Una scelta fra due mali
Cartoline da Eurabia, di Ugo Volli
A destra: oggi è il giorno del referendum in Grecia
Cari amici,
oggi è il giorno in cui la vitalità dell'Unione Europea sarà misurata dal referendum che si tiene in Grecia. Ma è anche un giorno immediatamente successivo al voto vergognoso della commissione dell'Onu per i diritti umani sul caso Gaza, in cui - pensate un po' - Hamas non è mai nominato, per non parlare dei suoi tunnel d'attacco e dei suoi missili. Un voto in cui i paesi europei presenti si sono schierati compattamente (e dopo consultazioni in sede europea) a fianco di Venezuela Russia e Iran contro Israele e - incredibile ma vero, l'amministrazione Obama non può fare tutto quello che vuole - Stati Uniti (http://www.informazionecorretta.com/main.php?mediaId=115&sez=120&id=58760). E' anche un giorno immediatamente successivo alla grande offensiva dell'Isis nel Sinai, l'inizio di una battaglia strategica che potrebbe cambiare l'intero assetto del Mediterraneeo e minacciare direttamente l'Europa. Ma in cui l'Europa si rifiuta di intervenire, ostentando neutralità, almeno informativa (http://www.informazionecorretta.com/main.php?mediaId=4&sez=120&id=58756). Certamente appoggia la timidissima azione americana contro l'Isis in Siria, ma non fa nulla in Libia, considera la questione dell'immigrazione clandestina organizzata una faccenda umanitaria, come se si trattasse solo di iniziative individuali di poveracci in fuga da regimi oppressivi e dalla guerra (in qualche caso è così, ma nella maggioranza no) e non di un'azione organizzata, che non potrebbe avvenire senza l'appoggio dei signori della guerra islamisti libici e senza massicci finanziamenti. Non fa nulla per i curdi, non cerca neanche di impedire alla Turchia di appoggiare l'Isis, non si preoccupa di quel che avviene in Sinai, è ufficialmente indifferente all'ondata di microterrorismo che investe Israele, ma sul terreno con i suoi rappresentanti diplomatici in sostanza lo appoggia.
Alessandro Di Battista (M5S) vuole "dialogare con lo Stato islamico"
Insomma, Eurabia è in crisi, rischia di perdere dei pezzi per strada e di veder sfasciata la propria struttura economica e la propria credibilità. Ma persiste nella sua politica internazionale masochista e suicida, anzi progressivamente si unifica su una demenziale scelta filoislamista e antisraeliana. E' una buona ragione per appoggiare i suoi nemici interni, come Tsipras? Per fortuna noi non viviamo in Grecia e non dobbiamo subire le conseguenze di decenni di regimi clientelari e oggi della scelta di un governo rossobruno estremista e irresponsabile. Non dobbiamo votare in questo referendum e la nostra voce non è certamente neppure in grado di influenzarlo. Ma una cosa va detta oggi, perché potrebbe riguardarci domani. C'è qualcosa di peggio dell'Europa attuale, ipocrita e pasticciona, segretamente antisemita, anche se ufficialmente antirazzista. E questo peggio sono le tendenze antidemocratiche di destra e di sinistra (spesso alleate in sostanza e talvolta anche esplicitamente) che purtroppo ne monopolizzano quasi l'opposizione. Pochi ricordano che il governo Tsipras è sostenuto da due forze, una di estrema sinistra, goscista antiglobal, che è quella che si vede di più sul teatrino dei media; l'altra è una forza di estrema destra, non i neonazisti di Alba Dorata, ma comunque un partito nazionalista. Il referendum è stato votato anche da Alba Dorata, che ha scelto il No come Tsipras. In Grecia ci sono loro, in Spagna c'è Podemos, altra forza di estrema sinistra, che ha però in posizioni dominanti personaggi esplicitamente antisemiti. In Ungheria sono al potere i neofascisti, che hanno avuto di recente un successo straordinario in Austria. In Italia c'è il caso estremamente ambiguo dei 5 Stelle, che agitano temi di estrema sinistra ma hanno anche un'anima di estrema destra e continuano ad essere ben valutati dai sondaggi, anche se hanno un regime interno sostanzialmente dittatoriale e vanno in giro a dire che l'estremismo islamico non esiste e che bisognerebbe allearsi con Assad.
La manifestazione in sostegno a Israele tenutasi a Ginevra lunedì scorso di fronte alla sede dell'Onu
Il fatto è che, oggi come negli anni Trenta, non c'è differenza sostanziale fra estrema destra e estrema sinistra: entrambi antidemocratici sotto forme plebiscitarie, entrambi anticapitalisti e antimercato, entrambi anti-israeliani e tendenzialmente o esplicitamente antisemiti, entrambi pericolosissimi. Sia il fascismo sia il nazismo andarono al potere grazie all'esistenza di una minoranza comunista che si rifiutò di contrastarli unendosi al blocco democratico antifascista. Questo è un fatto storico che spesso viene dimenticato o nascosto. Lo stesso potrebbe accadere oggi. Purtroppo i paesi europei dove esiste una opposizione alle politiche europee di appoggio all'immigrazione e di aiuto all'islamismo che sia sicuramente democratica e non antisemita sono pochi: Wilders in Olanda, per esempio. Altrove, come in Grecia e - speriamo di no - domani in Italia, si tratta di scegliere fra il pericolo strisciante dell'ipocrisia progressista al potere e il rischio imminente della demagogia rossobruna. Una scelta assai brutta, in cui si impone la logica del minore dei mali. Se fossi in Grecia voterei Sì al referendum, non per fiducia nel sistema europeo, ma per non alimentare il pericoloso estremismo di Syriza, Podemos, 5 Stelle e compagni (o camerati).
Ugo Volli