IC7 - Il commento di Lia Levi
Dal 5 all'11 luglio 2015
Tanti modi per 'raccontarlo al figlio'
"Il braccialetto" è il più recente tra i libri di Lia Levi
Confesso subito che ogni giorno e più volte al giorno sono le righe di “Informazione Corretta” a scandire significativi tempi del mio vivere quotidiano. Ecco, non avrei proprio voluto cominciare questo mio breve scritto con i “complimenti per la trasmissione”, non sono però riuscita a farne a meno. E’ una cosa banale, ne sono consapevole, ma non posso rinunciare alla verità solo perché forse porta un abituccio borghese.
Quello che veramente mi attrae della rassegna di IC non è solo un panorama che riesce a così vasto raggio a coprire l’interezza di quanto esce nei media sul tema ebraico il che già basterebbe. Ma più di tutto a contare sono le puntuali e spesso fulminanti “note orientative” la parola sottolineata, un cenno rapido che di colpo ti fa intuire dove andrà a planare il witz. Ecco l’insostituibile funzione di un mezzo comunicativo che punta direttamente a sbaragliare conformismo e compromesso.
Alcuni libri di Lia Levi
Passando a qualcosa che mi riguarda come struttura personale devo chiarire che la mia cifra di espressione passa per altre vie. Qualcuno ha detto che ogni saggio potrebbe essere un romanzo (e naturalmente la frase vale anche nell’altro senso). In fondo (per il romanzo) si tratta solo di esporre in simboli narrativi quello che hai assimilato in termini di conoscenza e ragionamento. Per me succede esattamente così. Il mio modo di raccontare è un tentativo di far passare una realtà storico-politica attraverso la stretta asola della sensibilità individuale di un personaggio qualsiasi. Debbo perciò sbriciolarla questa realtà, renderla commestibile stando però bene attenta a non adulterarla. Quanto più modesta e fruibile è diventata, tanto più deve essere rigorosa.
Tanto per fare un esempio nel mio ultimo libro, dove si parla di due ragazzi in rivolta personale e politica nell’estate del 1943, ho dovuto pormi un problema storico che naturalmente si è esteso anche al lettore. Perché dopo la caduta del fascismo il 25 luglio non sono state abrogate le Leggi razziali? Le altre leggi del regime, erano state, per forza di cose, subito cancellate, perché ci si è dimenticati di quelle sulla “Razza”?
L'annuncio delle Leggi Razziali sul "Corriere della Sera"
Su un tema così poco indagato e non del tutto comprensibile anche ora, poteva certamente uscirne un saggio. Ma come dicevo le mie corde sono altre, le domande che si prospettano le ho fatte porre con rabbia e angoscia dai due protagonisti del mio “Il braccialetto”. Va da sé che dietro il racconto restava ad era indispensabile la ricerca vera (compresa la segnalazione di un quasi sconosciuto documento vaticano) e penso che sarà necessario un grande lavoro di approfondimento da parte degli storici. Ma c’è una frase di Daniel Mendelson che ho fatto mia: “Talvolta la verità per manifestarsi ha bisogno dell’immaginazione”.
Lia Levi