Riprendiamo dalla STAMPA di oggi, 15/07/2015, a pag. 3, con il titolo "Che cos'è, come funziona, perché è storico", l'analisi di Paolo Mastrolilli.
Paolo Mastrolilli
L’Iran avrà bisogno di almeno un anno di tempo, se deciderà di costruire una bomba atomica, consentendo alla comunità internazionale di rimettere le sanzioni o usare la forza per fermarlo. Non dovrà smantellare il programma nucleare, ma limitarlo per 15 anni e orientarlo a scopi pacifici, e dovrà sottoporsi ai controlli dell’Agenzia atomica internazionale fino a 25 anni. In cambio otterrà la fine delle sanzioni economiche, e dell’embargo sulle armi e i missili nel giro di 5 e 8 anni. L’accordo dovrà essere approvato dal Consiglio di Sicurezza dell’Onu, e poi dal Congresso Usa, dove avverrà la battaglia politica più dura. La speranza di Washington è che Teheran colga questa occasione per cambiare linea, dopo 36 anni di scontro, e svolgere un ruolo responsabile nel mondo.
Perché Teheran non potrà farsi l’atomica?
Per costruire una bomba atomica servono l’uranio U-235, separato da quello estratto in natura con il processo dell’arricchimento sopra il 90%, o il plutonio Pu-239. L’accordo obbliga l’Iran a ridurre per 15 anni il livello delle sue operazioni di arricchimento al 3,67%, e le scorte di materiali a 300 chili, cioè un taglio del 98% rispetto ai 10.000 chili che possiede ora. Il resto verrà trasportato probabilmente in Russia.
In che modo verranno controllati reattori e centrifughe?
Teheran ridurrà le sue centrifughe IR-1 dalle 19.000 attive oggi a 5060. La centrale segreta di Fordow sarà trasformata in un centro di ricerca scientifica e per 15 anni non potrà conservare materiali nucleari, limitandosi a produrre isotopi stabili, mentre quella di Natanz dovrà dimezzare la sua capacità. Il reattore ad acqua pesante di Arak, che avrebbe usato l’uranio naturale per produrre Pu-239, verrà convertito affinché non possa creare materiali utili alla costruzione di armi atomiche. Per 15 anni l’Iran rinuncerà a realizzare simili reattori o accumulare acqua pesante.
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Come funzioneranno le ispezioni?
La Repubblica islamica dovrà attenersi a una «Roadmap» stabilita con l’Aiea, per chiarire le sue attività passate e presenti, e consentire le ispezioni. I siti militari potranno essere controllati, ma attraverso un meccanismo che consentirà a Teheran di contestare e discutere le richieste davanti a una Commissione dei ministri degli Esteri interessati, che avrà ogni volta 15 giorni per decidere l’arbitrato.
Quali saranno i tempi dell’accordo?
Secondo gli esperti, grazie a queste misure il tempo necessario all’Iran per costruire una bomba, il «breakout time», salirà dai due mesi attuali ad almeno un anno, dando così modo agli avversari di fermarlo anche con mezzi militari. L’accordo entrerà in vigore quando il Consiglio di Sicurezza dell’Onu approverà la risoluzione per adottarlo, che verrà presentata la prossima settimana. Oltre al blocco di 15 anni per le attività nucleari di cui abbiamo parlato, l’Aiea potrà continuare i suoi controlli sulla produzione di uranio per 25 anni, e sulle centrifughe per 20 anni.
Quando verranno tolte le sanzioni?
Quando il Consiglio di Sicurezza approverà la risoluzione, e l’Aiea certificherà l’applicazione dell’accordo, le sanzioni verranno tolte. In caso di violazioni, verranno reintrodotte entro 65 giorni. Stesso discorso per quelle che aveva imposto l’Ue. In totale si calcola che l’Iran riceverà tra 100 e 150 miliardi di dollari, fra tutti i vantaggi economici compresi nell’intesa. Gli Stati Uniti invece sospenderanno le loro misure, che verranno terminate solo se dopo 8 anni l’Aiea avrà certificato che le attività nucleari di Teheran sono solo pacifiche. Le sanzioni americane relative al sostegno per il terrorismo, le violazioni dei diritti umani e le attività missilistiche, resteranno in vigore.
L’embargo sulle armi verrà cancellato?
Il divieto sulla vendita e il trasferimento delle armi convenzionali potrà essere tolto dopo 5 anni, e quello sui missili balistici dopo 8, se l’accordo sarà rispettato.
Che cosa farà ora il Congresso Usa?
Il Parlamento americano avrà ora 60 giorni per valutare l’intesa, e poi 12 giorni per votare una risoluzione a favore o contro, probabilmente a settembre. I repubblicani sono compatti contro l’accordo, anche in vista delle presidenziali del 2016, mentre i democratici sono favorevoli, con alcune eccezioni. Il presidente Obama ha già detto che metterà il veto su qualunque legge che blocchi l’applicazione dell’intesa. A quel punto comincerà la battaglia, ma la Casa Bianca pensa di aver abbastanza voti per impedire agli avversari di raggiungere la maggioranza di due terzi necessaria a scavalcare il veto.
Come cambieranno gli equilibri regionali?
Obama sa che questo accordo non impedisce per sempre all’Iran di costruire l’atomica, perché non è un testo per il disarmo, ma per il controllo della proliferazione. La scommessa del presidente è che nel frattempo Teheran decida di cambiare linea politica, accetti un ruolo più responsabile, rinunci a distruggere Israele, dialoghi con l’Arabia Saudita e favorisca la composizione dello scontro fra sciiti e sunniti.
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