esplosione di un bambino è la dimostrazione migliore di quale ideologia hanno».

Figlio di un oppositore
La piccola vittima aveva per padre un uomo che nei giorni scorsi era stato ucciso da Isis perché accusato di aver assassinato un miliziano del Califfo. Negli stessi giorni, secondo quanto riportato dall’egiziano «Ahram-Online», nel mercato di Mosul si è verificata l’aggressione di 12 donne e ragazze irachene da parte di una banda di jihadiste del Califfato, di origine russa, secondo cui le arabe «vestivano impropriamente il Niqab» islamico. Le regole di cui le jihadiste imponevano il rispetto hanno a vedere con i colori dei «Niqab». Il Califfato ha infatti stabilito che per le donne sposate debba essere nero, per le divorziate verde e per le vedove blu mentre le nubili sono vincolate ad indossare solo il bianco.

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