Riprendiamo da SETTE di oggi, 03/07/2015, a pag. 45, con il titolo "Facciamo un tuffo", il commento di Stefano M. Torelli.
Pubblichiamo il trafiletto di Stefano M. Torelli perché, pur disinformando con la solita scelta lessicale faziosa, indica che Gaza è tutto fuorché quella "prigione a cielo aperto" che i più feroci detrattori di Israele propagandano.
L'utilizzo, da parte del giornalista, di locuzioni come "martoriata Striscia di Gaza" e "assedio in corso" criminalizzano Israele, che invece non ha altro obiettivo se non la propria sopravvivenza, messa costantemente in pericolo dai terroristi di Hamas.
Vivere a Gaza è "una condizione spesso ai limiti dell'accettabile", scrive Torelli. Ha ragione, ma la responsabilità non è certo di Israele, che nel 2005-2006 ha sgomberato unilateralmente la Striscia lasciando, tra l'altro, ottime infrastrutture agricole immediatamente distrutte in segno di disprezzo dai terroristi palestinesi di Hamas. E', al contrario, di Hamas che opprime la popolazione della Striscia con un regime le cui cifre sono fanatismo religioso, shari'a, persecuzione di oppositori politici, omosessuali, donne, corruzione dilagante, familismo mafioso, antisemitismo dilagante, esecuzioni pubbliche, trasformazione dei bambini in terroristi. Torelli, di fronte a questo autentico scempio dei diritti umani, ancora una volta tace.
Ecco l'articolo:
Stefano M. Torelli
Un lussuoso resort a Gaza
Uno dei fenomeni che meno ci si aspetterebbe nella martoriata Striscia di Gaza, riguarda quello del turismo. Ma, se ci si pensa, questo fazzoletto di terra ha una costa sul Mediterraneo e, se si coniuga questa caratteristica strutturale con l'assedio in corso e l'impossibilità per gli abitanti della Striscia di uscire, si possono intravedere delle opportunità per l'industria turistica.
Dove vanno, i palestinesi di Gaza se vogliono avere un po' si svago nonostante la dura condizione in cui vivono? Alcuni frequentano i resort che sorgono sulle spiagge e le località balneari. Ve ne sono più di 20, soprattutto nell'area di Khan Yunis. Quest'anno sembrano essere più frequentati dell'estate scorsa (in cui era in corso una guerra) e, soprattutto, hanno il merito di far ripartire, anche se a rilento, un po' di economia, dando anche opportunità di impiego.
Al mare a Gaza? Ennesimo esempio di adattamento a una condizione spesso ai limiti dell'accettabile, ma che non per questo priva i cittadini della voglia di relax e vacanza.
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